Pinocchio/ Astensionismo, l'alibi dell'irresponsabilità
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ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
C’era una volta un Paese nel quale l’astensionismo diventava sempre e comunque un alibi. Per tutti. E questa cosa, se permettete mi fa davvero arrabbiare. Il primo alibi è per chi ha perso. La tesi tipica è: quel sindaco? E’ delegittimato perché il 60 per cento dei cittadini non l’hanno votato, sommando in maniera del tutto arbitraria i contrari con gli astenuti. Il secondo alibi è quello della politica: sì, abbiamo perso, ma il problema è che non siamo riusciti a portare al voto i cittadini. Il terzo alibi è dei giornalisti, che dicono: è mancata l’informazione perché le proposte dei politici non fanno presa sulla società. C’è però un quarto alibi, che a costo di attirarmi qualche brutto commento da parte degli ascoltatori, voglio mettere in luce. Il quarto alibi è quello dei cittadini, dei cittadini e degli elettori che stanno a lamentarsi di tutto il santo giorno di come va male la città, e di quanto sia sporca, o insicura, o di come i servizi sia inefficienti. O, al contrario, magnificano di quanto è bella la loro città. Però poi al momento di andare a votare non alzano neppure lontanamente il sedere dalla sedia o dal divano per raggiungere l’urna. Sono distanti dalla politica, si dice. Secondo me sono solo distanti dal buon senso che dovrebbe suggerire che curare i propri interessi è un loro preciso dovere e anche qualcosa che conviene loro. Smettiamola di creare alibi con l’astensionismo. L’astensionismo è irresponsabilità e sadomasochismo allo stato puro. E i politici, badate bene, ci godono. Perché controllare consorterie di partito è più facile che controllare una grande massa di elettori liberi e informati. Sempre che qualcuno abbia voglia di farlo.