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Operaio muore a Varese: quarto incidente mortale in Lombardia in una settimana

Operaio muore a Varese: quarto incidente mortale in Lombardia in una settimana

Un operaio di 39 anni e' morto a seguito di in un incidente sul lavoro oggi pomeriggio a Gorla Minore (Varese). L'uomo e' rimasto incastrato tra due rulli di un macchinario in una ditta che ha sede in via Ambrogio Colombo. Secondo quanto riferito dai soccorritori del 118, era stato portato in arresto cardiocircolatorio all'ospedale di Varese. 

Da lunedì in Lombardia si sono verificati quattro incidenti mortali sul lavoro oltre ad un ferito grave. Nel mese di agosto siamo arrivati a dieci vittime. "Purtroppo lo abbiamo detto nei giorni scorsi e lo ripetiamo oggi: stiamo assistendo ad una strage quotidiana, una strage silenziosa", è il commento a caldo del segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi, che torna a chiedere maggiore attenzione da Roma, e dal ministro Di Maio in particolare, e "risorse concrete per la Lombardia, che purtroppo è la Regione con il più alto tasso di mortalità nei luoghi di lavoro".

Inail: in Lombardia infortuni in aumento

Da gennaio a luglio 2019 l'Inail rileva 88 denunce di infortunio sul lavoro, con esito mortale. A questi si devono sommare i 9 morti del mese di agosto registrati dalle Ats (ex Asl) lombarde. "La Lombardia e' la sola regione del Nord Italia, insieme alla provincia autonoma di Bolzano, che rileva un dato infortunistico con esito mortale in aumento rispetto allo stesso periodo del 2018 ( gennaio-luglio), quando le denunce all'Inail sono state 83", sottolinea Pierluigi Rancati, segretario Cisl Lombardia con delega alla salute e sicurezza sul lavoro. Le denunce di infortunio sul lavoro in Lombardia nei primi sette mesi del 2019 hanno registrato una modesta flessione: 71.444 casi, rispetto ai 71.681 dello stesso periodo 2018.

Aumentano le denunce di malattia professionale: da gennaio a luglio 2019 sono 2.625 (nello stesso periodo del 2018 le denunce di malattia professionale in Lombardia se ne contavano 2.554). "Siamo ormai dal 2017 in presenza di un andamento degli indicatori di salute e sicurezza nel lavoro in chiaro peggioramento - afferma Rancati - ancora non vediamo un cambiamento di passo nella risposta delle istituzioni che pure hanno la responsabilita' di intervenire per garantire un lavoro sano e sicuro".

La prima azione da fare, secondo la Cisl Lombardia, e' "il rafforzamento delle attivita' ispettive e di controllo sul rispetto delle norme antinfortunistiche, per promuovere una diffusa cultura della prevenzione e una migliore gestione dei rischi nel lavoro. Ma a questo fine bisogna mettere i Servizi di Prevenzione delle Ats, cui compete l'attivita' di vigilanza nelle aziende, nella condizione di maggiore operativita', aumentando le dotazioni organiche attuali che gia' scontano negli ultimi anni forti riduzioni del personale per pensionamenti e mancanza di turn-over. Non mancano le risorse finanziarie per fare questo: ogni anno Regione Lombardia recupera circa 8 milioni di sanzioni che obbligatoriamente la legge vuole siano impegnate nell'attivita' di prevenzione.

"Allora s'impegnino per davvero queste risorse fino all'ultimo euro - chiede Rancati - per assicurare un'azione di prevenzione e controllo adeguata alle tendenze in atto". "I controlli annuali che attualmente si riescono a fare su 29.000 aziende rispetto alle 480.000 in Lombardia non bastano - aggiunge -. Assumere, peraltro con fatica (perche' con contratti a tempo determinato di 12 o 18 mesi e senza alcuna garanzia di stabilizzazione), come deciso con il programma straordinario triennale del 2018, 45 tecnici della prevenzione per controllare 1.000 aziende in piu', non e' sufficiente".

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