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Fashion Week: Scervino, Hui e Spagnoli al top. Oggi si chiude
Fashion Week: Scervino, Hui e Spagnoli al top

Fashion Week, gli abiti-armatura di Scervino

Il corpo femminile è espressione di forza. Custode di intelligenza, humor, seduzione e di una gestualità che lo trasformano in un manifesto di personalità. La collezione Ermanno Scervino per la prossima stagione fredda è un’indagine sul corpo e sulle sue armature. La delicatezza scultorea e la femminilità determinata approdano sulla passerella, svelando il potere al contempo rivelatorio e protettivo degli abiti. La moda è strumento di autodeterminazione. L’atteggiamento di posare le mani sui fianchi a strizzare la vita, delle gambe nude che segnano il passo, di concedersi a un abbraccio tenendo saldo il bavero dei cappotti, sono segni di sicurezza. Coniugando spigoli e rotondità delle femminilità, Ermanno Scervino ridisegna i confini dei propri codici identificativi, aggiungendo un tocco sobrio di mistero. La consapevolezza non richiede proclami.

I tessuti tradizionali maschili, dai gessati alle grisaglie in lana, sono la tela che dà voce all’animo sartoriale del marchio, caratterizzato da costruzioni elaborate per le giacche a clessidra che scolpiscono il corpo, dai cappotti spigati con le spalle scese che lo accarezzano, fino agli abiti bustier in double di lana, esempi della maestria artigianale e tecnologica dell’atelier. I completi grigio piombo hanno pantaloni oversize, contribuendo all’incedere teatrale delle modelle, e abbinati a blazer e giacche spencer. Caposaldo dell’opera stilistica di Ermanno Scervino, la corsetteria portavoce di seduzione; ricorre nella collezione sotto forma di reggiseni in double di lana abbinati a gonne longuette con lavorazioni ad intarsio, negli abiti midi color nude impreziositi da una trapuntatura piazzata e nelle versioni ricamate che traspaiono sotto i vestiti da sera in organza impalpabile.

La pelle effetto cocco si trasforma in armatura, metafora della capacità delle donne di reinventarsi, per i caban a spalla larga strizzati in vita, per i peacoat foderati in shearling e decorati da ricami in maglia, così come sugli abiti bustier. Il gioco delle proporzioni, nella collezione è rafforzato dai grossi doposci di pelliccia ecologica ricamati a mano come i giacconi di mongolia e di shearling e dagli stivali aderenti come calze, dal tacco altissimo.

Da Ferragamo un inno alla libertà degli anni Venti

Piume e trasparenze o lane pesanti e cappotti severi: liberi tutti sulla passerella di Ferragamo, dove va in scena la collezione per il prossimo Autunno-Inverno 2024. Un percorso di liberazione che il direttore creativo Maximilian Davis affronta a partire dalla visione distintiva degli anni '20, pensando all'estetica delle donne che scelsero di vestirsi con abiti maschili, come Joan Crawford e Greta Garbo.  "Negli anni '20 gli abiti rappresentavano un modo per celebrare la libertà - spiega Davis - Quell'espressione di libertà oggi risuona in me, nel mio heritage e in Ferragamo". Così ai cappotti e ai blouson in loden con martingala e alta cintura si accostano piccoli abiti in maglia o sottovesti in organza laccata, sandali di marabù e tuniche di maxi paillettes.

Le alte cinture sono le caratteristiche fondamentali anche delle gonne e delle cappe avvolgenti, elemento caratteristico dell'archivio Ferragamo oggi pensate come strati di protezione.  "Negli anni venti, in risposta al mondo che le circondava, le persone creavano i propri spazi nei luoghi clandestini", prosegue Davis. "Nascondevano ciò che indossavano finché non si sentivano al sicuro". Così l'idea di protezione, dagli stivali alla coscia alle giacche in pelle, torna a far da contrappunto alla fluidità dei drappeggi.

Hui tra storia e modernità

Volontà e potere creativo al femminile, la forza tranquilla di una cultura millenaria e l'invincibile dinamismo della modernità. Si gioca tra questi opposti la collezione Hui FW 24/25 disegnata da Hui Zhou Zhao, la signora della moda cinese che ama l'Italia e da anni sfila a Milano. Il punto di partenza è sempre la rivisitazione dalle tradizioni etniche e culturali della Cina, ma stavolta si arriva subito all'immagine cosmopolita e sofisticata delle donne cinesi che oggi frequentano le università occidentali, fanno business internazionali, girano e conoscono il mondo oltre alle nuove tecnologie. Da qui l'idea dell'orso Panda ridisegnato dall'intelligenza artificiale e trasformato in patch sui pullover cammello come simbolo di un cambiamento epocale. Invece la complessa acconciatura femminile immortalata sull'invito e nelle proiezioni sull'allestimento 3D Immersion della sfilata, rimanda ai copricapi tradizionali delle donne Hmong come viene chiamata in Oriente la tribù Long Horn del popolo Miao. Fatti di capelli tramandati e conservati da generazioni per essere montati su lunghe strutture in legno legate alla testa con bende bianche e nere, questi speciali cappelli sono il simbolo dell'antica cultura Miao in cui i vestiti sono definiti “un libro di storia da indossare”.

Le classiche righe rosse e blu dei costumi tribali assumono i toni super chic di ebano, cammello e nero nella parte jacquard della gonna in paillettes verde acido. Realizzate in PVC ultralight, le paillettes diventano anche un raffinato cappotto nero, un elegante bomber passepartout, l'insolita decorazione a patch di una lunga gonna in crepe di lana e il raffinato decor di una blusa in denim. Non mancano le mini skirt fatte nei colori tradizionali e con le cinque sezioni che nei costumi Miao rappresentano i cinque grandi fiumi attraversati da questo popolo nomade originario della provincia del Guizhou.

Ci sono poi gli ampi cappotti in cashmere a vestaglia con interni in seta decorata da preziosi motivi ancestrali e abbinati a paillettes iridescenti dalle finiture tricottate. Jacquard materici con disegni sia floreali che geometrici incontrano chiffon stampati a color block, mentre le maglie in mohair dai volumi generosi sono sovrapposte al jersey effetto scuba. Perfino gli accessori lanciano in modo nuovo il messaggio East meets West per cui le fragili mules coperte di paillettes si alternano agli stivali dei grandi freddi e le sciarpe sono bande con ramage floreali ricamati in filo 3D.

Charme ed eleganza da Luisa Spagnoli

“Che immensità, che bellezza! Costruiremo qui il regno dell’eleganza” esclamò il Duca di Morny, finanziere e fratellastro di Napoleone III, conquistato dallo splendore della costa di Deauville. Con un tour immaginario nei luoghi che resero intramontabile questa località normanna, attualissima icona di charme della Côte Fleurie, la collezione Luisa Spagnoli Autunno/Inverno 2024 interpreta i tanti volti di quell’eleganza. Un fascino racchiuso fra capi del desiderio, combinati in outfit monocromi. Colori precisi, scelti per essere remixati creando nuovi, perfetti total look: nero o bianco, blu oceano o verde militare.

E poi rosso carminio, rosa baby, peonia, giallo olio, caramello e un beige venato da tocchi dorati. E così via, dal suo celebre ippodromo al romantico porto, passeggiando nelle vie di celebri boutique, per poi splendere alle luci dello storico casinò. Una femminilità viaggiatrice, che in questa collezione declina ogni sfumatura di magia marina fra cappe e cappotti con colli staccabili in eco-pelliccia, abiti in maglia, long dress principeschi, un universo di giacche dal taglio impeccabile.

Seguendo la linea del corpo, giochi di texture alternano lucentezza e opacità fra maglieria, velluti e paillettes, lurex e pelle stampa pitone. Lucenti bottoni in metallo dorato evocano dettagli di capi nautici e marinière. In passerella, giacche e cappotti delineano una pacata, essenziale sensualità: quella di Anouk Aimée, protagonista a Deauville di Un homme et une femme, diretto da Claude Lelouch nel 1966. Un mondo di lunghi cappotti quasi militari, sahariane e giacche dal taglio maschile, tailleur in velluto rosa o giallo olio. Giubbotti over con ampi revers e bordi arricciati si abbinano con pantaloni a trombetta, minigonne o longuette con spacchi infiniti.

L’immancabile savoir-faire Luisa Spagnoli nella maglieria spicca in modelli crop con maniche risvoltate e aperture sulla schiena, portati con culottes decorate da bottoni o aderenti pencil skirt a coste. Mentre giacche in maglia doppio petto si alternano a cardigan dove torna ricamato il nuovo logo della maison, interpretati con camice candide in seta e piccole polo in maglia aderente.

Un expertise che brilla nel volume di ampi giacconi furry morbidissimi, realizzati con i tanti colori di una soffice maglia punto pelliccia. Proseguendo sui passi di una disinvolta raffinatezza fra tailleur in pizzo di lana, abiti in più strutturata maglia a collo alto e, per la sera, un principesco long dress rosa baby in mohair.

Nelle borse, clutch in pelle nera o marrone intrecciate a mano, lavorate da laboratori locali, racchiudono l’artigianalità del territorio; lavorazione ripresa anche su cinturine intrecciate in pelle marrone, rosso e verde militare. Perfette in ogni occasione le scarpe dalla linea baby con cinturino, dove una suola piatta si alterna a un più scultoreo kitten heel: in pelle nera o camoscio nero, verde militare, bruno o carminio. Lasciando spazio ai nuovi rain boots in materiale plastico nero o rosa, con suola a contrasto e logo décor.






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