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Milano
Milano, Cgil: “Tempi cambiati, nessun nostro candidato ufficiale”
Massimo Bonini

di Fabio Massa

Massimo Bonini è il segretario in carica della Camera del Lavoro di Milano. Arrivato dal terziario dopo una fase di grande turbolenza, di lui dicono che è “un renziano”: “Macché. Io non sto nei recinti. Rispetto all’articolo di Affaritaliani.it sulle elezioni dico che non c’è più l’atteggiamento tradizionale del sindacato che presenta un suo candidato nelle liste…” L’INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT

Segretario Bonini, in un articolo di Affari si afferma che la Cgil è più distante dalla politica partitica. E quindi, segnatamente, dal Pd.
E’ una distanza che però non si traduce in una non attenzione o in una mancanza di rapporto con la politica. Diciamo che è vero che non c’è più l’atteggiamento tradizionale che era quello di candidare qualche figura in qualche lista elettorale. Non lo ritengo utile e corretto perché oggi siamo in un momento critico tra il sindacato e la politica. Non ci sono mai stati così tanti sindacalisti in Parlamento e in cambio abbiamo avuto il jobs act Abbiamo preferito di più osservare e tentare di interloquire con i candidati sindaci di Milano.

Ma qualche momento di confronto lo state organizzando oppure no?
Avremo un momento specifico di confronto. Forse, se riusciamo a organizzarlo, prima del primo turno. Dovrebbe essere un momento di confronto con le tre sigle sindacali.

Chi incontrerete?
I quattro candidati principali: Beppe Sala, Basilio Rizzo, Stefano Parisi e Gianluca Corrado.

Lei ha incontrato questi candidati?
Io con Sala ho un rapporto che arriva da Expo e lo conosco già. Ci sono state delle iniziative, in queste settimane, con alcuni dei candidati, con alcune categorie. In queste settimane qualcosa si è mosso.

Parisi l’ha visto?
L’ho incontrato al congresso delle Acli, e lo incontrerò ancora settimana prossima a un momento dei Trasporti. Ho avuto anche una veloce interlocuzione con Basilio Rizzo, mentre con il Movimento 5 Stelle non abbiamo avuto ancora modo di conoscerci.

E’ vero che lei è un renziano?
E’ una delle tante etichette che mi hanno sempre appiccicato. Sono uno che fa le cose rispetto al merito delle cose, non per stereotipi. Sul merito, in certe occasioni posso avere una posizione che non è proprio coerente con le aree di maggioranza o minoranza, e viceversa. Cerco di discutere senza conformismo nel merito.

Esiste un candidato che proviene dal sindacato?
Ci può essere qualcosa che proviene dal nostro mondo. Siamo un mondo grande, quindi qualche delegato si è candidato in qualche lista e per le nostre regole si deve dimettere dagli organismi dirigenti. Qualche altro collega l’ha fatto. Tutto fatto a titolo individuale. Non c’è più, come una volta, la Cgil che è andata dai partiti a chiedere di inserire qualche componente suo in lista.

Dicono che da quando è arrivato è iniziata la rottamazione, in Cgil.
Io non ho mai ragionato in termini di rottamazione. Io vengo da una categoria, quella del terziario e del commercio, che per sua cultura ha avviato da tempo una politica di rinnovamento, anagrafico e di rotazione dei quadri. Io in quella segreteria avevo sei componenti, tre over 50 e tre under 50. Io credo in questo mix di esperienze. Al di là dei numeri, è chiaro che qui qualche elemento di rinnovamento anagrafico lo faremo e l’abbiamo già fatto. Ma tranquillizzo tutti: non stravolgerò nulla.

@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it

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