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Milano Moda, l'intervista a Mattia Ferrari: l'art director dei top brands

Krystel Lowell ha incontrato per Affaritaliani.it il giovane  Mattia Ferrari, Direttore Creativo di numerosi e blasonati brands di moda. Una carriera esplosiva che lo pone tra le stelle del settore.

 

Mattia, Che cos’è la figura dell’art director?
Nella moda l’art director e’ una figura molto importante, anche se poco conosciuta negli ambienti esterni ad essa. L’art director interpreta l’identità di un brand o di un tema editoriale e lo trasmette al pubblico attraverso una sua idea, un’immagine personale di creatività, sempre rispettando il dna del soggetto di partenza.  L’art director definisce la storia che verrà raccontata attraverso video, immagini o audio. Delinea la sequenza cronologica del progetto. 

La storia viene approvata dal brand o magazine in questione, quindi il passo successivo è’ quello di fare da collante tra tutte le figure indispensabili sul set, come fotografo, video-maker, trucco, parrucco, stylist,... e assicurarsi attraverso un’accurata direzione che il risultato finale sia esattamente come la prima bozza su carta, presentata ain fase iniziale. 

 

Chi ti ha inspirato nella tua carriera? 
Ho sempre amato il mondo della moda. L’ho sempre sentito dentro fin da piccolo. A 5 anni facevo da stylist a mia madre, compravo i giornali per vedere i look di Sanremo, a scuola disegnavo scarpe e vestiti in continuazione. Ho sempre apprezzato il bello e tutto ciò che riguarda l’estetica. Tutt’ora mi piace circondarmi di tutto ciò che è bello. Non ci sono state realmente persone ad ispirarmi nella mia carriera, ma direi esperienze, viaggi. A 16 sono andato a Los Angeles da solo per la prima volta. Poi mi sono trasferito a New York a 18, poi Londra, ora Milano... tutti questi viaggi mi hanno aiutato a trovare me stesso e a capire nel corso del tempo cosa davvero volevo fare nella vita.

 

Quanto pesano le critiche sul tuo lavoro?
Amo le critiche. I complimenti li sanno fare tutti. Io sono molto critico con me stesso, è difficile che mi accontenti di un mio progetto. Alle volte forse dovrei, ma pensò già a cosa fare dopo, più in là, nel futuro e come a migliorare. Alcuni dicono sia la mia fortuna altri dicono sia uno svantaggio. Accetto le critiche e ne faccio tesoro. Mi fanno crescere, migliorare e imparare. L’importante è saper scindere le critiche costruttive da quelle dettate da invidia e gelosia. 

 

Cosa ne pensi del mondo digital e che impatto avrà sul futuro?
Il mondo digital e’ magico quanto pericoloso. Crea pressioni all’individuo che una volta non esistevano. Tutto è’ veloce, tutto è’ subito, tutto è’ già visto. 

 Se pensi che una volta le riviste di settembre erano le più attese perché solo pochi erano invitati ad ammirare i trend invernali alle sfilate, tutti gli altri dovevano aspettare questo mese per sapere cosa proponeva l’autunno/inverno successivo. Ora vedi le collezioni attraverso i profili Instagram delle modelle che pubblicano prima di sfilare in passerella. 

Un’altra pressione del digital è il fatto che tutto deve essere perfetto e di grande performance per quanto riguarda likes e commenti ad esempio, le persone su Instagram possono commentare istantaneamente da tutto il mondo e la difficoltà è’ di far sempre attenzione a non offendere etnie o culture perché la sensibilità è’ aumentata. Quello che vedevi una volta solo in Italia e non arrivava con così grande impatto e velocità dall’altro lato del mondo, ora invece è’ istantaneo quindi è’ aumentata la sensibilità della percezione dei contenuti. 

L’era del digital sicuramente durerà ancora molto a mio avviso e come tutte le cose ha i suoi pro e i suoi contro. Permette a persone di connettersi dopo anni da un lato all’altro del mondo, garantisce delle certezze economiche ad aziende attraverso elaborate analisi orizzontali di mercato, intrattiene i viewers e li permette di interagire e acquistare al momento. Io la trovo un’evoluzione della comunicazione come lo è’ stata la Tv all’epoca. Come giusto che sia, il mondo va avanti e ci si evolve, ci saranno sempre delle cose positive e altre negative in un processo evolutivo.

 

Quando e come hai iniziato a fare questo lavoro? 
Tre anni fa per gioco. Ero in un periodo di transizione, sapevo che volevo lavorare nella moda ma non avevo ancora trovato la chiave di letture della mia passione. Prima di ciò ho provato altro, ma non mi sentivo soddisfatto.

Mi sono preso dei momenti di riflessione e ho cercato di raggruppare mentalmente tutte le persone che avevo conosciuto fino a quel momento nel mondo della moda e a capire come poter essere influente nelle loro professioni, pur sempre facendo qualcosa che mi appassionasse. Così ho pensato di iniziare a fare dei moodboard, delle presentazioni e farle vedere ad amici ( ora quando li guardò sono davvero brutti hahah ) fino a che mi fu commissionata una campagna digital da Bulgari dove creai una storia con la mia cara amica jasmine sanders.(@golden_barbie) 

 

Quali diffficoltà/ostacoli hai trovato? 
Mille. E non sono finite. Come in tutti gli ambienti ci sono gli squali, nel mondo della moda ci sono anche i piranha e le balene. Haha.

La cosa che ho imparato e’ di circondarmi di persone buone e contente della loro vita e del proprio lavoro, risolte le chiamo io. Ho eliminato quegli elementi irrisolti che avevo attorno e ho visto un buon miglioramento. L’atmosfera e l’energia delle persone con cui ti circondi e’ molto importante, a prescindere dal campo lavorativo. 

Io mi sento fortunato perché ora ho 26 anni, ho fatto dei sacrifici, ma sono felice del mio lavoro e di quello che sto facendo, ho una famiglia meravigliosa e non posso lamentarmi di nulla. Di ostacoli ce ne saranno sempre ma e’ anche divertente trovare i modi di superarli. 

 

La cosa che ti piace di più del tuo lavoro?
Il costante bisogno di creatività. Io non mi fermo mai di pensare. Alle volte mi sono venute delle idee guardando un foglio di carta bianco, o vedendo una signora con una sciarpa rossa che attraversa la strada. Mi piace il fatto di non avere degli schemi da seguire e poter spaziare nella mia fantasia come voglio e creare, creare e creare. Se tu ci pensi è’ pazzesco che possiamo realizzare concretamente un pensiero. Un pensiero astratto può’ diventare un contenuto marketing che muove delle vendite e produce un beneficio ad un’azienda. 

 

Qualè è la tua definizione di creatività?
La creatività e’ indefinita, e’ magia! La creatività e’ un’espressione d’arte. Ogni persona è’ dotata di creatività e la può sviluppare in diversi modi e temi. Come dicevo prima, per me tutto è’ possibile e realizzabile attraverso la creatività. Racconti storie, esperimenti nuovi aspetti di te stesso, conosci i tuoi limiti e li fai diventare non limiti. La creatività e’ una carta che abbiamo in tasca che ci permette di presentarci davanti ad ogni cassiere e poter pagare illimitati conti. Tutto parte dall’idea. Nel 2018 dove tutto è’ stato creato, devi usare la creatività per produrre idee nuove che ti permettono di sopravvivere alla nostra era.

 

Come hai imparato a gestire e bilanciare la vita reale con il mondo delle celebrities? 
E’ esattamente lo stesso mondo per tutti. Io con le celebrities ci lavoro e con alcune sono molto amico con altre ho rapporti standard. Sono persone che hanno una vita normale. La maggior parte di loro hanno bisogno di alimentare il loro ego per delle mancanze di attenzioni in età adolescenziale. Come me! Quindi credo sia proprio per questo che creiamo subito un’empatia.

Con quali brand lavori ? 

Il mio primo lavoro e’ stato con Bulgari, poi ho collaborato cn  Casadei, Zadig et Voltaire e Vogue Parigi. E da lì poi sono iniziate ad arrivare diverse proposte come Ermanno Scervino, H&M, Moschino, Versace, Chopard, inoltre ho collaborato con molti magazine come Vogue Giappone, Vogue Mexico, Vogue Italia, Vogue Arabia,...

 

I progetti a cui sei più affezionato?
Ermanno Scervino girato con Lottie Moss, la sorella di Kate. Per me Lottie e’ una persona speciale, ci siamo conosciuti quando lei era timida agli inizi della sua carriera e le voglio molto bene e sono contento di quello che sta facendo. La campagna digital di Ermanno Scervino l’abbiamo girata a Venezia, durante il Festival del cinema. Abbiamo realizzato davvero un bel video, ha avuto tutti feedback positivi, alcuni hanno detto “cinematico”, mi ha fatto molto piacere. Lottie indossava lo stesso vestito con cui ha presenziato sul red carpet. Uno strapless custom made rosa acceso. Meraviglia!

 

Un consiglio che dai ai tuoi coetanei ( o anche più grandi dato che sei giovanissimo)?
Non accettare mai no come risposta. Essere sempre sul pezzo e inventarsi cose nuove ogni giorno. Nella nostra era devi individuare la tua passione, allegarci i tuoi punti di forza e capire come sfruttarli giorno per giorno in maniera da fare un passo in avanti costantemente. 

Io credo che i miei coetanei che si lamentano perché non trovano lavoro, siano solo pigri e comodi. Se si vuole con l’era digital si può fare tutto, in questo periodo storico si può creare e comunicare ciò che si vuole, bisogna avere molta forza di volontà. Il lavoro non bussa alla porta, bisogna inseguirlo. Costa fatica. Mia mia mamma mi ha sempre detto che nessuno ti regala niente!

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