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Milano, Corona picchiato e derubato nel boschetto della droga di Rogoredo
foto: da Instagram

Milano, Fabrizio Corona picchiato e derubato nel boschetto della droga

Fabrizio Corona vittima di una aggressione al boschetto della droga di Rogoredo a Milano? A denunciare i fatti, uno dei collaboratori dell'ex agente fotografico dei vip, Luca Cerchioni, che con una storia su Instagram ha spiegato come il gruppo sia stato pestato e derubato: "A Fabrizio hanno preso i documenti e il telefono, ci hanno aggredito con le mani, con i bastoni, con i cani". Come riferisce MilanoToday, Corona e il suo team si sono recati nella serata di ieri nella degradata area milanese con una telecamera nascosta, con l'intento di girare un servizio da destinare ad una televisione. Riconosciuti da alcuni frequentatori del boschetto, sarebbero quindi stati aggrediti. Sul posto una ambulanza ed una automedica, Corona è stato medicato sul posto ma non avrebbe subito gravi conseguenze fisiche, rifiutando di essere portato in ospedale.

Indagano i carabinieri, che avrebbero trovato Corona  intorno alle 22 e 30 agitato e a torso nudo. L'ex re dei paparazzi ha un orario di rientro a casa previsto alle 23 in base alle prescrizioni impartite dal Tribunale della Sorveglianza di Milano nell'ambito dell'affidamento terapeutico a cui e' sottoposto e che pochi giorni fa gli e' stato confermato dai giudici.

"Stasera mi sono recato nel Bosco della droga di Rogoredo, patria nazionale dello spaccio Italiano dove anche la polizia si rifiuta di entrare". Con queste parole in un post su Instagram, Fabrizio Corona, descrive la sua disavventura al boschetto di Rogoredo, nota piazza di spaccio. Il post e' corredato da una foto dell'ex re dei paparazzi in ambulanza, coperto con un telo termico e segnato con l'ora: 22:47. Poco prima, stando al suo racconto, sarebbe stato aggredito, mentre con una troupe girava un servizio tv con telecamera e microfoni nascosti. In base alla ricostruzione dei carabinieri (l'indagine e' in mano alla compagnia di zona Romana) e' stato lo stesso fotografo a richiamare l'attenzione di una pattuglia del Radiomobile che passava dal boschetto raccontando di essere stato aggredito. I militari non avrebbero comunque riscontrato segni di colluttazione, se non qualche graffio, e il 44enne non ha al momento sporto denuncia.

Alcuni frequentatori del boschetto, questa mattina, raccontano che il fotografo si sarebbe addentrato insieme ad un'altra persona in una zona buia e, una volta scoperto che aveva addosso delle telecamere, sia stato insultato e invitato ad andare via. Corona - che in base alle restrizioni di liberta' a cui e' sottoposto, alle 23 avrebbe dovuto rincasare - era in compagnia di altri 5 uomini, operatori della troupe, che risultano illesi. "Mentre le uniche inchieste sono state fatte di giorno da giornalisti accompagnati da polizia di scorta a circondare la zona, io mi sono recato li' da solo con un operatore e un fonico per raccontare il parallelismo della mia tossicodipendenza e quella che colpisce L'Italia e la povera gente che vede uno Stato inerme e una polizia disinteressata" prosegue il fotografo su Instagram. "Tutto fatto solo per raccontare come ho sempre fatto in modo oggettivo la realta'" aggiunge, dedicando un pensiero al figlio: "Ora in questo momento ringrazio Dio per aver protetto mio figlio Carlos Maria".

Blitz dei carabinieri all'alba di oggi

Ed è in corso dalle prime ore di questa mattina un blitz dei carabinieri al cosiddetto "boschetto" della droga di Rogoredo, alla periferia di Milano. Molti gli uomini dell'Arma impiegati nell'operazione con l'ausilio di un elicottero e dei droni. Il controllo era stato programmato da tempo nell'ambito del progetto sottoscritto da forze dell'ordine e Comune con la prefettura, che prevede operazioni settimanali a tappeto per la bonifica dell'area. Diverse le capanne di lamiera e plastica che sono state trovate nella zona, rifugi di fortuna usati da tossicodipendenti e spacciatori. In una di queste i carabinieri hanno trovato un cane abbandonato e provato dal freddo: lo hanno quindi portato in salvo e sara' poi dato in adozione.

De Corato: "Telecamere e recinzioni a Rogoredo per combattere lo spaccio"

"Se si vuole risolvere definitivamente il problema dello spaccio e del degrado all'interno del boschetto di Rogoredo, l'unica strada da percorrere è quella dell'installazione di telecamere di videosorveglianza". Così l'assessore regionale alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia Locale Riccardo De Corato. "In passato - ha spiegato l'assessore - il problema legato allo spaccio e al consumo di sostanze stupefacenti all'interno di parchi e aree verdi era stato risolto recintando, ove possibile, e videosorvegliando tutta l'area, anche attraverso torrette di controllo posizionate all'interno della stessa".

"Il parco delle Cave - ha continuato - il più grande parco urbano d'Italia con circa 135 ettari, venendo a un esempio concreto, è stato tolto dalle mani di spacciatori e tossicodipendenti grazie all'installazione del sistema di videosorveglianza e di una torretta con monitor di controllo. Così come i parchi Sempione, delle Basiliche e Alessandrini dispongono di recinzione e videosorveglianza". "Per affrontare seriamente la problematica di Rogoredo - ha affermato l'assessore regionale - come è stato fatto nei casi appena citati, l'unica strada da seguire è recintare e videosorvegliare l'area. E non credo ci siano grandi difficoltà logistiche, trattandosi di soli 43 ettari. Continuando con questi blitz, infatti, si rischia solo di perdere credibilità di fronte ai residenti". "La Regione Lombardia - ha concluso De Corato - attende la sottoscrizione del Patto sulla sicurezza con il Ministero dell'Interno: l'obiettivo è che in questo documento venga previsto anche il posizionamento di telecamere all'interno del boschetto di Rogoredo".

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