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Milano
Pd, la strategia dei "martiniani". Le correnti sono in movimento
Maurizio Martina

di Ma.TS.

Riunioni e riposizionamenti, dopo la sconfitta del 4 marzo. Anche nel Pd Milanese le correnti tornano in superficie e si riorganizzano, sebbene le prime parole per tutti siano "attesa" e "prudenza". Questo clima si è respirato sabato mattina in una riunione a porte chiuse dell'associazione "Futura" che a Milano riunisce l'area "martiniana" del partito. Una settantina di persone per una "corrente" che esisteva già prima della nomina a segretario reggente dell'ex ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina. I suoi rappresentanti non hanno aspettato nemmeno la prima seduta delle due Camere o quella del consiglio Regionale per riorganizzarsi e chiamare a raccolta gli adepti. E non solo: anche altre associazioni, come LabDem, di Gianni Pittella, che a Milano fa riferimento al circolo De Amicis degli ex socialisti, è stata inviata a partecipare.

Luogo del vertice via Pirelli, la sede del Partito democratico regionale. "Big" presenti l'ex assessore alla sicurezza e ora consigliera regionale Carmela Rozza, la ex vicepresidente del consiglio regionale Sara Valmaggi, sestese rimasta senza poltrona dopo il flop della candidatura nazionale, e Alberto Fulgione, sindaco di Liscate, secondo dei non eletti alla Regione. Promotore dell'incontro il deputato Matteo Mauri, deputato ex-bersaniano ora vicino al segretario bergamasco, e Arianna Cavicchioli, ex sindaco di Rho e impegnata nel livello provinciale di Milano (è stata anche candidata alla segreteria).

Gli organizzatori hanno iniziato ribadendo che la posizione del Pd a livello nazionale è quella di rimanere all'opposizione. Nessuna ulteriore spiegazione da dare agli intervenuti locali, che, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, pare abbiano concordato unanimi. Almeno fino alla formazione dei gruppi parlamentari le bocce delle correnti però devono restare ferme: questo il segnale inviato. Nessuna recriminazione, nessuna discussione. Solo l'apertura di una lunga fase di analisi. La partita dei riposizionamenti sarà più chiara all'indomani della formazione dei gruppi e delle riunioni per la scelta dei capigruppo.

E' rimasta dunque abbastanza placata l'insoddisfazione - che si respira in molti ambienti cittadini - per  come una parte della campagna elettorale è stata portata avanti. Pochi dimenticheranno la questione della personalizzazione che alcuni candidati sia al nazionale che al regionale hanno voluto dare come chiave alle proprie campagne, talvolta addirittura omettendo il simbolo del Pd. Ma i regolamenti di conti, anche per le minoranze, sono rimandati ad una fase di maggiore chiarezza. Martina, per mezzo dei suoi emissari locali, si è quindi appellato anche sabato "all'unità del partito".  L'altro appuntamento che chiarirà la funzione e il peso delle correnti dopo l'abbandono di Matteo Renzi è l'Assemblea Nazionale di aprile. Ma anche in questo caso l'appello ai rappresentanti martiniani che andranno a Roma è stato di "tenere la barra dritta sull'unità", senza dare spazio a movimenti o distacchi. Rispetto ai vertici milanesi c'è stata un'unica, piccola, presa di posizione: reimpostare o impostare diversamente l'approccio della dirigenza al partito e al contatto con esso. Intanto a Milano non è questa l'unica area che sta serrando le fila: è prevista per la prossima settimana anche un'assemblea di Area Dem, l'area vicina all'ex ministro della Cultura Dario Franceschini: a tenere le redini della riunione ci saranno Carlo Borghetti e Franco Mirabelli.

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