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Milano 2046: laboratorio di progettazione per il futuro della città
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Milano 2046: a Palazzo Marino lanciato il laboratorio


Come sara' Milano nel 2046? A questa domanda, con una chiara intenzione di "progettazione", cerca di rispondere il laboratorio lanciato questa mattina a Palazzo Marino, sede del Municipio, "Milano 2046". Il ruolo del comitato, composto da studiosi, esperti e figure politiche, e' quello di realizzare ricerche e incontri per far incontrare visioni del futuro e "lasciare alle generazioni a venire il raccolto di quello che e' stato seminato oggi e durante queste amministrazioni".

A presentare il programma Lamberto Bertole', presidente del consiglio comunale milanese, insieme all'ex ministro del lavoro Eugenio Giovannini. "Il futuro non va immaginato ma progettato" e' il motto dell'iniziativa, che segue quella di altre citta' europee - come Amsterdam, Berlino, Parigi ed Helsinki - che hanno dato vita a indagini "prospettiche di lungo termine" per inserire la progettazione in un quadro di "condivisione". Il punto di partenza e' infatti una ricerca operata con il metodo Delphi (un quadro di indirizzo internazionale) coinvolgendo un ampio campione rappresentativo di "cittadinanza, esperti e portatori di interesse". Fra i problemi dell'oggi, riscontrati nella survey, il "presentismo" e la "digifrenia": due parole nuove che indicano l'eccessiva concentrazione sul presente e la frenesia causata dall'accesso continuo al mondo digitale. L'intento invece e' quello di "valutare nel corso del tempo consensi e dissensi" rispetto alle proposte che prenderanno via via piede.

Coesione sociale, cultura, tutela dell'ambiente, qualita' della vita personale e pubblica dei cittadini, interazione sociale, sono i principi ispiratori del'iniziativa. A fare da quadro unificante c'e' il Bes, il "Benessere equo e sostenibile", che dal 2016 affianca il Pil nel bilancio dello stato e consente di rendere misurabile la qualita' della vita e valutare l'effetto delle politiche pubbliche su alcune dimensioni sociali fondamentali. Ad esempio, fra gli indicatori son presenti concetti come la migrazione, il rapporto fra generazioni nel ciclo della vita, la diffusione e l'accesso alla cultura, la qualita' dell'ambiente e l'accesso ai servizi. Per declinare il Bes in chiave comunale, a Milano - prima citta' in Italia a progettare il suo futuro in base a questi indicatori - il gruppo di lavoro avra' 18 mesi di tempo. Su questo punto si e' concentrato l'intervento dell'ex ministro Giovannini: "Il mondo sta andando in questa direzione. Tutti i grandi ormai concordano sul fatto che lo sviluppo cosi' com'e' non e' sostenibile socialmente ed economicamente, ma anche dal punto di vista delle istituzioni".

Nel board di esperti figurano anche Carlo Sini (filosofo), Alessandro Rosina (demografo e statistico dell'Universita' Cattolica), Francois de Brabant (esperto di innovazione e sviluppo), Ruggero Lensi (esperto di qualita' dei servizi), Chiara Saraceno (sociologa), Sergio Giorgi (esperto di welfare ed economia), Silvia Ivaldi (psicologa del lavoro), Francesca Berte' (esperta di scenari sociali), Carlo Lopedote (direttore dell'area servizi della Presidenza del consiglio comunale milanese) e Giuseppe Monforte (esperto di disagio giovanile).

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