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Pd Milano, Malpezzi: "Capelli garantirà il pluralismo nel partito"
Simona Malpezzi

Pd Milano, Malpezzi: "Capelli garantirà il pluralismo nel partito"

Alessandro Capelli ha già dato tutte le garanzie rispetto a quel pluralismo nel partito che aveva già assicurato Silvia Roggiani, pluralismo fondamentale soprattutto in un tempo di grandi sfide come quelle che la federazione avrà davanti a sé. In primis la sfida alle europee dov’è è fondamentale saper parlare a tutti i mondi". La senatrice Pd Simona Malpezzi, esponente di Energia Popolare, l’area di Stefano Bonaccini, spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano quali sono i motivi per cui sosterrà "convintamente" Capelli al congresso metropolitano.

"Nel Pd tutti hanno il diritto di cittadinanza e su questo Capelli si è fatto da garante. Da lui abbiamo avuto solo certezze sul fatto di volere un Pd aperto e plurale per essere”. In campo, però, c'è anche un'altra candidatura, quella di Santo Minniti, sostenuta da alcuni riformisti. Non tutti, visto che la maggior parte ha deciso di appoggiare Capelli: "Trovo che il confronto sia fondamentale in caso di progetti e proposte differenti. Ma Capelli ha accolto le proposte dell'area larga che ha sostenuto Stefano Bonaccini". Per questo "non ho capito la scelta di Minniti, seppur legittima. A me risulta poco comprensibile avere un confronto a due quando le istanze che porta come area riformista sono state già accolte da Capelli".

Senatrice, ci spieghi meglio.
A Capelli non abbiamo chiesto posti, come una certa narrazione cerca di far passare, ma garanzie politiche. Lui ha garantito sul pluralismo del partito, che per me è la linfa del Pd. Ho avuto solo risposte di conferma sul fatto che Capelli continuerà a comportarsi come ha fatto in questi anni, quando è stato il braccio destro di Silvia Roggiani. Quella di Capelli è una candidatura che vuole tenere insieme il partito, ascoltare e proporre come ha fatto Roggiani.

Sarebbe stato meglio trovare una candidatura unitaria?
C’erano tutte le condizioni per incontrarsi sulla candidatura unitaria. L’unità, che non è unanimismo, è un valore: lo dimostra il percorso sulla segreteria regionale e sulla maggioranza delle federazioni lombarde.  Capelli fin dall’inizio ha accolto le istanze dell'area riformista che ha sostenuto Bonaccini e che lo ha incontrato in delegazione. Una delegazione non di parlamentari, non calata dall’alto e di cui Minniti ha fatto parte. Onestamente non ho capito la scelta di Minniti, seppur chiaramente legittima.

Quindi è sbagliato ricreare la dicotomia Schlein-Bonaccini anche a livello milanese?
Alessandro ha sostenuto la segretaria al congresso nazionale ma è già pronto a fare sintesi. E lo ha dimostrato anche durante il suo lavoro negli anni nella segreteria metropolitana. La sua grandissima trasversalità sta nelle risposte che ha dato. Le faccio un esempio.

Prego.
Una delle grandi preoccupazioni che abbiamo riscontrato a livello nazionale, e Bonaccini la cita sempre, riguarda la fatica che fa il nostro partito a parlare di impresa. Una delle garanzie che abbiamo chiesto e ottenuto da Alessandro è su come intende portare avanti questo contatto con il mondo delle aziende che qui è dominante. E lui ha assicurato che saremo un partito che saprà parlare di lavoro in tutte le declinazioni.

Quale deve essere la visione del Pd metropolitano?
Abbiamo bisogno di parlare di una Milano grande, della città ma anche della provincia e questo Capelli lo ha messo al primo posto. Si è fatto garante anche sul non essere troppo 'Milanocentrici' e ha girato tutta la provincia invitato dai circoli raccontando il protagonismo che ha in mente per la Milano metropolitana. A me ha colpito il fatto che Alessandro si racconti sempre mettendo in evidenza anche le sue imperfezioni e i suoi limiti. Mi piace questa politica che sa identificarsi nelle fragilità perché le conosce. Anche in questo sta la forza. È una forza che serve, che aiuta a fare squadra e a lasciare un'impronta anche in un confronto costruttivo, continuo e costante con il sindaco Giuseppe Sala che ha una grande personalità e una netta riconoscibilità tra gli elettori.

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