Milano, dibattito sugli scali alla Festa dell'Unità: "Prove di intesa"
Scali, queste aree "rappresentano un'opportunità per il futuro della città"
Il nuovo accordo sugli ex scali ferroviari "non sarà un 'copia incolla' dell'ottimo lavoro fatto dai miei predecessori, però si baserà su quello precedente". Così Pierfrancesco Maran durante il dibattito moderato da Fabio Massa (Affaritaliani.it - Milano) che si è tenuto alla festa dell'Unità ieri sera.
L'assessore comunale all'Urbanistica ha parlato della 'riqualificazione verde' durante il dibattito allo spazio dibattiti Altiero Spinelli dello scalo Romana nell'ambito della Festa dell'Unità. Se Maran apre alle modifiche e parla di più verde e housing sociale, tiepida è la risposta delle Ferrovie. Carlo De Vito, amministratore delegato di Fs-sistemi urbani, spiega che l'accordo precedente, quello che non è andato in porto durante l'amministrazione Pisapia, "era il punto limite per noi". Questo non vuol dire che non ci si siederà attorno a un tavolo per tentare di trovare un compromesso perché - ribadisce Maran -"vogliamo arrivare a una chiusura positiva dell'accordo entro un anno dall'inizio di questo mandato".
È una sala piena quella che accoglie i relatori. Oltre al padrone di casa Maran e a Carlo De Vito, ci sono la coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini, la presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto, il presidente di Investire sgr Carlo Cerami e il giornalista Fabio Massa. Ciò su cui tutti i relatori presenti - la consigliera comunale grillina Patrizia Bedori ha disertato l'incontro - sono d'accordo è la necessità di un maggiore coinvolgimento di tutti gli stake holders, a partire dai cittadini.
"Da parte nostra - esordisce Gelmini - non c'è la volontà di esercitare un'opposizione miope o pregiudiziale, vogliamo analizzare nel merito la proposta, ma ci auguriamo che ci sia il coinvolgimento del consiglio e delle commissioni comunali. Il metodo che si sceglie nel confrontarsi è una responsabilità della maggioranza, quella dell'opposizione è non dire solo no". Dunque, se - assicura la consigliera comunale - l'ostruzionismo sarà solo "l'estrema ratio", Gelmini rilancia l'idea della circle line, la metropolitana di superficie "che fluidificherebbe il traffico" e che era stata già parte del programma elettorale di Stefano Parisi. Molto più dura, invece, l'opinione di Meggetto che, sollecitata da Massa secondo cui "si dice sempre che il verde è di sinistra e il cemento è di destra", risponde che "il verde a volte non è di nessuno, mentre è stato dimostrato che il cemento è anche di sinistra".
A lei risponde l'avvocato Cerami che riconosce a Ferrovie il merito di aver fatto il massimo sforzo con l'accordo precedente. Secondo lui, infatti, "il punto di mediazione che era stato raggiunto con Ferrovie difficilmente sarebbe stato replicabile con un interlocutore privato" perché "un accordo del genere un privato non lo potrebbe firmare perché non è economicamente sostenibile". Però se è vero che - come dice Maran - queste aree "rappresentano un'opportunità per il futuro della città", non si può lasciar perdere e l'impegno di tutti sta nella disponibilità a discutere: Maran assicura che "questo sarà un autunno in cui coinvolgeremo i cittadini e chi ha interesse per iniziare a ragionare", De Vito si è detto disponibile a modificare i contenuti dell'accordo, ma chiedendo "all'amministrazione di fare e fare bene" e Gelmini ha lasciato l'incontro ritenendosi soddisfatta per le "buone notizie ricevute" che riguardano la disponibilità a ridiscutere l'accordo e la promessa di coinvolgere tutti gli attori. Alla fine, dunque, solo un po' di rammarico per l'assenza di esponenti del movimento cinque stelle:"noi li abbiamo invitati - ha spiegato a Margine Maran - perché la festa dell'unità è la casa del partito democratico ma è un luogo di discussione aperto a tutte le forze politiche. Ci dispiace che non abbiano voluto accettare, ma siamo sicuri che troveremo altre formule di confronto anche perché se gli scali sono una sfida di tutta la città nessuna forza politica può chiamarsi fuori dicendo non voglio dibattere".