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Milano
Primarie Pd, Sala non si schiera. Consiglieri, chi sta con chi. Rumors
Beppe Sala

di Fabio Massa

Ormai i candidati sono più o meno tutti in campo. Di certo Marco Minniti, di certo Nicola Zingaretti, di certo Maurizio Martina. E poi Cesare Damiano, Francesco Boccia, Dario Corallo. A Milano, il clima precongressuale è un po' come la temperatura esterna: mite tendente al freddo. Del resto, la consultazione congressuale vera è stata quella per la segreteria metropolitana, dove ha stravinto Silvia Roggiani, e quella per la segreteria regionale, dove ha vinto Vinicio Peluffo. Con maggioranze diverse, e variabili. Ma con una certezza: di confusione ce ne è poca perché di dibattito ce ne è pochissimo.

Iniziamo dal sindaco, Beppe Sala. Non si schiererà. Non l'ha fatto neppure l'ultima volta, anche se tutti sapevano che non aveva un buon rapporto con Matteo Renzi. Anche questa volta ha già detto che non voterà e che non darà indicazioni di voto di nessun tipo. Il primo cittadino è molto attento anche alle iniziative pubbliche a cui partecipa, per non dare l'impressione di propendere per questo o quel candidato, per questa o quella cordata. In consiglio comunale, invece, la musica è diversa. Con una premessa che potrebbe essere anche una antifona: non sempre i rappresentanti a Palazzo Marino sono in sintonia con la base. Almeno stando alle ultime consultazioni: su Peluffo il 90 per cento era con l'ex parlamentare di Rho, oggi segretario regionale, ma su Milano è finita pari. Contro Renzi, l'ultima volta, le firme raccontavano - come evidenziò Maurizio Giannattasio sul Corriere della Sera che Milano aveva nel mirino il leader fiorentino. E invece finì all'incontrario, comunque con un plebiscito per l'ex presidente del consiglio.

Ma veniamo all'oggi, precisando che si tratta di rumors e che la situazione è liquida. Il capogruppo Filippo Barberis è ovviamente di area Minniti, così come Alice Arienta e - forse - Carmine Pacente e (altrettanto forse) Laura Specchio. Su Zingaretti c'è Sumaya Abdel Qader, Lamberto Bertolè, Arianna Censi, Simonetta D'Amico, Diana De Marchi, Alessandro Giungi, Carlo Monguzzi, Rosario Pantaleo, Angelo Turco. In forse Beatrice Uguccioni e Angelica Vasile, che paiono comunque assai vicine. Fuori dai giochi Milly Moratti e Aldo Ugliano. Con Martina c'è il fedelissimo Bruno Ceccarelli. Elena Buscemi, dell'area Cuperlo, non ha ancora scelto, e Roberta Osculati, vicina a Richetti, dipende se confermerà il suo appoggio dopo la rinuncia di quest'ultimo, ora a sostegno di Martina. Risultato? Se dovesse votare solo il consiglio comunale di Milano, stravincerebbe a mani basse Zingaretti, ma vale l'avvertenza di cui sopra.

E in consiglio regionale? Vincerebbe Minniti, probabilmente. I rumors indicano come vicini all'ex ministro dell'Interno Samuele Astuti, Patrizia Baffi, ovviamente Pietro Bussolati, Antonella Forattini, Gian Antonio Girelli, Angelo Orsenigo, forse Pietro Luigi Ponti, sicuramente Jacopo Scandella e Raffaele Straniero. Carmela Rozza ha scelto Martina. Zingaretti potrebbe contare sull'appoggio di Paola Bocci, forse di Carlo Borghetti (che però così si staccherebbe dalla Toia, e dunque il suo non è un appoggio affatto sicuro), Giuseppe Villani. A completare il quadro Matteo Piloni su Martina.  Ancora da definire la posizione per Fabio Pizzul, che era sostenitore della candidatura di Richetti. Risultato? Vincerebbe Minniti.

fabio.massa@affaritaliani.it

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