Referendum contro i frontalieri, la parola passa al Parlamento cantonale
L’iniziativa popolare “Prima i nostri” raccoglie il 58% dei voti, 39,7% di “no” e 2,3% di senza risposta
Referendum contro i frontalieri nel Ticino: l’iniziativa popolare “Prima i nostri” raccoglie il 58% dei voti, 39,7% di “no” e 2,3% di senza risposta. Affluenza piuttosto bassa: il 45%. Ora la parola passa al Parlamento cantonale.
(IMPRESE-LAVORO.COM) - Como – Alessandro Tarpini, responsabile nazionale dei frontalieri della Cgil commenta il risultato del referendum nel Ticino. “Da un punto formale, sulla carta, le cose per il momento dovrebbero restare così come sono. Perché a legiferare sulla materia è la Confederazione non i Cantoni. Sul piano politico il risultato è pesante perché è l’ultimo tassello di un processo che crea un clima sociale brutto tra ticinesi e frontalieri. Alla fine, a furia di picconare le fondamenta rischia di cadere il muro degli accordi bilaterali. E mettere in discussione la libera circolazione di persone e merci mette in crisi l’accordo tra i due Stati nel suo insieme. E una materia delicata ma nel Ticino, come in Lombardia si continua a afre propaganda elettorale. Noi della Cgil diciamo che nel Ticino e in Lombardia c’è bisogno di buona politica e diplomazia, ma purtroppo mancano tutte e due. Il canton Ticino senza frontalieri non potrebbe funzionare. Ora bisogna provare a discutere seriamente i problemi che ci sono. E’ una scelta necessaria”, conclude Tarpini.