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Milano
Parisi, Chili Tv e il bando regionale. Il giallo dell’assessore mancante

di Fabio Massa

E’ stata proprio una giornata nera. Quella di lunedì, per Stefano Parisi. Per l’ennesima volta, infatti si è verificato un episodio di commistione tra l’attività politica del “rigeneratore” del centrodestra e la società che ha fondato e della quale è socio non operativo: Chili Tv. Una commistione che Parisi per dirla tutta ha sempre cercato di evitare reagendo con forza sin dalla campagna elettorale per le amministrative di Milano.

I fatti - Chili Tv era stata al centro di polemiche da parte dell’opposizione di centrosinistra in Consiglio Regionale per un finanziamento che avrebbe chiesto e ottenuto dalla Regione Lombardia in tempi antecedenti rispetto alla discesa in campo di Stefano Parisi. Tuttavia l’iter per l’erogazione di quel contributo si era interrotto nel silenzio generale. Fino a ieri. Quando all’ordine del giorno della Giunta Regionale è previsto che l’assessore Mauro Parolini porti in discussione lo schema di deliberazione su Chili Tv. Nel pomeriggio, il patatrac, il punto viene bocciato. Come riferisce il Corriere della Sera, contrari sarebbero stati gli esponenti del Carroccio in Giunta. Secondo voci raccolte da Affaritaliani.it nel day after c’è chi riferisce che addirittura nel bel mezzo della Giunta un assessore regionale leghista abbia alzato il telefono e chiamato Matteo Salvini per capire cosa fare ricevendone l’ordine di votare contro. Una ricostruzione che già ieri sera in Consiglio Comunale avrebbe fatto infuriare oltremodo Stefano Parisi perché, appunto, avrebbe ridato il fiato alle commistioni tra azienda e politica. Questa volta, per altro, pure con un danno esplicito per l’azienda.

Tuttavia da verifiche effettuate da Affaritaliani.it con i vertici della Giunta Regionale le cose non sarebbero andate come si favoleggia. Anzi, la motivazione della bocciatura del punto riguardante Chili Tv sarebbe più semplice e banale. Assenti dalla Giunta sarebbero stati non solo il presidente della regione Roberto Maroni ma anche  Mauro Parolini che avrebbe dovuto esporre il punto all’ordine del giorno. Da qui l’obiezione “come facciamo a votare al buio?” e così gli assessori hanno semplicemente rinviato il tutto a data da destinarsi. Certo è che la vicenda sta causando fortissimi mal di pancia in sede politica, con accuse incrociate tra sostenitori di Parisi e detrattori. Ironia del destino l’assessore Parolini è uno dei centristi che dovrebbe essere per collocazione tra gli estimatori del nuovo progetto politico di Parisi.

IL COMUNICATO UFFICIALE DI CHILI: "STRUMENTALIZZAZIONI POLITICHE CI DANNEGGIANO"
A fornire ulteriori spunti sulla vicenda, giunge quindi la nota ufficiale diramata dalla stessa società: "Chili Spa - recita la nota - non ha ricevuto nessuna comunicazione in merito alla volontà della Giunta della Regione Lombardia di non corrispondere quanto previsto dal bando di gara, nel quale Chili aveva partecipato con altre 39 aziende del tessuto economico lombardo. Si ricorda che Chili, con la consulenza di Assolombarda Servizi, ha presentato domanda nel dicembre 2014 con un progetto di Ricerca e Sviluppo altamente innovativo; è stata ammessa con delibera positiva a godere del contributo richiesto ed alla definizione dell’accordo per la competitività nell’ottobre del 2015. Solo successivamente a tale valutazione positiva dell’ottobre 2015, si è avviato l’iter di formalizzazione, solo ora finalmente in fase di conclusione e, per motivi incomprensibili, non ancora sbloccato. Il progetto prevede, da parte di Chili, investimenti in ricerca e sviluppo pari a 3,2 milioni di euro, sostenuti in proprio già dall'aprile 2015. Il piano ha previsto inoltre un’importante crescita occupazionale: grazie a questo progetto sono state garantite la formazione e l’assunzione di N°20 figure altamente qualificate. La mancata erogazione di tali fondi mette a rischio tutto il programma, con possibili relativi danni occupazionali. In ragione di ciò, Chili Spa, nel mese di settembre, ha dato mandato al proprio studio legale di seguire la pratica ed informarsi ufficialmente in Regione Lombardia, in modo da evitare che inutili e dannose speculazioni politiche, potessero mettere a repentaglio un progetto industriale. Chili spa - prosegue la nota - è una PMI innovativa, frutto di investimenti privati che si misura ogni giorno con il mercato e crea posti di lavoro. Se Chili ha potuto accedere ad un contributo di sostegno, ciò é avvenuto in virtù di un dimostrato tasso di innovazione e di crescita occupazionale. A conferma di ciò, ad agosto 2016, sono entrate nel capitale di Chili S.p.a., 3 importanti Major USA, che credono nel modello di business e nei nostri piani di sviluppo. Molti investitori in questo momento - conclude il comunicato stampa - stanno dimostrando interesse nella nostra azienda e la strumentalizzazione politica, totalmente disgiunta da motivazioni legate alla gestione aziendale, penalizza lo sviluppo di aziende innovative come Chili S.p.a., realtà che cercano di competere nel mercato oltre i confini nazionali".

 

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