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Nemesi Nera, il nuovo noir di Fabrizio Carcano con protagonista Milano

Nemesi Nera, il nuovo noir di Fabrizio Carcano con protagonista Milano

E' finita l'attesa, è uscito Nemesi Nera (Mursia, pagg. 308, Euro 17), il nuovo noir di Fabrizio Carcano, il giallista milanese che dall'uscita del suo primo romanzo, Gli Angeli di Lucifero, ha riscosso tanto successo tra gli amanti del genere da essere definito il Dan Brown meneghino. Non a caso, proprio Gli Angeli di Lucifero è risultato essere il romanzo più scaricato nel 2017 dai lettori milanesi nelle metropolitane nell’ambito dell’iniziativa ‘Milano da leggere’, con 17mila download in 80 giorni. Del resto, oltre ai personaggi da tempo raccontati da Fabrizio, protagonista indiscussa dei suoi romanzi è Milano.

“Se uno farà una lesione  al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all’altro: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente, gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all’altro.” (Antico Testamento, Levitico 24, 19-20). L’antica legge biblica è alla base della scia di delitti raccontati in Nemesi Nera. Affaritaliani.it Milano ha incontrato Fabrizio Carcano per farsi svelare tutti i segreti (o almeno quelli che possono essere rivelati) dell'ultima fatica letteraria dell'autore.

“Occhio per occhio, dente per dente” è una frase fondamentale in questo romanzo. Su cosa verte l’ultima indagine del commissario Ardigò?
Intanto la componente esoterica torna prepotentemente nella trama, dopo la parentesi cronachistico/politica che avevo intrapreso con Milano Assassina. Questo noir scorre sul pericoloso filo del rasoio su cui oscillano la giustizia e la vendetta intesa come riparazione equa di un torto subito. Nel rispetto appunto della legge biblica, la legge più antica dell’uomo, per cui il male veniva punito corrispondendone uno identico, in base alla legge fisica per cui ad un’azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Chi perde un proprio caro per un omicidio brutale come può reagire nel caso non ottenga giustizia? In questo romanzo Ardigò insegue un assassino che con i suoi delitti racconta il perché della sua folle e sanguinaria missione omicida, nel nome della Nemesi, la dea pagana che ristabiliva l’equa giustizia irrogando il male nella medesima misura in cui era stato commesso. Una dea bendata, per non farsi influenzare e non fare trattamenti privilegiati o differenziati…

Simbolismo ed esoterismo nei tuoi romanzi occupano infatti un ruolo centrale nei tuoi romanzi, è difficile documentarsi su questi argomenti?
Chiaramente sono argomenti che mi affascinano e di cui mi interesso da almeno un decennio, acquisendo sempre più materiale, che posso diluire in un libro. Ormai la rete trabocca di articoli esaustivi su quasi ogni materia, dalla mitologia all’occultismo, per cui documentarsi è relativamente facile. E sono particolarmente attratto dall’area grigia dove la religione si confonde con la giustizia e la legge. L’Antico Testamento è una fonte inesauribile di spunti in questo senso. La simbologia a volte va interpretata. La rosa nera per esempio ha significati diversi nell’alchimia, nella massoneria o in altre branche esoteriche. Poi in questo libro ci sono simboli orientali, legati alla Thailandia e al buddismo.

Nei tuoi libri dedichi sempre molto spazio a Milano e ai suoi quartieri. Sei partito con zone molto centrali per poi via via trattare aree periferiche. L’ultima avventura con protagonista il commissario Ardigò si svolge tra Niguarda, Assago, Parco Ravizza… perché hai scelto di raccontare quelle zone?
Milano è una metropoli relativamente piccola, per cui dopo 11 libri comincio ad averla raccontata quasi tutta… ma ho ancora qualche zona che voglio svelare al pubblico in una luce diversa. Non seguo un criterio, dipende dal momento e dalla trama. Via Bellezza per esempio mi ha incuriosito lo scorso anno durante una presenza al circolo Arci dove curiosamente tornerò domenica. Via della Giustizia mi ha incuriosito per il nome. Poi ci sono quartieri che per strutture architettoniche, murales ecc mi attirano maggiormente, dalla zona della Centrale a Lambrate o Greco. In realtà Nemesi Nera è ambientato molto in centro, nelle chiese che circondano il Duomo. Avevo voglia di raccontare i misteri e le bellezze di Santa Maria degli Angeli, San Gottardo in Corte e Santa Maria della Passione. Le avete mai visitate?

In effetti, meritano di essere scoperte e visitate. E non parli solo Milano, spesso ci sono incursioni dei protagonisti anche in altre località lombarde, la Brianza per esempio in questo caso.
Qualche sconfinamento serve per dare aria alla trama, per svariare. Monza è una città che volevo raccontare dopo aver dato spazio a Bergamo, Mantova, Sesto San Giovanni o Sondrio nei libri precedenti. Un 90% di ambientazione a Milano, un 10% altrove mi pare un connubio che funziona.

Come è cambiato nel tempo Ardigò?
Parecchio, aveva 35 anni nella prima indagine, adesso ne ha 45. Era un ragazzo inquieto che non riusciva a trovare una sua strada nella vita, oggi è un uomo ancora più inquieto consapevole di non aver trovato la giusta strada e non essersi costruito una vita oltre il lavoro, oltre alla professione di cacciatore di assassini. Non ha famiglia, non ha l’amore, non ha la luce interna dell’affetto a illuminarlo e riscaldarlo. E’ un uomo solo che va contromano con la vita, che inizia a invecchiare e ha paura. Con lui racconto una generazione di sconfitti di cui faccio parte, quella degli ex ragazzi nati negli anni ’70, la generazione che fatica maggiormente a crescere: siamo quelli con la percentuale più alta di separazioni, quelli in mezzo al guado lavorativo tra chi aveva lavori a tempo indeterminato e chi invece è cresciuto sapendo che tutto è precario, siamo nel bivio tra chi ancora è giovane, e fisicamente lo siamo ancora, e chi oggettivamente non lo è più. Ecco Ardigò è anche tutto questo, un milanese imbruttito che vive da solitario in una città da un milione e mezzo di estranei che si ignorano pur condividendo case, strade, metropolitane ecc.

In questa indagine ritroviamo anche altri personaggi noti ai tuoi lettori, come il capitano Marco Fontana e Padre Harald. Che ruolo hanno?
Arrivano da libri diversi. Padre Harald ha 90 anni, un vecchio inquisitore, uno che il male lo coglie con i sensi e lo combatte con la fede, un personaggio che avevo utilizzato nel Mostro di Milano, ambientato nel 1970. Lo riciclo mezzo secolo dopo, allora era un quarantenne di azione, oggi è un vecchio inquisitore che utilizza l’acume. Lui è la chiave esoterico/religiosa di questo romanzo. Fontana invece è diventato una spalla di Ardigò, un 45enne milanese più fighetto e simpatico, ma anche un Carabiniere tosto che sa il fatto suo: mi serve per raccontare la realtà sotto gli occhi di tutti, in questo la Milano che di notte nell’area della cintura Nord sta diventando la Terra dei Fuochi. Vi siete accorti che ogni settimana bruciano depositi zeppi di rifiuti illegali?

Sei un autore davvero molto prolifico. Dagli Angeli di Lucifero in poi non c’è stato anno senza un nuovo romanzo, dove raccogli spunti e ispirazioni per scrivere?
Milano offre spunti continui, la città è in costante evoluzione e raccontare le sue novità, penso per esempio alla rinascita del quartiere No.Lo. che racconto in questo libro e racconterò anche nel prossimo, mi stimola moltissimo. Ma la vera benzina nel mio motore narrativo sono i miei lettori, che per fortuna sono sempre di più: tante persone alle mie presentazioni, tantissime mail o contatti via social. E tutti con la stessa domanda: quando scrivi il prossimo libro? E’ bellissimo e ovviamente molto motivante

C’è qualche curiosità o chicca contenuta nel romanzo che vuoi/puoi condividere con i lettori di Affaritaliani.it?
Scoprirete l’Isola dei Cipressi, una piccola isola lacustre dell’alta Brianza e scoprirete l’Isola della Morte in Thailandia, Koh Tao Island, l’isola dove ogni anno muoiono misteriosamente turisti occidentali. E scoprirete la differenza tra i varani e gli alligatori, mi rendo conto che detto così è da manicomio ma fidatevi, leggete Nemesi Nera e capirete il perché…

Per chi volesse incontrarti, quando e dove ci saranno le presentazioni del libro?
Ne ho tantissime, elenco solo le prime. Sabato alle 18 sono alla Giunti in via Vitruvio, domenica alle 12,30 al circolo Arci in via Bellezza e alle 17 alla Feltrinelli di piazza Piemonte. Poi lunedì alle 18 alla Mondadori di via Marghera e mercoledì alle 18 alla Rizzoli in Galleria. Direi che può bastare!

Infine, la domanda di rito: hai già in mente la prossima storia?
Sì, la sto già scrivendo. Il titolo provvisorio è Virus. Sarà ambientato in parte tra il No.Lo. e Greco, utilizzando i bellissimi murales di quei quartieri, dei sottopassi della Centrale e quelli intorno al Leoncavallo. Ma attenzione, Virus è il nome di un assassino spietato, che utilizzerà i murales per raccontare la sua ossessione omicida… ne riparliamo a giugno 2020 se avete voglia…

 

Fabrizio Carcano (Milano 1973) è giornalista professionista e scrive per «Il Giorno», «Superbasket», «Bergamo Sera» e «Affari Italiani». Nemesi Nera è il suo undicesimo romanzo noir dedicato ai misteri e al fascino di Milano dopo Gli angeli di Lucifero (2011), La tela dell’eretico (2012), Mala Tempora (2014), L’ultimo grado (2014), L’erba cattiva (2015), Una brutta storia (2016), Il Mostro di Milano (2017), In nome del Male (2018), Il codice di Giuda (2018) e Milano Assassina (2019).

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