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The Milan Show-Biz
Mfw: Biagiotti, Scervino, Ravizza al top. Oggi si chiude

ERMANNO SCERVINO

Fosse nato ai tempi del Rinascimento ERMANNO SCERVINO siederebbe di diritto, accanto ai Grandi, alla corte dei "de' Medici", grazie alla sua innata capacità di trasformare ogni abito in un'opera d'arte. Per il prossimo autunno inverno il Maestro mette in scena cappotti dal taglio decisamente maschile, anche con colli asimmetrici di pelliccia intarsiata. Montoni impalpabili al tatto, come cachemere.Maglie dalla vestibilità over, ricamate a mano in trame inedite. Gonne lunghe e ampie in tulle, organza o intarsiate per unire tartan e valenciennes. Abiti bon ton con intarsi su pizzo chantilly e raso. Tartan punk-rock, con intarsi patchwork di pizzi per abiti e gonne, oppure in fantasie accese sui tailleur. Scarpe, guanti e cinture d’argento. Nel finale, prendono forma sugli abiti da sera rouches d’organza all’uncinetto, dal savoir faire autenticamente couture.

SIMONETTA RAVIZZA

Nel segno di Simonetta Ravizza, una palette energetica e vitale. Via dall’ovvio, si al comfort e ad un design di forte tendenza. Un carattere ero, un piglio sicuro, la donna che ispira la collezione Autunno Inverno 2018 di Ravizza non ha bisogno di sedurre, è Natural born glam. Reiventa il suo styling attraverso un tocco personale, assolutamente giovane e trendy. La vera di erenza è: how to wear it. Una allure anticonvenzionale mescola maculato e sportswear, denim e zibellino, vinile e mongolia. Cristalli brillanti aggiungono tocchi di luce. Gli anni ‘80 ritornano di nuovo reinterpretati con l’energia dei colori brillanti, quasi uo. Un colletto di visone fuchsia; un cap in pelliccia rosso vermiglio; una bordatura giallo limone - che si può aggiungere o togliere al cappotto bon-ton in ponyskin stampato tigre con una semplice zip, si trasforma a seconda dell’umore o dell’uso. E a tracolla, sempre l’irrinunciabile Furrissima, l’iconica sac bag, che accompagna il leisure & work time metropolitano. Sulla bandoliera dell’accessorio cult Simonetta Ravizza, un nuovo messaggio: Kiss Me Once. Minigonne e leggings aiutano a mantenere un passo veloce; le sovrapposizioni di volumi, lunghezze e pesi diversi sono allo stesso tempo stylish e pratiche. La lunga vestaglia in denim militare foderata in pelliccia è portata sotto un bomber in volpe; lo spolverino in vernice nera trapuntata si accompagna a un giaccone in visone orizzontale nella stessa tinta. Con disinvoltura. E sempre una camicia in croccante poplin, perfetta sotto i cappotti maschili di linea allungata in Principe di Galles o a quadretti Vichy, dai grandi revers bordati in visone colorato. Allegri e chic. E i tacchi alti in ponyskin maculato stanno a dire che per la donna Simonetta Ravizza, sedurre è un gioco divertente. Come la moda.

LAURA BIAGIOTTI

Al Piccolo Teatro palcoscenico e passarella si fondono per lo show Biagiotti. La giovane Lavinia fa un capolavoro. Pesca dalla tradizione della maison, ma la reinterpreta in chiave moderna. Un’espolosione di entusiasmo, giovinezza e amore per una passerella che vince e convince. Bianco Biagiottinel segno della treccia, dipinta a mano con chiaroscuri, o trompe-l’oeil con un’indeita illusione ottica nella stampa realizzata in 3D per cappotti ddi panno, abiti flittuanti e camicie in chiffon. Il nuovo cult è la ragnatela di cashmere, impalpabile, con pezzi sovrapponibili e intercambiabili, facili e leggeri. Tessuti brit rieditati con pietre e borchie intarsiate, disegni micro e macro, panno ultrasoft e cappotti definiscono il guardaroba della working woman. Colori speziato e naturali: ruggine, vetdine, senape e cammello.

ELISABETTA FRANCHI

La moda degli anni ’70 ha segnato un decennio di grandi rivoluzioni; erano gli anni in cui le donne gridavano il proprio potere attraverso le manifestazioni, la minigonna, la ribellione. Quando forza e determinazione si esprimono con una risata, si fa strada la donna simbolo di questa collezione. Una femminilità messa in risalto da spontaneità, sagacia e ironia, che sa essere se stessa, consapevole che l’umorismo è la sua vera potenza, girando a testa alta nel mondo tutto al maschile in cui si trova. È Monica Vitti a incarnare lo spirito di questa collezione. In lei convergono carisma, grande fascino e un’intelligenza viva, capace di parlare con leggerezza lasciando trapelare una profondità di spirito che le è propria. Ricca di una bellezza che non basta per raccontarla, in questa collezione Elisabetta Franchi vede affermarsi questa musa, simbolo moderno di autenticità come unica espressione di sé. Una palette vivace e variegata è il punto forte della collezione: un’esplosione di colori ricchi crea combinazioni di grande impatto su abiti e accessori. La corposa consistenza del gianduia domina gli accessori di gusto seventies, mentre il soffice candore delle nuance zucchero filato si mescola a toni decisi come mosto, pavone e petrolio, riversandosi nelle lunghezze di abiti e pantaloni a palazzo.

L’ultima giornata vede in scena Ricostru, Ujoh e Atsushi Nakashima.

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