Missile dei neonazisti contro Salvini? Ecco come è scattata l'indagine
Salvini ha dichiarato che le indagini che hanno portato al ritrovamento di un missile nel Pavese sono partite da una denuncia di un possibile attentato
Missile dei neonazisti contro Salvini? Ecco come è scattata l'indagine
"Le indagini seguite alla denuncia di un potenziale attentato da parte di stranieri contro di me, hanno portato alla scoperta di un arsenale di armi e a degli arresti di neonazisti. Grazie alle Forze dell’Ordine, io vado avanti senza paura: insulti e minacce mi danno solo più forza": così ieri su facebook il vicepremier Matteo Salvini rivelava un passaggio controverso e sorprendente del clamoroso sequestro di armi da guerra e di un missile aria-aria trovato a Rivanazzano Terme, nel Pavese. Parole che sono state accolte con stupore ed un certo scetticismo ma che nella sostanza trovano conferma in quanto ricostruito dalla Digos. Ad avviare le indagini sarebbe infatti stata la denuncia di un uomo che, all'incirca un anno fa, si e' presentato in questura a Torino per denunciare un possibile attentato ai danni del ministro dell'Interno.
Poi, tuttavia, i successivi accertamenti della Digos, secondo quanto si apprende, non hanno trovato riscontro sull'ipotesi attentato al leader della Lega, ma hanno effettivamente permesso di intercettare soggetti che hanno combattuto a fianco delle milizie di estrema destra in Ucraina e, contestualmente, un traffico d'armi che ha portato all'arresto di tre persone: Fabio Del Bergiolo, candidato nel 2001 fra le fila di Forza Nuova, nella cui abitazione e' stato rinvenuto un vero e proprio arsenale; Alessandro Michele Monti e Fabio Amalio Bernardi, che in un hangar nei pressi dell'aeroporto di Rivanazzano Terme, in provincia di Pavia, nascondevano un missile aria-aria perfettamente funzionante da 800 kg, dal valore di circa 500 mila euro.
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