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Politecnico, Resta: "Finanziamento pubblico calato del 17%"

Politecnico, Resta: "Finanziamento pubblico calato del 17%"

"Oggi il finanziamento pubblico universitario segue una lenta diminuzione e il Politecnico segue il trend. I finanziamenti sono calati del 17%. Questo vuol dire non avere risorse per reclutare giovani ricercatori e dottorandi, non avere risorse per le infrastrutture e per competere nei bandi europei". Questa la denuncia del rettore del Politecnico Ferruccio Resta nel suo intervento all'inaugurazione dell'anno accademico. Ma, ha proseguito "non è tradizione del Politecnico lamentarsi: per esempio, siamo settimi in design a livello mondiale e 14esimi in architettura e stiamo cercando di giocarci la nostra partita a livello intenzione".

Come? Attraverso l'autofinanziamento e andando a cercare finanziamenti con le imprese. "Abbiamo raggiunto circa 100milioni in autofinanziamento, risultato unico a livello nazionale", spiega Resta aggiungendo che "siamo la nona università con oltre 64 milioni di euro" finanziati attraverso il programma Horizon 2020. L'università resta attrattiva nei confronti degli studenti. Crescono infatti gli iscritti al test di ammissione, mentre restano più o meno costanti gli studenti immatricolati: "non possiamo aumentarli - ha sottolineato il rettore - perché ne perderebbe l'offerta, ma aumentano le domande di ammissione che dimostrano l'attrattività e la selettività dell'ateneo". In più oggi "uno studente su tre arriva non dal territorio nazionale ed è un valore a cui non vogliamo rinunciare". Ma per farlo c'è bisogno di finanziamenti e invece, denuncia Resta, "oggi i fondi strutturali per il diritto allo studio non sono sufficienti per garantire il diritto allo studio a chi ne ha bisogno".

Per questo l'ateneo integra con fondi propri le non sufficienti risorse per garantire le borse di studio e nel 2016 ha investito 3,5 milioni del proprio bilancio. Sono inoltre calate del 50% le risorse per dottorati, ma "nel prossimo triennio aumenteremo il reclutamento di ricercatori del 50% rispetto al naturale turn over e del 40% il sostegno dell'ateneo a favore dei dottorati". In più, nel triennio 2017-2019 "investiremo 5 milioni di euro per innovazione della formazione". Per il futuro, Resta immagina una università che metta al centro lo studente con un campus in Bovisa e uno a Città Studi "che rinnovi la vocazione universitaria dell'area".

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