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Milano
Fiorenza Rancilio uccisa dal figlio in casa con un attrezzo da palestra

Morte di Fiorenza Rancilio, il figlio accusato di omicidio volontario

Per la morte della 73enne immobiliarista Fiorenza Rancilio è  formalmente indagato di omicidio volontario il figlio Guido Pozzolini Gobbi Rancilio. Il 35enne era stato trovato ieri mattina a fianco del corpo della madre, che presentava segni di ferite alla testa, nell'appartamento di via Crocefisso a Milano. Il 35enne èricoverato al Policlinico di Milano, dove è stato trasportato in stato catatonico, dopo essere stato prelevato dall'appartamento della madre.

Il figlio della donna uccisa soffriva di problemi psichici

 Il figlio, che nel 1995 ha assunto anche il cognome della madre, è stato trovato seduto a terra in una delle stanze dell'appartamento di lusso, suddiviso in più livelli, che divideva con la madre. Il corpo di lei, avvolto in alcune coperte e asciugamani, è stato invece rinvenuto in un'altra camera,, come riferisce Ansa. A quanto si è appreso, sequestrata anche quella che potrebbe essere l'arma del delitto, con cui il 35enne avrebbe colpito ripetutamente la donna alla testa. E' emerso, inoltre, che l'uomo da tempo era in cura per problemi psichiatrici ampiamente certificati.

Rancilio, la madre uccisa con un attrezzo da palestra

La Procura di Milano nelle prossime ore inoltrerà all'ufficio gip la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere per Guido Rancilio. Stando a quanto appurato per ora nelle indagini, l'uomo avrebbe colpito la madre alla testa con un attrezzo da palestra. Non risulta, al momento, agli inquirenti che il 35enne l'avesse già aggredita in passato. Non è stato interrogato per ora e non è riuscito a dire nulla sulle ragioni del gesto, ma è rimasto sempre in stato catatonico e confusionale. Come riferisce Ansa, è piantonato in stato di fermo nel reparto di psichiatria del Policlinico di Milano. Difeso dall'avvocato Francesco Isolabella, in passato è stato visitato e seguito privatamente per problemi psichici, anche se dalla documentazione raccolta nelle indagini non risultano ricoveri. Da qui la decisione della Procura di chiedere per ora la custodia in carcere (poi ci saranno l'interrogatorio e la decisione del gip). Successivamente nelle indagini potranno essere svolte consulenze o perizie sul suo stato mentale, che influiranno semmai anche sul fatto che l'uomo debba stare in carcere o in un struttura di cura in regime di custodia cautelare.

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