A- A+
Milano
Pinocchio/ I giornali stanno morendo, e non per colpa di Di Maio

ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45

C'erano una volta i giornali. Intendiamoci bene, così sgomberiamo il campo. Chiunque auguri la morte a un giornale, e spesso chi lo fa sono colleghi di altri giornali, è un po' come chi bestemmia: manca di educazione, ma Dio non se ne vorrà comunque troppo a male. E soprattutto non cambia nulla. Così i giornali. Non è Di Maio, tanto per capirci, che può uccidere un giornale. I giornali, e questa è la triste verità, si uccidono da soli. E neanche per il fatto che riportino fake news, che peraltro non è vero. Le fake news imperano su quella merda che è Facebook, non sui giornali. Certo, i giornali e i giornalisti non sono dei missionari o Santa Maria Goretti: fanno errori, ci sono quelli bravi e cattivi, quelli più obiettivi, quelli meno, eccetera eccetera. Beh, anche gli idraulici ci sono quelli onesti e quelli no. E pure gli avvocati, i notai eccetera. Quindi, fin qui siamo nella fiera delle banalità. Però una roba dobbiamo dircela: i giornali perdono copie a rotta di collo da dieci anni. Dieci. Ben prima di Di Maio. Perché? Me lo sono chiesto più volte. E l'unica risposta che mi sono dato è di una semplicità disarmante: perché i giornali portano troppe (e quando dico troppe, dico davvero troppe) opinioni, e ben pochi "fatti". I quotidiani hanno rinunciato, salvo rari casi, che infatti in edicola vanno bene (La Verità, ad esempio, e il Fatto Quotidiano), a dare le notizie. A competere sulle notizie, sullo scoop. Certo, non quello di chi dà per primo la sparatoria a Linate. Ma quello che ti spiega per primo quella porcheria, quell'intreccio, quello scandalo, quell'inchiesta. I cartacei hanno detto: tanto c'è l'online, e io sono ben contento che abbiano fatto così, perché almeno noi dell'online abbiamo una prateria. Ecco, quel "tanto c'è l'online", che si occupa delle notizie, e noi siamo tanto fighi da potervi propinare, sul nazionale e sul locale, decine di pagine di opinioni che non fregano niente a nessuno (su Facebook ce ne sono milioni, di opinioni, tutte egualmente irrilevanti), quel "tanto c'è il web" ha fatto sì che i quotidiani portassero progressivamente sempre meno notizie, e se uno compra un giornale e non ci trova le notizie, gli scoop, le anticipazioni, che cosa lo compra a fare? Se ho una roba gratis perché devo comprare? Beninteso, non è sempre così: c'è una collega, che non conosco personalmente, che scrive solo di scandali sanitari. Nel suo è un punto di riferimento. Chiunque si interessi di sanità la legge eccome. Se domattina iniziasse a scrivere solo commenti avrebbe la stessa presa? Non so, questo almeno è quello che penso io. Che forse è banale in una cosa così complessa. Ma dalle nostre parti funziona.

Commenti
    Tags:
    pinocchiocrisi editoriagiornalidi maio giornali







    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.