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Milano

Marketing e insight data: InTribe, startup tutta al femminile

Dopo numerosi premi e il passaggio in incubatori TOP, la startup di Mirna Pacchetti e Marzia Di Meo punta sulla customer insight data intelligence

Marketing e insight data: InTribe, startup tutta al femminile

Nell’era della gamification e dell’analisi dei big data, esiste un modo nuovo di fare ricerche di mercato senza tediare i consumatori ma coinvolgendoli per conoscere i trends e aiutare i reparti di marketing delle aziende? La risposta è sì. E ci ha pensato InTribe, la startup vincitrice di numerosi premi che in questi giorni sta sviluppando una nuova piattaforma.

Fondata da Mirna Pacchetti e Marzia Di Meo, due imprenditrici italiane con grande esperienza nel marketing e nelle ricerche di mercato, InTribe si presenta al mercato come una startup tutta al femminile.

Mirna Pacchetti ha lavorato per 18 anni nel marketing strategico, in grandi aziende e come consulente, occupandosi anche di ricerche di mercato, ma negli ultimi 5 anni ha sviluppato competenze di analisi qualitativa dei big data.

Marzia Di Meo ha maturato una solida esperienza nella gestione aziendale e nel marketing operativo. Negli ultimi 5 anni ha ampliato le sue conoscenze tecnologiche e di sviluppo, con l’obiettivo di coordinare lo sviluppo della piattaforma tecnologica alla base di InTribe.

Il vero motore per la nascita della startup è stata l’unione di esperienze. “Nella nostra visione – spiega Mirna Pacchetti CEO e co-founder di InTribe - la tecnologia è uno strumento, non il fine. Non rinneghiamo le metodologie statistiche di indagine di mercato, bensì ne ampliamo l’efficacia utilizzando diverse tecnologie che le rendono ancora più performanti e vicine alle necessità di consumatori sempre più digitalizzati. Per questo stiamo sviluppando un PaaS di customer insight data intelligence e utilizziamo gamification, chatbot e APP per realizzare indagini quantitative online”.

Una grande differenza la fa la componente femminile, perché Mirna e Marzia sono anche mamme e per conciliare vita privata e professionale hanno saputo creare una organizzazione perfetta, fatta di solide relazioni e – perché no – di una straordinaria rete di amiche che si aiutano reciprocamente.

La maggior parte degli startupper è costituita da uomini. Tendono a essere più competitivi e orientati alla exit, mentre Mirna e Marzia hanno portato nel lavoro la loro femminilità. “Siamo più collaborative tra noi – prosegue la CEO - e interessate a creare un’azienda solida e duratura. Pensiamo che la vera difficoltà di fare startup nel nostro Paese sia legata alla mancanza di un vero ecosistema utile a far crescere e prosperare l’innovazione italiana nel mondo”.

Se, infatti, gli investimenti stanno iniziando a crescere, la burocrazia allunga notevolmente i tempi e resta ancora un problema, che si unisce alla lentezza decisionale e ai forti ritardi nei pagamenti.

“Il nostro sogno – commenta Marzia Di Meo, COO e co-founder di InTribe - era quello di far crescere InTribe in Italia e poi guardare all’estero. Fare innovazione vuol dire per noi esplorare il nuovo e andare oltre i limiti. Importante è farlo in modo etico, perché le startup devono portare valore al sistema Italia, altrimenti non hanno senso di esistere”.

Marzia e Mirna hanno vissuto 18 mesi entusiasmanti:

· a gennaio 2018 hanno vinto il premio Giancarla Mursia indetto da Soroptimist, che ha consentito loro di “essere accelerate” per un anno presso l’incubatore SpeedMiUp di Bocconi

· a gennaio 2019 hanno vinto il premio Zamma Award nel contest per startup indetto da NTT Data e

· due settimane dopo, a distanza di tre giorni, sono entrare nella short list dei vincitori di due diversi acceleratori di Digital Magics: Magic Wand Retail e Miss in Action

· poche settimane dopo, Google ha confermato loro che erano state selezionate fra le prime cinque start up del Google for start up program Italia.

Sono stati mesi impegnativi che hanno segnato la svolta. Mirna e Marzia hanno lavorato molto sulla parte tecnologica, incrementato il team, stretto partnership strategiche ed aumentato il numero di clienti. Il tutto supportate da Google e Digital Magics che hanno consentito loro di diventare in breve tempo un’azienda con sei persone in organico.

InTribe è anche un’azienda che si impegna da statuto ad avere un impatto sociale positivo e a pensare al benessere di tutti i suoi stakeholder.

“Il valore per noi fondamentale – riferisce Pacchetti - è la fiducia, che per prime riponiamo nei nostri collaboratori e dipendenti. Ci impegniamo a dare loro stipendi equi, consentiamo loro di fare smart working tutti giorni e di adottare orari flessibili. Crediamo nelle persone, nel loro valore e professionalità. Questo è il motivo principale per il quale chi lavora con noi viene valutato per obiettivi e non in base ad un cartellino timbrato”.

È iniziato il lavoro di sviluppo della piattaforma partendo dal back end del Minimum Viable Product, ovvero la prima versione del prodotto, che ormai è stato testato sul mercato confermando la sua efficacia ed aderenza alle necessità dei clienti. Nei prossimi mesi cominceranno a contattare le prime aziende americane e inglesi per avviare la fase di internazionalizzazione di InTribe.








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