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Milano
Pirovano futura vicesindaco? Sala rassicura la Colombo
Anita Pirovano

di Paola Bacchiddu

Sembravano essersi placate le acque agitate nella litigiosa coalizione di centro sinistra. Invece, a poco meno di un mese dal voto del 5 giugno, le frizioni intestine anche alla lista di Sinistra per Milano sembrano non arrestarsi. Stavolta il colpo è partito dalla coppia Gad Lerner-Anita Pirovano. In un incontro a Palazzo Reale, ieri, con Lerner e il vicesindaco Balzani, la candidata di Sel ha sparato ad alzo zero su Beppe Sala, che ancora una volta sembra non essere digerito come candidato sindaco dall'anima arancione della coalizione: “In questo momento, se devo fare una critica, è che questa è una campagna molto loffia. Io non sto sentendo delle proposte. Io credo che si debba avere il coraggio e l’ambizione di provare a lanciare dei temi” - ha detto la Pirovano, per poi lanciare un appello a Sala: “A Giuseppe Sala dico: proviamo a far parlare la città”. 

La candidata Sel è poi ritornata anche su una questione che sembrava apparentemente chiusa: la partita del coinvolgimento, nelle candidature, della Balzani, risoltasi poi con un nulla di fatto: “C’era qualcosa in Francesca e nell’operazione che stava nascendo attorno a Francesca che non andava bene al Pd. Quella operazione rompeva il recinto del partito democratico. Il fatto che si ragionasse attorno a una proposta che sparigliava il quadro politico del centrosinistra non andava bene. Ha prevalso il richiamo della foresta che ha portato a far sì che la candidatura di Francesca non diventasse la candidatura di tutto il popolo arancione e lo dimostra il fatto che Majorino è diventato il capolista. Hanno scelto un capolista di minoranza per salvaguardare l’integrità di quella comunità politica”. 

"Da qui, l'idea del politologo Lerner di proporre la Pirovano come vicesindaco di una futura giunta di centrosinistra, se Sala dovesse aggiudicarsi la vittoria su Milano. Proposta che sembra aver provocato più di un mal di pancia alla capolista di Sinistra per Milano, Daria Colombo, che non gradirebbe questi ragionamenti politichesi che pensano già alla spartizioni di poltrone, più che ai contenuti, e non si riservano di far esplodere fuochi amici, ancora una volta contro il Pd, in un momento in cui la coalizione deve marciare compatta per l'appuntamento alle urne, il 5 giugno. Mal di pancia tale, quello della capolista, da essersi rivolta a Pisapia e Beppe Sala perché le garantiscano un reale spazio di azione politica, accanto a Sel che scalpita. Il rischio è la rinuncia alla candidatura: rischio però scongiurato proprio da Beppe Sala che nel primo pomeriggio pare abbia parlato con Daria Colombo, concordato anche una uscita pubblica che rassserini le acque agitate della sinistra.

La corsa politica della moglie di Vecchioni – mossa da una reale volontà di mettersi a disposizione delle esigenze dei cittadini, nel nobile significato del civil servant, che oggi sembra trovare pochi interpreti nella politica – sta attraversando, durante questa esperienza elettorale, non poche difficoltà nel grande contenitore del centro-sinistra, uso a continue frizioni interne nello scacchiere dell'assegnazione del potere. La domanda che ci si pone è: resisterà questa visione di servizio alla città, contro le logiche di lotizzazione dei professionisti della politica?

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