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Milano, dipendenti indagati: "Timore e sfiducia, ma il lavoro va avanti"

Milano, dipendenti indagati: "Timore e sfiducia, ma il lavoro va avanti"

"Il problema è che i dipendenti del Comune vengono indagati per aver applicato delle direttive dell'amministrazione". Amilcare Tosoni, segretario amministrativo della Cisl Funzione Pubblica Milano, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano parla così delle preoccupazioni dei dipendenti dell'assessorato all'Urbanistica di Milano dopo le indagini dalla Procura. "Noi stiamo tutelando i lavoratori facendogli stipulare delle polizze assicurative. Che ovviamente non coprono, nel caso, un dolo" aggiunge il sindacalista.

Dalla Cisl, inoltre, tengono a sottolineare anche che i dipendenti comunali stanno andando avanti con il lavoro nonostante il senso di smarrimento: "Anche se c'è timore e sfiducia, non c'è nessun blocco delle pratiche".

I dipendenti, come ha riportato il Corriere, hanno scritto una lettera al sindaco per chiedere di essere trasferiti.

Il trasferimento è una 'provocazione', un'azione eclatante per far emergere un problema che è di tutti. Il punto è che, se il trend è questo, arriveranno altri avvisi di garanzia. E poi c'è una questione economica. Un indagato deve prendere un legale. E un avvocato vuole essere retribuito subito. Magari vanno a lavorare per 1500 euro al mese e poi incappano in un processo che gli costa molti soldi solo per aver fatto quello che l'amministrazione chiedeva.

I lavoratori come stanno reagendo?

Noi li stiamo tutelando facendogli stipulare polizze assicurative. Ovviamente non pagano il dolo: nessuno copre un disonesto se sbaglia, ruba o è corrotto. Il Comune, occorre sottolinearlo, è solidale con i dipendenti. Ma parliamo sempre di lavoratori che applicano delle regole dell'amministrazione. Noi abbiamo questa polizza in essere da sempre. Solo che ci si accorge della necessità solo quando si incappa in un problema. Tra i nostri iscritti ora l'hanno stipulata tutti...

Cosa si aspettano adesso i lavoratori?

C'è preoccupazione e i dipendenti vorrebbero che fosse più manifesta la solidarietà del Comune. L'amministrazione deve fare, come sembra che farà, un atto di indirizzo e poi magari trovare un sollievo morale, ma anche economico, per queste persone e cercheremo di arrivare a una soluzione all'interno del contratto decentrato. Non vogliamo aprire un conflitto con l'amministrazione e neanche i lavoratori, che vogliono avere un conforto sul fatto che il Comune è solidale con loro. Negli atti l'amministrazione passa come parte lesa. Non è così ed è quello che l'assessore Tancredi è andato giustamente a spiegare al procuratore.

Incontri come quello possono aiutare a trovare una soluzione?

Questo è un processo alle regole. Solo che le regole non si possono processare, quelli che hanno applicato le regole sì. Ma non c'è dolo da parte dei dipendenti. Sembra che la Procura voglia cercare un dolo nelle regole però intanto così si mette in difficoltà chi le applica.

Serve subito stabilire delle regole chiare?

Stiamo mettendo in difficoltà tutto un settore. Possiamo solo auspicare che le regole siano certe. Se c'è qualcosa che non va nelle norme non può essere colpa del lavoratore. Queste questioni dovrebbero essere risolte in un altro livello. Magari potrebbe intervenire il Tribunale del lavoro a mettere in discussione le regole ma senza andare sul penale. E poi c'è anche un'altra questione da affrontare.

Ossia?

Cosa faranno adesso con tutto ciò che è in itinere? Dietro ci sono privati che hanno esigenze che si concretizzano in perdite o guadagni. Cosa applicano? Ciò che la Procura dice che è sbagliato? Va trovata subito una soluzione.








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