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Processo Ruby ter, difesa Berlusconi: morte Fadil ci danneggia

Processo Ruby ter, difesa Berlusconi: morte Fadil ci danneggia

"A livello tecnico-processuale la morte di Imane Fadil ci danneggia perche' le sue dichiarazioni entrano direttamente nel processo e non possiamo fare il controesame". Lo ha detto l'avvocato Federico Cecconi, legale di Silvio Berlusconi, a margine del processo Ruby ter.

Imane Fadil sarebbe stata sentita come testimone nel processo Ruby ter, dopo essere stata estromessa dalle parti civili. Col suo decesso, verranno acquisite dai giudici le dichiarazioni da lei rese durante le indagini che diventeranno 'materiale' su cui verra' pronunciata la sentenza. Un danno, secondo l'avvocato Cecconi, perche' non avra' la possibilita' di procedere al controesame, cioe' di approfondire le risposte che Fadil, teste dell'accusa, avrebbe dato in aula, ponendole, nel caso, anche delle obiezioni di fronte alle quali lei avrebbe dovuto fornire chiarimenti. 

La Procura: "Potrebbe essere morte naturale"

"L'ipotesi della morte naturale ha pari dignita' rispetto a quella dell'avvelenamento". Lo riferiscono fonti giudiziarie in relazione alla morte di Imane Fadil, la modella 34enne marocchina sul cui decesso, avvenuto il primo marzo scorso alla clinica Humanitas, sta indagando la Procura di Milano con l'ipotesi di reato di omicidio volontario. In attesa dell'autopsia, la cui data deve ancora essere fissata, gli inquirenti sottolineano che Imane Fadil potrebbe essere morta per "una malattia rara che ancora nessuno e' riuscito a capire". In particolare fanno riferimento alla possibilita' di "una malattia autoimmune che ha aggredito gli organi vitali".

"Per individuarla - spiegano fonti della Procura - occorre un livello di approfondimenti notevole". Il "sospetto di avvelenamento" resta "indiscutibile" ma l'ipotesi della malattia e' ritenuta altrettanto credibile. Quanto all'ipotesi della radioattivita', gia' ieri definita da una fonte all'Agi "blanda", al momento sembra non essere quella privilegiata dagli inquirenti. Fonti giudiziari spiegano che la presenza del Nucleo Batteriologico e Radiologico dei Vigili del Fuoco, prevista per gli esami che verranno effettuati immediatamente prima dell'autopsia, sarebbe considerata "necessaria anche in presenza dell'uno per cento di possibilita' che sia presente la radioattivita'".

Ieri era emersa la presenza in dosi massicce di quattro metalli pesanti, tra cui il cadmio, nel sangue e nelle urine della teste chiave del processo Ruby. Quantita' che, tuttavia, secondo il parere di diversi esperti riportato dai media, non sarebbero sufficienti a provocare una morte atroce come quello che e' toccata a Imane Fadil. Gli esami dei prossimi giorni serviranno a stabilire se gli isotopi di questi metalli, trovati nel corpo di Imane, siano stabili o radioattivi.

"Fadil non c'e'". Cosi' il giudice Giuseppe Fazio, presidente della quarta sezione penale, ha preso atto dell'assenza di Imane Fadil facendo l'appello delle parti all'inizio dell'udienza del filone Ruby ter a carico di Silvio Berlusconi e di Roberta Bonasia, una delle ospiti alle serate di Arcore. Nelle scorse udienze, Fadil aveva chiesto, attraverso il suo legale, di essere ammessa come parte civile assieme ad Ambra Battilana e Chiara Danese, le altre due ragazze che sostengono di essere state danneggiate dalle cene a Villa San Martino. Un nuovo tentativo dopo che la richiesta di costituzione di parte civile era stata respinta nel processo principale, quello a carico dell'ex premier e di altre 27 persone che si celebra davanti alla settima sezione penale. Il giudice ha inoltre preso atto che in aula non era presenta "nessun legale a rappresentarla", senza fare alcun cenno al decesso della teste chiave della Procura, morta il primo marzo scorso per un male ancora misterioso. Nell'udienza di oggi, il Tribunale si e' espresso a favore della riunificazione tra i due filoni rinviando gli atti alla settimana sezione penale per un'udienza fissata al 15 aprile. 

Nella scorsa udienza, i legali delle parti civili Ambra Battilana, Chiara Danese ed Imane Fadil avevano chiesto di nuovo di essere ammesse e i giudici avevano demandato la decisione ai colleghi che si occuperanno del processo 'unico'. La tranche Bonasia-Berlusconi, con al centro le accuse di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza, era tornata da Torino a Milano nei mesi scorsi per competenza territoriale. Bonasia, 34 anni, tra il 2012 e il 2013 aveva testimoniato nei processi sul caso Ruby spiegando che nelle serate a Villa San Martino "non era avvenuto nulla di particolare". Secondo il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio, le sue furono dichiarazioni false, in cambio delle quali ottenne bonifici per un totale di 55 mila euro, con un assegno circolare di 25 mila euro e la disponibilita' di un appartamento alla Torre Velasca di Milano. Il processo principale, iniziato nel gennaio del 2017, intanto va avanti molto a rilento e, nella prossima udienza, e' molto probabile un nuovo rinvio, su richiesta della difesa, per consentire a Silvio Berlusconi di partecipare alla campagna elettorale in vista delle elezioni europee.

"Fratelli di Fadil spaventatissimi da clamore mediatico"

"I fratelli di Imane Fadil sono spaventatissimi dal clamore mediatico, preoccupati per le ripercussioni sia professionali che personali che ne possono derivare". A dirlo e' Paolo Sevesi, legale della testimone dei processi Ruby, che nel pomeriggio si e' presentato "spontaneamente", cosi' ha detto, ai magistrati che indagano sulla morte della giovane. Il difensore ha spiegato che "i familiari discutono da giorni sulle possibili cause della morte: c'e' chi pensa sia stata avvelenata e chi no". Stando a quanto riferito dal difensore, "sono stati i medici i primi a ipotizzare l'avvelenamento, prima della stessa Imane" che, ha aggiunto, "non ha dato indicazioni su chi avrebbe potuto farle del male, e' rimasta vaga"

 

 

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