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Milano
Prima alla Scala: Armani, Oldani, gli Unni e Salvini. Ecco che cosa resta
Attila alla Scala di Milano

di Mrs. Lina Smith

Ogni anno a S.Ambrogio mi tocca la Prima della Scala, non da spettatrice ma da cronista. Chi c’è e pure chi non c’è (a volte è perfino più importante). Gli abiti e i gioielli delle signore, il glamour, i soldi, il potere. In platea e nei palchi c’è chi ce li ha tutti e c’è chi va alla Scala per fingere di averli.

Questa volta, con l’Attila di Verdi, tutti i banal grandi dell’occasione hanno sputazzato la rituale sentenza politicamente corretta: “i barbari sono dietro l’angolo”. E anche chi non ha orecchie ha inteso bene che l’Attila di turno sarebbe Salvini (assente) e in generale il governo gialloverde.

Stando sul medesimo stato rancido del buonismo si potrebbe replicare che nel 21’ secolo gli Unni non vengono dalle pianure magiare (la terra di Orban) ma da altre zone del pianeta, da altri continenti. Per fortuna, a salvar tutti, è arrivato Mattarella, alla sua prima prima, al quale è stato tributato un applauso che voleva dire “grazie, grazie di esserci e di mettere un freno a tutto quello che sta accadendo”.

Ma il voto di chi è alla Scala pesa nella stessa misura di chi era fuori a protestare. E non si riconosce di certo in Beatrice Borromeo (in nero firmato Armani) con il marito Pierre Casiraghi. O in Chiara Bazoli (in nero di Alessandro Dell’Acqua) accompagnata dal fidanzato sindaco di Milano, Beppe Sala. Ma soprattutto dal padre Giovanni. O dalle varie Diana Bracco o Emma Marcegaglia (in blu di Armani) o Giovanna Salza moglie di Corrado Passera. E poi Monti Monti, Gian Maria Gros Pietro, Irene Pivetti, Livia Pomodoro.

Si gioca alla politica, alla Scala. I ben noti vengono intervistati ed è un profluvio di frasi fatte, prevedibili, sul governo, sull’Europa, sul populismo “no, per carità”. Più o meno potenti cercano con gli occhi i giornalisti per salire su di un pulpito ed esternare i pensieri che contano. Se erano spariti i politici dalla prima, ecco che son tornati per essere tutti un sol uomo contro questa “genia” che si permette di decidere per chi ha la cultura del Paese nelle mani. Come Davide Oldani che ci insegna a far da mangiare e poi fa il figo nel foyer a beneficio dei clic di decine di fotografi pronti a immortalarlo con lo smoking doppio petto super firmato. Vuoi vedere che son meglio una felpa e due uova al tegamino?

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