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The Milan Show-Biz
Milan Fashion Week 2018: da Gucci a Moschino, il meglio della 2° giornata
Per affaritaliani.it l’inviata speciale Krystel Lowell 

La giornata è iniziata con tre giovani talenti: Albino Teodoro, Lucio Vannotti e Arthur Arbesser.

Albino Teodoro ha puntato su minimalismo e struttura per una collezione che si ispira agli studi passati in architettura. La silhouette è impreziosita di tessuti pregiati come il broccato con fili ricamati oro e viola o la seta, che alleggerisce long skirt con tasche alla francese. Domina il concetto di asimmetria.

Il raffinato Lucio Vanotti ha fatto sfilare una donna pulita ed essenziale, dissezionando divise ed esaltanto i colori.

Arthur Arbesser si rifà a Koloman Moser secondo il quale “L’essenzialità non sta nell’omissione, ma nella sintesi”. Il creativo austriaco rivede in chiave più matura le proprie origini. Gli abiti diventano un pretesto per sottolineare una visione senza tempo, svincolata dal passare delle tendenze e delle stagioni. Arbesser si ispira alla filosofia di Moser, alla sua volontà di seguire e chiudere il cerchio della quotidianità in tutti i suoi aspetti estetici.

Nella seconda giornata di sfilate Gucci mette in scena scena un inquietante show: una sala operatoria, con tanto di lettini da intervento chirurgico e luci livide. Non mancano poi teste mozzate clonate e esseri soprannaturali. Draghi e creature misteriose. Camaleonti, serpenti, e maschere cyborg a fare da cornice. Si parte dalla scenografia. Fredda, asettica, suggestiva. E' una sala operatoria con tanto di sedie della sala d'aspetto di un ospedale, pareti verdi in pvc, lampade led e uscite anti incendio. Senza temere di dare libero sfogo alla propria creatività, Michele prende ispirazione da Manifesto Cyborg. In passerella il Gucci by Michele è un caleidoscopio di personalità: felpe con la scritta 'Paramount' si alternano a turbanti sikh e passamontagna, le frange rubano la scena a volant, stampe teatrali si accompagnano a uniformi, corna da fauno e omaggi a pellicole cult come 'Faster, Pussycat, Kill! Kill!' Il bazaar sacro e profano firmato Gucci muta forma di stagione in stagione, senza perdere però un briciolo della propria grammatica di stile.

Parata di top da Alberta Ferretti: Kaia Gerber, Gigi e Bella Hadid, si esibiscono tra borchie, denim e trasparenze. Su tutti domina l’installazione in alluminio “Gravity” dell'artista Lorenzo Quinn, figlio del divo Anthony. Tanto nero, oro, abbondanti e avvolgenti volumi eighties, richiami all’Argentina. Cintura in vita, contrasti iridescenti sui long dress in jersey, mood anni '80 e tessuti jacquard.

A chiudere la giornata ecco le hostess da mille colori di Moschino in un ambiente extraterrestre da Area51 in Nevada. La donna di Jeremy Scott è ”Troppo perfetta per essere terrestre, forse è un’extra terrestre”. Etichette di farmaci stampate negli abiti pop per ricordare l’uso eccessivo delle medicine nei nostri tempi.

Oggi scenderanno sul catwalk Max Mara, Genny, Luisa Beccaria, Fendi, Les Copains, Anteprima, Emilio Pucci, Vivetta, Erika Cavallini, Christian Pellizzari, Daniela Gregis, Daizy Shely. A chiudere la giornata, alle 20, Prada, che sfilerà nella nuova torre disegnata da Rem Koolhaas per la Fondazione.

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