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Pagamenti puntuali? Utopia. Imprese lombarde (e non) nella morsa dei crediti

Pagamenti puntuali? Utopia. Imprese lombarde (e non) nella morsa dei crediti

La puntualità nei pagamenti sta diventando sempre più merce rara. Se un tempo le aziende dovevano fare i conti con i debiti da onorare, oggi sono i crediti a rappresentare una delle variabili cruciali per la sopravvivenza dell'impresa. I clienti pagano sempre più spesso in ritardo. La situazione nel Nord Italia è più rosea che al Sud, ma i ritardi nei pagamenti fanno sentire i loro effetti in tutto il Paese, tant'è vero che il numero dei fallimenti è in crescita. Com'è la situazione in Lombardia e a Milano? Affaritaliani.it Milano lo ha chiesto a Roberto Giancarlo Daverio, Presidente ACMI Associazione Credit Manager Italia.

Dott. Daverio, come vede la questione del rispetto dei pagamenti in Italia?
In Italia, secondo i dati forniti da Cribis che ringrazio, a settembre 2019, meno del 35% delle aziende rispetta gli impegni contrattuali e quindi paga alla naturale scadenza,  poco più del 50% paga con un ritardo di 30gg  sulle condizioni accordate ed il rimanente ha ritardi cronici. L’aspetto che però vorrei sottolineare è che nel 2007 per cui prima del Credit Crunch a pagare puntualmente erano oltre il 50%.

E’ una situazione omogenea in tutto il Paese?
Assolutamente no, abbiamo aree virtuose come il Nord Est e Nord Ovest  dove a pagare puntualmente sono tra il 41% e 43%, fino ad arrivare al Sud Italia dove solo il 22% rispetta i termini e cosa ancor più preoccupante oltre il 19% paga con ritardo oltre i 30 giorni.

Sono dati scoraggianti
Come ogni dato merita attenta analisi, per esempio avere consapevolezza prima di iniziare un business con un determinato cliente conoscere i comportamenti, area geografica, dimensione, settore merceologico. Se per esempio questi  dati  li circoscrivo alla Lombardia scopro che oltre il 45% dei miei clienti mi pagherà puntualmente.

Bene e a Milano come è la situazione?
Purtroppo Milano rispetto alla sua area geografica è sotto la media, in quanto se parliamo di puntualità registriamo il Nord Ovest al 41% la Lombardia al 45,4% e Milano al 34,6%. Se vediamo i ritardi cronici il Nord Ovest al 7,9% la Lombardia al 7% e Milano al 9%.

Che effetto hanno questi ritardi sulle imprese?
Che 30 anni fa quando ho iniziato a fare questo mestiere le aziende morivano per i debiti, oggi muoiono per i crediti.

A tal proposito, ci può dare qualche numero sui fallimenti?
In Italia nel 2018 sono fallite 11.233 aziende ed a settembre si registrano 8.042 fallimenti + 6,2% rispetto stesso periodo 2018.

Ha lo spaccato anche sulla Lombardia e Milano?
In Lombardia al 30 settembre  sono fallite 1752 aziende che rappresentano il 21,8% del totale Italia.
A Milano 827 oltre la metà della Lombardia.

Nel 2020 entrerà in vigore nuova riforma cosa succederà?
Ci sarà un impatto in funzione delle  novità introdotte  dal Codice della Crisi d'Impresa sulle PMI e della necessità che anche una “piccola” impresa si evolva, da un punto di vista manageriale, proprio sulle modalità di affidamento e di gestione del credito. 

Ci sono i Credit Manager a sorvegliare, giusto?
Nella PMI non esiste la figura del Credit Manager ma è comunque possibile iniziare a rivedere i propri processi  in modo tale da fissare delle regole minime per poter  individuare, qualificare e affidare la clientela. Spesso questa attività è trascurata con l’effetto che poi anche la PMI si trova nell’urgenza di gestire il credito quando  ormai incagliato e difficilmente recuperabile. 

Questo potrebbe voler dire aumentare i costi e spesso l'introduzione di procedure dà impressione di ingessare la PMI.
Una buon affidamento del cliente ed una corretta gestione del credito  genera quella “cassa” e “liquidità” necessaria per far fronte agli impegni e non andare in allarme con il sistema bancario. Il nuovo Codice della Crisi ha di fatto imposto la nomina di un Revisore o di un Collegio Sindacale a società  che per dipendenti e fatturato sino a ieri non  avevano l’obbligo di tale organo di controllo. L’Imprenditore non può più muoversi in totale autonomia. Se viola  determinati  indici finanziari  rischia di  vedersi “segnalato” proprio   da tali organi di controllo.

Questa riforma cambierà in modo radicale la vision, come possono fare gli imprenditori?
Il solo modo per poter dare continuità  alla propria azienda e prevenire la crisi, è e sarà  quello di dotarsi di processi organizzativi  idonei sia da un punto di vista contabile che finanziario. Saranno questi aspetti  che il sistema bancario e finanziario andrà a verificare al momento di decidere se ed in che misura affidare l’azienda. Maggiore attenzione verrà prestata anche alla verifica, in capo all’imprenditore, di una adeguata formazione e cultura finanziaria. In tale area sarà sempre più importante, in assenza di una figura qualificata come il Credit Manager, crescere in competenza portando formazione  in azienda. 

Ci sono delle linee guida ?
Per poter garantire al sistema finanziario l’adozione di adeguati  assetti organizzativi (nuovo art. 2086 c.c.) l’imprenditore potrà verificarne l’attendibilità avendo da oggi come punto di riferimento la Prassi UNI 44:2018. Oltre a migliorare il processo di affidamento e gestione del credito potrà, a maggior garanzia dei terzi, sottoporlo  anche ad una forma di certificazione volontaria. 

Un’imprenditore può fare tutto da solo?
La Prassi Uni è Pubblica e gratuita promossa da ACMI e costruita da esperti e non burocrati, quindi volendo si potrebbe arrivare in autonomia alla certificazione. Il mio consiglio però e di fare almeno una Gap Analisi con consulenti competenti ed  accreditati  dall’Associazione.


 

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