Pinocchio/ La generazione del "No" e i piazzisti della politica
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ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
C’era una volta un paese che votava No. Per una volta, la critica che faccio è alla mia generazione. E l’argomento non è ovviamente il referendum. Al referendum votare no non vuol dire votare contro il futuro così come votare sì non vuol dire votare per la rivoluzione del popolo. Il voto al referendum è un voto politico, e quindi entrambe le opzioni ci possono tranquillamente stare. La critica alla mia generazione, quella degli anni 70 e degli anni 80, è quella di essere la generazione dell’assenza. Ci scherzo su, delle volte, ma se ci pensate è vero. Siamo la generazione senza grassi idrogenati, senza sodio, senza zucchero, senza olio di palma, senza Dio probabilmente, senza Islam perché ci fa paura, senza giornali perché raccontano falsità, senza politici o meglio apolitici perché fa più figo e perché quelli rubano. Siamo quelli senza pudore, siamo quelli senza pregiudizi, e questa è una cosa buona. Siamo quelli senza ideologie, perché il muro è caduto che eravamo nella fase della pubertà e pensavamo forse giustamente ad altro. Siamo quelli che ritengono di essere senza futuro. Ora, proprio a noi, la politica continua a parlare. Ci offre cose, come piazzisti al mercato. Ci offre un referendum promettendoci che sarà la battaglia finale in un senso o nell’altro. Ci offre l’ennesima valanga di cazzate. Senza olio di palma, però. E’ un sollievo, che ne dite?