Rai al Portello: sindacati in campo, un grande centro di produzione

Rai al Portello: sindacati in campo, un grande centro di produzione

IMPRESE-LAVORO.COM - Milano – Sindacati in campo per sostenere la Rai nell’operazione Portello. Per la Cgil occorre puntare su Rai International a Milano, per la Cisl serve una unica sede che sostituisca il vecchio e inadatto palazzo di corso Sempione.

“E’ arrivato il momento di fare chiarezza sul futuro della Rai a Milano”, spiega Danilo Galvagni, segretario della Cisl milanese. “Perché la decisione di costruire al Portello il Centro di produzione Rai può essere l’inizio di un percorso utile per concentrare gli sforzi e fare della nuova sede l’unico grande centro di attività della Rai, superando la sede storica di corso Sempione, ormai palesemente inadeguata. Ma è opportuno suggerire contenuti e programmi in grado di avvicinare i cittadini al mondo del lavoro. Penso ad un canale dedicato ai temi del lavoro, realizzato in collaborazione con le parti sociali, sindacati e imprese, proprio qui a Milano.

Naturalmente tra le molteplici finalità del canale tematico la Rai potrebbe mettere a fuoco i temi della sicurezza sui luoghi di lavoro, con un occhio alla formazione e alla informazione. La sicurezza deve diventare una condizione indifferibile. Solo entrando nel modo di essere delle attività produttive, potremo fare una valida prevenzione. Dunque bene la sede al Portello, purchè diventi l’unica, e bene una speciale attenzione ai temi del lavoro, all’interno di un palinsesto di programmi che, ad oggi, è in larga parte da costruire”, conclude Galvagni.

Massimo Bonini, segretario della Camera del Lavoro di Milano insiste: “Noi chiediamo che la Rai a Milano diventi sempre di più un grande centro di produzione, la città e l’azienda ne hanno bisogno. Questo significa garanzie occupazionali, riqualificazione e formazione del personale, in modo tale da garantire anche nuova occupazione. Si parlava del canale Internazionale della Rai in lingua inglese a Milano, se fosse così sarebbe la scelta giusta, visto che siamo a un passo dall’Europa. Milano poi deve tornare a produrre programmi. Serve la volontà politica degli attori istituzionali, noi siamo sempre disponibili”.