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Milano
Petracca (Lista Sala): "Una Milano più giusta, pragmatica ma sognatrice"
Paolo Petracca

Petracca (Lista Sala): "Una Milano più giusta, pragmatica ma sognatrice"

Una vita di battaglie civili e sociali per Milano ed un impegno che lo ha portato a rivestire sino a pochi mesi fa i ruoli di presidente delle Acli milanesi e poi della Fondazione Acli milanesi. Paolo Petracca, 50 anni, origini orgogliosamente di Baggio, è uno che dunque bisogni e necessità di quelli che vengono definiti gli ultimi ed i penultimi li conosce e pratica da moltissimi anni. Una esperienza che ora ha deciso di trasformare in un impegno politico in prima linea, candidandosi nella lista Sala. Con l'attuale primo cittadino la stima reciproca è del resto maturata negli anni: Petracca, attualmente presidente di Iref e membro del cda di Fondazione Comunitaria Milano, è anche vicepresidente della Fondazione Triulza tramite la quale ha avuto un ruolo attivo nel lungo periodo di preparazione di Expo. Il suo obiettivo ora? "Una Milano più giusta". Nei quartieri popolari, ma non solo.

La sua campagna appare molto incentrata sul dialogo con quelle che spesso sono definite le "periferie" della città. Che sensazioni sta respirando?
Una delle ragioni per cui ho deciso di candidarmi è proprio la volontà di cercare di ascoltare e rappresentare le istanze degli ambienti che mi appartengono da tutta la vita. Oggi si colgono reazioni contrastanti. C'è chi durante il lockdown ha accumulato una enorme energia vitale, una grande voglia di ripartire e generare cose nuove e belle anche dal punto di vista sociale. Altri invece stanno ancora facendo fatica a completare il ritorno alla normalità. E sentono le elezioni come qualcosa di molto distante, sembrano avere altre priorità

Quali?
C'è il fronte della scuola, o quello della socialità degli anziani, che è andata persa ed è da recuperare. Molti non hanno più il medico di famiglia. La situazione della sanità territoriale è drammatica...

Tutti temi sui quali in realtà la politica avrebbe molto da dire
Per fortuna con il Pnrr Regione sarà costretta a fare quello che ha smesso di fare da trenta anni, tornando ad intrecciare il sociale ed il sanitario. La cui separazione è stata un peccato mortale. L'emergenza sanitaria è molto più evidente di quanto potessi immaginare. L'altra emergenza acuita dalla pandemia, anzi il problema numero uno, è la casa, con la mancanza di soluzioni a prezzi accessibili per i giovani e per le coppie

Eppure, specie prima della pandemia, qualche tentativo sembrava essere stato avviato: tutti sforzi spazzati via dal Covid?
Premesso che anche girando per la città si può vedere la netta differenza tra le case popolari a gestione comunale e regionale, cambiamenti già si vedono ad esempio in Corvetto, alla Case bianche, a Calvairate, in parti di Giambellino, a Quarto Oggiaro, Baggio. E quando i cittadini vedono che qualcosa si muove, cambia anche la loro attitudine. Per parte mia, se andrò in consiglio, mi batterò per incrementare housing sociale ed edilizia convenzionata

Gli Scali possono essere un'occasione anche in questo senso?
Nei progetti attuali c'è troppo poca edilizia convenzionata, troppo poco housing sociale. La rigenerazione deve prevedere il mix sociale, altrimenti le persone sceglieranno sempre più di andare a vivere fuori Milano

Il suo impegno è per una "Milano più giusta": in quali altri ambiti si può fare di più?
Parto da una annotazione di senso opposto: pensavo che la situazione fosse peggiore sul fronte del lavoro. Invece stiamo riscontrando che settori come ad esempio lo spettacolo ed il turismo sembrano aver riacquistato una prospettiva, ed anche il mood complessivo è conseguentemente migliorato. Ed anche un altro settore molto colpito dal lockdown come la ristorazione oggi ha ritrovato slancio: chi è sopravvissuto ora è tornato a lavorare. Venendo agli ambiti più critici, riguardo ai servizi sociali ci sono due fenomeni contrapposti: è impressionante il numero di anziani soli, a fronte della presenza di famiglie di migranti con numerosissimi figli. Qui, così come rispetto al mondo della scuola, l'impressione è che non sia stato fatto tutto. Nonostante si sia provato dare una risposta. C'è stata dunque quantomeno una cura, una attenzione che ha evitato la sensazione di abbandono. Ma - e lo dico da ex volontario nelle zone di guerra - talvolta nei quartieri si respira un'aria da sindrome post-bellica

Pensa che questo si rifletterà sul voto?
L'impressione è che chi si dichiara insoddisfatto sia tentato di scegliere per il non voto. Diversi dicono che non voteranno. Come a dire che per queste persone neanche l'alternativa a centrodestra suscita entusiasmo

A proposito di questo: da cattolico, c'è un pensiero particolare su queste elezioni che si sente di rivolgere a chi per tradizione è più propenso a dare il proprio voto al centrodestra?
Il ragionamento che faccio quando dialogo con elettori tradizionalmente di centrodestra è questo: oggi c'è in gioco una posta altissima. C'è la sfida delle Olimpiadi del 2026, ma anche quelle del patrimonio edilizio pubblico, della sanità, della rigenerazione degli edifici scolastici. E per la prima volta da decenni la politica avrà a disposizione le risorse per dare risposte a questi temi. L'Amministrazione sarà il soggetto primario della ricostruzione del welfare. Bene, Sala è una persona seria che ha già dimostrato di saper gestire in modo corretto importanti investimenti pubblici. Il confronto è con un medico privo di qualsiasi esperienza in consiglio. E' una stagione importante: magari le divergenze restano sul tema dei diritti, ma su tutti gli altri aspetti è opportuno cercare di comprendere chi potrebbe essere in grado di fare le cose bene e in poco tempo.

E cosa le rispondono le persone alle quali fa questo ragionamento?
Caratteristica del mondo cattolico è una postura rivolta al dialogo: la convergenza si trova

Restiamo sulle risorse in arrivo con il Pnrr: una "manna dal cielo" anche per il terzo settore o è una visione un po' riduttiva?
C'è un salto che la politica deve riuscire a fare, a partire da un dato di fatto: oltre il 95% dei servizi sociali è gestito dal terzo settore. Non si tratta solo di realtà che eseguono incarichi o vincono appalti. Ma di persone che quotidianamente leggono i bisogni del territorio e trovano le soluzioni. Una buona amministrazione non può esimersi dal praticare co-programmazione e co-progettazione per dare risposte a questi bisogni. Risposte che vanno elaborate assieme, riconoscendo il valore di realtà che hanno una storia fantastica e che danno un apporto straordinario con i propri volontari. Ed il cui radicamento nelle comunità è un vero e gigantesco patrimonio per la città. Milano in questo è più avanti delle altre città italiane. Ma deve ambire ad alzare l'asticella. Il terzo settore non deve essere un semplice beneficiario di risorse a sostegno, ma un autentico partner - pur nelle differenze dei ruoli - per la co-costruzione delle politiche sociali. Così si innescano sempre processi dagli esiti positivi, con risorse che si generano da sole

Nel corso di questa sua campagna sta dando voce anche alle tematiche legate alla solidarietà internazionale. C'è spazio anche per questi temi nella Milano post-pandemia e pre-Olimpiadi?
Con il mio ticket Marzia Pontone abbiamo fatto diversi incontri su Rescue, sulla rotta balcanica, abbiamo dialogato con Pietro Bartolo, con Emergency. Credo che non debba essere un tema di nicchia esclusivamente per i volontari del settore. Anzi: nei prosimi anni questo deve tornare ad essere un ingrediente fondamentale della città. Sull'integrazione ormai Milano non ha più nulla da imparare, ma per quanto riguarda l'accoglienza ed uno sguardo ampio sul Mediterraneo, la sfida è tornare ad avere un piccolo ruolo profetico nella costruzione delle politiche internazionali. Milano è città pragmatica per definizione ma ha tanti sognatori, molti anche nei quartieri popolari. La fiammella di questo respiro particolare era già stata accesa con Expo. Ora vanno preparate le Olimpiadi anche come occasione sociale, devono diventare un evento partecipato che abbia l'effetto catalizzatore di rimettere in moto anche tanto altro

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