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Milano Cortina, Sertori: "Bob, lavorando insieme la soluzione si trova"
Massimo Sertori

Milano Cortina, Sertori: "Bob, lavorando con spirito olimpico la soluzione si trova"

Continuano le valutazioni sulla costruzione della pista da bob per le Olimpiadi del 2026 dopo lo stop del governo all'impianto di Cortina.  "Comprendo la delusione dell'amico Luca Zaia ma sono convinto che se ne parliamo insieme una situazione la troviamo" spiega Massimo Sertori, assessore della Regione Lombardia alla Montagna, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. "Se ognuno di noi va sui giornali a raccontare la sua storia diventa complicato" aggiunge Sertori che invita tutti a mettere da parte le polemiche e a lavorare con "spirito olimpico". Anche perché "i tempi incalzano. Nel 2026 saremo pronti ma non possiamo più camminare né fare i maratoneti: serve correre".

Sertori, oltre a Cortina si valuta Torino ma anche piste estere. La soluzione migliore?

È giusto fare quello che sta facendo la fondazione, analizzando gli aspetti negativi e positivi di tutte le possibilità. Io credo che, per esempio, la pista di St. Moritz, già ben collegata con i nostri territori, possa avere dei vantaggi ma penso che nel giro di un mese avremo un'idea più chiara e riusciremo a fare una scelta definitiva.

Il Piemonte spinge per coinvolgere l'impianto di Cesana Torinese...

Penso sia giusto esplorare anche questa possibilità ma bisogna avere certezze sui tempi di realizzazione. E capire anche quale futuro ci potrebbe essere per questa pista, che è ferma da dieci anni. Una volta bloccata l'ipotesi Cortina, è normale provare a trovare una soluzione alternativa in Italia. Ma se non è possibile vanno valutate tutte le opzioni, perché non possiamo più permetterci di sbagliare.

C'è chi dice, però, che senza Cortina viene meno una delle località portanti della candidatura.

Ma anche se si chiamano Milano-Cortina, queste sono Olimpiadi diffuse e sostenibili, che coinvolgono più Regioni. Non a caso nelle ripartizioni si parla sempre di area lombarda e area dolomitica: non è solo un tema di Cortina, che ha ancora lo sci femminile. Per esempio la maggior parte della paralimpiadi si svolgerà nell'area dolomitica. Io sono convinto che se con Fontana e Zaia, e naturalmente sono disponibile anche io, ci troviamo tutti davanti a un piatto di pizzoccheri fuori dai riflettori una soluzione la troviamo…

Zaia aveva subito chiesto una rimodulazione delle discipline...

Lo spirito con cui dobbiamo muoverci deve essere davvero quello olimpico. Per questo la cosa che mi sento di dire a Zaia, che stimo moltissimo per le sue capacità amministrative e politiche, ma anche a me stesso, è che forse sarebbe meglio che ci parlassimo prima tra di noi, invece di sentire la fondazione, il Coni, il Cio, le radio e le Tv. Fino ad ora non abbiamo scherzato. C'è stato un riparto delle varie discipline e sulla base di questo sono stati messi in pista anche investimenti in termini economici, di tempo e di progettualità oltre che di rapporti con gli enti locali. Non possiamo rifare tutto, visto che i tempi sono incalzanti. Questo è un treno in corsa e faccio fatica a pensare di fermarlo perché c'è stato un problema. Mi faccia dire anche un'altra cosa.

Prego.

Come Regione Lombardia non ci siamo limitati soltanto a recepire i finanziamenti statali, ma abbiamo messo in campo oltre 500 milioni di euro per le opere, calibrate sulle discipline assegnate. Non partiamo da una lavagna bianca. Fin dall'inizio abbiamo puntato sul fatto che queste sono Olimpiadi sostenibili e abbiamo cercato di valorizzare quello che già c'era. E infatti per lo sci alpino maschile è stata scelta la pista Stelvio di Bormio che è la più ambita per gli atleti, nonché un mito per tutti gli sportivi. Il governatore Zaia dice che abbiamo vinto la candidatura perché c'era Cortina, vero, ma forse anche la presenza di questa pista leggendaria, ha influito non poco...

A proposito di paralimpiadi. Il Pd dice che c'è il rischio che finiscano tutte al Veneto come compensazione. Come risponde?

È bizzarro, perché nel Pd dimostrano di non sapere di cosa stanno parlando. In Lombardia abbiamo solo l'hockey sul ghiaccio come disciplina paralimpica, quindi non capisco perché dicono che vogliamo svendere una cosa che non c'è. Possono fare anche altre dieci interrogazioni parlamentari, ma forse prima sarebbe meglio che si informino bene su quello di cui parlano.

Ma si arriverà al 2026 con tutte le opere pronte?

Io sono convinto che arriveremo in tempo, ma dobbiamo avere tutti forza e capacità olimpica. Bisogna correre. Per quanto riguarda la parte sportiva sono meno preoccupato, qualche criticità c'è su quella infrastrutturale. Ma sono tutte opere individuate e finanziate che bisogna portare a conclusione. Vorrei che tutti, anche me stesso, entrassimo nel mood olimpionico in tutti sensi, anche per quanto riguarda lo spirito di collaborazione.

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