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Milano
Milano, Scola va in pensione e lascia. I fedelissimi si riposizionano. Inside

Di Domenico Cameccia

E dunque siamo alla fine del mandato. Angelo Scola, l'arcivescovo di Milano, a novembre compirà 75 e come la legge della Chiesa richiede si dovrà dimettere. Ma per la successione ancora nulla è deciso: si è parlato della nomina dell'ex Custode di Terrasanta, padre Pierbattista Pizzaballa, al momento Amministratore apostolico di Gerusalemme (cioè una sorta di supplente); ma anche dell'attuale titolare della cabina di regia dei media vaticani, monsignor Dario Edoardo Viganò che però ha smentito le voci in merito. E poi si parla di una soluzione “in house” con la scelta possibile tra uno dei quattro Vescovi ausiliari della città. Ecco quelli in età di promozione: il Vicario generale Mario Delpini; Franco Maria Giuseppe Agnesi; il cappuccino Paolo Martinelli; Franco Maria Giuseppe Agnesi. Tutti con l'età giusta e la possibilità di rimpiazzare Scola: ma dovrà decidere il Papa.

E dopo? E dopo il cardinale si ritirerà probabilmente sulle rivede del Lario, magari nella sua natia Malgrate dove è venuto al mondo nel 1941. In una casetta magari sul Lungolago, dove potrà studiare, pregare, riposarsi e passeggiare insieme agli amici più intimi. È un buen retiro nel quale potrà ritemprarsi dopo le fatiche in 25 anni di episcopato: era il settembre 1991 quando divenne Vescovo di Grosseto, per poi passare nel 2002 al Patriarcato di Venezia e infine arrivare a Milano nel settembre 2011 al posto di Dionigi Tettamanzi. Un episcopato relativamente breve, forse non in grado di lasciare un'impronta pesante come quella dei suoi predecessori, sul quale è poi pesato il Conclave a sorpresa del 2013, quando Scola venne indicato come uno dei “papabili” più gettonati, se non IL papabile per eccellenza. Si disse che avesse pensato ad un nome pontificale di Giovanni Paolo III, ma il motto: “chi entra Papa esce cardinale” si rivelò purtroppo veritiero.

Anche il suo entourage guarda avanti: l'attuale portavoce dell'Arcidiocesi, don Davide Milani, è stato nominato qualche mese fa presidente della Commissione Nazionale Valutazione Film della Cei, la Conferenza Episcopale Italiana. È la censura cattolica, per così dire: la CNVF emette una valutazione morale inerente i film che escono nelle sale italiane, ed essa ha valore vincolante per gli esercenti dei vari cinema parrocchiali presenti lungo lo Stivale.

Insomma, un'epoca si chiude. Bisognerà vedere se, come da consuetudine, Scola resterà in proroga ancora per un po' o se Francesco lo vorrà sostituire quasi subito. È rimasta famosa la “buca” data da Francesco a Scola ed alla delegazione Expo in visita in Vaticano alla fine del 2015: a quel tempo il Papa disse di essere molto stanco e non la incontrò. Poi l'incontro si tenne qualche mese dopo. Qualcuno lesse in questo un rapporto non sempre rose e fiori, smentito dal diretto interessato. Ma sarà interessante vedere quale sarà la tempistica del ricambio alla guida dell'Arcidiocesi cattolica più grande al mondo.

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