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Milano, imam della moschea abusiva espulso dall'Italia

Milano, imam della moschea abusiva espulso dall'Italia

Anche un 50enne bengalese, presidente di una associazione culturale islamica di Milano che era di fatto una moschea, tra i cittadini espulsi dall'Italia con provvedimento emesso  dal ministro dell'Interno per motivi di ordine e sicurezza pubblica. L'uomo è stato imbarcato assieme ad altri su un volo per il rimpatrio.  Si tratta dell'imam della moschea abusiva  in via Zambelli, nel quartiere Dergano.

La pericolosità dell'imam, in particolare nei confronti delle donne

Nell'ambito della consueta attività di prevenzione e monitoraggio del fenomeno del radicalismo di matrice religiosa condotta dagli agenti della sezione antiterrorismo della Digos in stretta sinergia con l'ufficio immigrazione della questura milanese e, ulteriormente implementata a seguito dei fatti del 7 ottobre scorso, è emersa l'attenzione nei confronti del cittadino straniero già destinatario di avviso orale del questore di Milano e negli anni si è evidenziato di numerosi precedenti penali e di polizia indicativi di una non trascurabile pericolosità sociale, in particolare nei confronti di persone di sesso femminile.

L'imam della moschea abusiva e il servizio su Rete4: "Italiani di m..."

Il 50enne era stato recentemente oggetto di un servizio televisivo trasmesso nel corso di un noto talk show politico, nel corso del quale è stato fortemente stigmatizzato l'asserito clima di 'paura' dallo stesso causato tra gli abitanti del quartiere dove insiste il centro culturale islamico. Peraltro, nella circostanza, l'uomo aveva proferito frasi minatorie anche all'indirizzo della giornalista che stava realizzando il servizio. Il riferimento è al programma "Dritto e rovescio" di Rete 4. Il servizio era andato in onda a novembre e il 50enne gridava frasi come  "italiani di mer**", "vi taglio la gola", "vi ammazzo". Ed alla cronista: "Mettiamo un coltello sotto la tua gola".

Sardone (Lega): "Ora chiudere la moschea abusiva"

Dopo l'espulsione, l'eurodeputata e consigliera comunale della Lega Silvia Sardone ha chiesto al sindaco Giuseppe Sala di attivarsi "subito per chiudere il luogo di culto irregolare" dove "spadroneggiava" il bengalese di 50 anni rimpatriato dalla Polizia per motivi di ordine e sicurezza pubblica. "L'espulsione dell'imam della moschea abusiva di via Zambelli - afferma Sardone in un comunicato - è indice della pericolosità dell'islam radicale che prolifera nella nostra città, purtroppo nel silenzio dell'amministrazione comunale succube delle varie comunità musulmane che in spregio a ogni regola operano nella più totale illegalità". "Oltre a minacciare quotidianamente gli abitanti del quartiere - prosegue - questo soggetto ha numerosi precedenti penali e di polizia ed è socialmente pericoloso, in particolare nei confronti delle donne. A Milano, e in generale in Italia, non può esserci spazio per personaggi del genere. Pd e compagni aprano gli occhi prima che sia troppo tardi: tolleranza zero contro le moschee abusive".








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