Milano
Racket dell'elemosina, Maran: "A qualcuno fa comodo non intervenire"
Racket dei questuanti nigeriani, senza sviluppi le segnalazioni di Majorino di un anno fa. Il collega Maran: "A qualcuno fa comodo clima ostile contro miganti"
Racket dell'elemosina, Maran: "A qualcuno fa comodo non intervenire"
Accuse pesanti quelle che l'assessore
Un anno fa la richiesta di Majorino a questura e prefettura
Risale a dodici mesi fa, al novembre del 2017 l'annuncio di Majorino di chiedere a questura e prefettura di andare sino in fondo su una indagine avviata dagli agenti di Polizia locale un anno prima e poi di fatto arenata, per cercare di fare luce sul racket legato allo sfruttamento di profughi che vivono e dormono in centri della Lombardia e del Piemonte e che si spostano poi a Milano per chiedere l'elemosina. Istanza portata avanti dall'assessore assieme ai Padri Comaschi. A Repubblica Valerio Pedroni, responsabile sviluppo e relazioni istituzionali della onlus, aveva dichiarato: "Non abbiamo ancora prove certe, ma c'è una serie di indizi che ci fa sospettare che questi ragazzi possano essere vittime di una rete criminale non diversa da quella che sfrutta sessualmente le giovani nigeriane" La fondazione conosce a fondo la comunità nigeriana, grazie anche a studi fatti a Benin City che ci hanno permesso di capire quanto sia complessa l'attività delle organizzazioni malavitose di quel territorio. Negli ultimi tre anni è salito il numero di nigeriani a cui viene negato il permesso di restare in Italia come rifugiati. È probabile che, finiti in strada, diventino preda dei reti criminali. I nostri studi sono agli inizi, ma intendiamo andare avanti, confrontandoci anche con il Comune". Ma l'inchiesta, come lascia intendere il post di Maran, non ha al momento avuto sviluppi.