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Milano, i bilanci del Castello Sforzesco: guadagnano solo privati? I dati choc
Milano, il Castello Sforzesco

by Bruce Wayne (ex Cultural Wolf, ex Cultural Buddy Fox)

Ci siamo recentemente occupati del Castello Sforzesco e della sua, a nostro parere, scarsa valorizzazione rispetto invece al grande ruolo che potrebbe svolgere per la città e per tenerla viva anche la sera.

Nel corso della nostra ricerca ci siamo imbattuti anche nei conti economici relativi alla gestione di questo monumento ed in particolare da quelli relativi alle attività date in appalto. Parliamo di bookshop, percorsi speciali e visite didattiche: ossia quelle attività che essendo in mani di privati dovrebbero essere le più indicate per tenere vivo e attrattivo questo monumento.

Premessa di metodo: accedere ai conti del Castello é cosa complicatissima se non impossibile. Pensavamo, forse ingenuamente, che in quanto bene pubblico la trasparenza dei conti fosse cosa ovvia e quindi l'accesso ai dati relativamente facile. In verità per la trasparenza dei conti relativi alle attività date in appalto non decide solo la stazione appaltante (in questo caso il Castello Sforzesco) ma anche l'appaltatore, che davanti alla nostra richiesta si é opposto dichiarando che la divulgazione dei dati avrebbe potuto costituire un danno. Siamo certi che tutta questa procedura sia legittima ma tuttavia é altrettanto legittimo lo stupore di un cittadino che vorrebbe semplicemente sapere se un proprio bene è amministrato bene o male, soprattutto se parte dei suoi servizi sono gestiti da un soggetto terzo, privato, da quasi 20 anni.

Tuttavia siamo riusciti a risalire almeno al dato aggregato ossia a quanto il Castello incassa di royalty dalle visite guidate, bookshop e attività didattica. Considerando i numeri monstre dichiarati dal Comune in termini di visitatori, ci aspettavamo un lauto incasso da parte del Castello. Quando siamo arrivati alla riga di bilancio relativa, ecco che lo stupore é stato enorme. Il Castello per tutte le attività di visita guidata, didattica e bookshop incassa in royalty SOLO (solo) 80mila euro all'anno. Soldi, tanto per capirci, che non basterebbero neppure a pagare, a mero titolo di esempio, lo stipendio del suo storico direttore.

Ne deduciamo che o le società che hanno l'appalto non guadagnano nulla oppure la cifra corrisposta al Castello é bassissima. La risposta sta sempre nelle carte ed é la seconda. Le società che hanno l'appalto per le visite guidate, tra cui gli accessi in esclusiva alle Merlate e ai sotterranei, e la didattica versano al Castello, come previsto da Capitolato di Gara, tra il 2 e il 5% degli incassi. Nulla di male, intendiamoci. Non c'é nulla di male nel consentire ad una società che presta un buon servizio di fare profitti. Ma c'è da chiedersi: il ritorno per la collettività qual è? Queste aziende hanno mai investito parte delle ingenti somme che guadagnano per migliorare il servizio, incrementare i visitatori e apportare benefici al Castello? Si potrebbe e dovrebbe approfondire. Noi ci limitiamo a porre il quesito e a dire fin da subito che non sembrano ci siano stati cambiamenti degni di nota nel servizio e nei risultati. Come si diceva nella scorsa puntata, siti internet e i sistemi di booking e assistenza clienti sono assolutamente obsoleti, le attività quali le visite alle Merlate sono ridotte all'osso. Pubblicità delle iniziative proposte non se ne vedono. Particolari servizi alla clientela non ce ne sono. O quantomeno noi non ne vediamo e vorremmo tanto essere smentiti.

Dal Castello in su, siamo quindi al solito tema, la valorizzazione commerciale e imprenditoriale della Cultura che qui evidentemente manca. Qualche d'uno ci dirà che siamo persone votate solo al profitto e che la cultura é altro ma forse siamo solo degli ingenui che crediamo ancora che per poter funzionare, un'attività, di qualunque natura, debba avere più incassi che uscite ma il Castello, anche in questo caso, fa miracoli. Già: l'altro punto interessante che si evince dai dati a cui abbiamo avuto accesso é che il Castello ha un rosso di ben 4 milioni di euro all’anno. Dove il rosso è da intendersi come uscite non compensate da altro che non siano contribuzioni, e non a livello finale di bilancio, che è comunque in ordine (altrimenti il Comune interverrebbe). Detto questo, su un bilancio di 8 milioni circa le voci di ricavo da vendita (biglietti+affitto spazi+royalty) fanno poco più di 1 milione. Questo vuol dire che il Castello riceve ben 7 milioni di contributi vari. Forse c'è da approfondire. Certo non ci illudiamo che la salvezza economica deriverebbe dai servizi di visite guidate. Ma quando c'è il rosso, ogni cosa porta a contribuire per riportare i conti "in nero" sul bilancio.

Siamo convinti che l'impresa debba entrare nella cultura per contribuire a renderla maggiormente fruibile e in maniera migliore, e la buona impresa, a differenza di chi é capace solo di beneficiare di gentili concessioni, é in grado di mettere in campo investimenti che apportano benefici anche alla controparte. Auspichiamo una buona impresa capace di sposare il motto "rischio privato utile pubblico". Pensiamo anche che un' impresa di questo tipo, forse, non avrebbe timore a rendere pubblici i risultati. E anzi se ne vanterebbe.

 


PER APPROFONDIRE: Bilancio Area Soprintendenza Castello

 

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