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Milano
Nuovo stadio del Milan a Sesto, il sindaco: "Pronti gli incentivi"
Roberto Di Stefano

di Fabio Massa

E così, torna il tam tam su un nuovo stadio del Milan. A (ri)dare il via alle voci, ai rumors, e - perché no - alle speranze, è stato Paolo Scaroni, il presidente rossonero. Già alla guida dell'Eni, e adesso numero uno dei "Diavoli" per conto del fondo Elliott. Scaroni ha spiegato di essere in cerca di uno spazio solo per il Milan, visto che "le partite le vincono i giocatori, i campionati li vincono le società". Sul tavolo, sempre le due opzioni: o mettersi d'accordo con l'Inter per ristrutturare San Siro. Oppure farsi il nuovo stadio. Si torna insomma a qualche anno fa, quando il Milan vinse la gara per costruire al Portello. Poi si accorse che le bonifiche sarebbero costate troppo e alla fine sfiorò il contenzioso legale con Fondazione Fiera Milano, proprietaria delle aree. Che fu quantomai liberale con i rossoneri, che avevano "previsto" nel proprio bilancio di dover pagare 36 milioni di penali e alla fine invece fu raggiunto l'accordo per "soli" 5 milioni circa. Intanto, sul Portello, che doveva ospitare lo stadio del Milan, la vicenda è andata avanti: il secondo arrivato, Massimo Vitali, non ha costruito. E anche qui, carte bollate. Il quartiere intanto aspetta la riqualificazione. Esattamente come San Siro. Un argomento che al sindaco Beppe Sala, interista doc e amante sfegatato del calcio, sta assai a cuore. Tanto da aver mostrato tutta la propria irritazione per il mancato raggiungimento di un accordo tra i due club. Anche il quartiere intorno al Meazza è infatti una delle "piaghe" della città (come le ha definite l'assessore leghista della Regione Stefano Bolognini). 

In tutto questo, Sesto San Giovanni si fa avanti con forza. E si propone davvero come luogo nel quale il Milan potrebbe avere la propria casa. "Accolto a braccia aperte", spiega ad Affaritaliani.it Milano il sindaco di Sesto Roberto Di Stefano. Ma sarà un progetto credibile? I precedenti non depongono a suo favore... "Io mi rifaccio alle parole del presidente Scaroni. E ci credo. Può essere una buona soluzione per il Milan, Sesto San Giovanni: non è un caso che pure la precedente proprietà aveva guardato alle aree ex Falck come possibile luogo dove realizzare  il nuovo stadio. Si parla di un investimento di circa 150 milioni di euro su un'area di circa 200mila metri quadrati. Da Sindaco mi sono subito reso disponibile insieme alla proprietà per ospitare il Milan all'interno del territorio". Di Stefano poi elenca i pregi dell'ex Stalingrado d'Italia, espugnata dal centrodestra per la prima volta nella sua storia proprio con il 41enne sindaco attuale: "Sesto ha tre linee della metropolitana, e a breve diventeranno cinque. È attaccata a Milano, ha la tangenziale, l'accesso all'autostrada, la ferrovia, è vicina a Linate. Ha un'area che è completamente da riqualificare di un milione e 450 mila metri quadrati: la più grande d'Europa. In un'ottica internazionale, come a Londra, l'operazione sarebbe fattibile". E per Sesto sarebbe un colpaccio, visto che ha bisogno da una parte di rivitalizzare un territorio che negli anni, con la fine della produzione industriale, ha vissuto grandissimi mutamenti. E dall'altra di riempire appunto di contenuti un'area così enorme. "In un anno ho concluso la bonifica e la certificazione di cinque lotti di terreno che il 31 luglio abbiamo consegnato dal Comune alla Regione e dalla Regione agli Irccs che realizzeranno la Città della ricerca e della salute. Nel momento in cui gli atti sono stati compiuti, si sono affacciate subito realtà importanti come il gruppo Rotelli, che ha intenzione di realizzare il San Raffaele 2". Timori di snaturare con lo stadio una vocazione dell'area? "No, assolutamente. La Città della Ricerca e della Salute copre 200mila metri, ma lo spazio è sette volte più esteso. Il pgt non dovrebbe neppure subire variazioni perché le volumetrie sarebbero le stesse. Oggettivamente non creerebbe disagio, e porterebbe un indotto notevole alla città e all'intera area".

Il sindaco è anche disposto a mettere sul piatto agevolazioni: "Se fosse necessario, siamo aperti a qualunque tipo di dialogo, e a creare tutti gli incentivi utili per realizzare lo stadio". Di difficoltà politiche, malgrado gli esodi da Forza Italia e la crisi del centrodestra a livello nazionale, Di Stefano non ne vede: "Da noi funziona l'esperimento centrodestra e realtà civica. Credo che abbiamo creato un modello nazionale che si rileva anche in Lombardia, in Liguria e in molte amministrazioni: un centrodestra solido. Non ci sono frizioni all'interno della coalizione. E di questo sono molto soddisfatto".fabio.massa@affaritaliani.it

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