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Milano
Referendum, Maroni: "Spiazzato da Zaia, ora difficile un percorso comune"

"Veneto Regione a Statuto speciale? La richiesta di Luca Zaia mi ha un po' spiazzato": parole del governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni, intervistato da Alberto Custodero dopo la lunga corsa del referendum per l'autonomia nelle due regioni del Nord. Il suo collega veneto avrebbe agito a sua insaputa chiedendo una modifica dell'articolo 116 della Costituzione. E a quanto pare nemmeno il leader del Carroccio Matteo salvini era a conoscenza della mossa del governatore veneto, che rischia di metterlo in difficoltà al sud. "Domani leggerò la sua proposta di legge e capirò se sarà possibile un percorso comune", commenta ora Maroni, che riconosce: "Ora c'è un problema all'interno della Lega. E un altro con il Governo". "Difficile fare una battaglia insieme ora - Bressa mi ha telefonato  dicendomi chiaro che se io gli avessi chiesto lo statuto speciale per la Lombardia non sarebbe stata possibile alcuna trattativa con il governo, visto che la materia è di competenza del Parlamento. Io speravo di fare una battaglia comune, e invece a questo punto non ci faranno sedere allo stesso tavolo. Un conto è andare a trattare in due, un altro andarci da soli". La Lombardia non può seguire il Veneto sulla strada della richiesta di uno statuto speciale anche per una questione tecnica ma sostanziale, ovvero la formulazione del referendum stesso: "Anche se volessi allinearmi al governatore veneto, non potrei farlo. Non potrei seguirlo sulla sua strada. Ecco perchè mi ha un po’ spiazzato". La Lombardia chiederà infatti lo status di Regione "speciale", cosa diversa dallo Statuto speciale.

Per costruire il progetto di autonomia della 'Lombardia Speciale' "ci diamo tempo due settimane, massimo tre e sono gia' d'accordo con il Premier Paolo Gentiloni e il sottosegretario Gianclaudio Bressa che appena siamo pronti noi sono pronti anche loro". E' il timing proposto dal governatore Lombardo, Roberto Maroni, per avviare la trattativa con Roma e ottenere maggiore autonomia. "Noi partiamo oggi in Consiglio Regionale con la nostra strada che e' quella di dare attuazione ad un risoluzione perche' questo dice il nostro quesito referendario e siamo vincolati a quello" ha quindi annunciato Maroni, precisando che la sua intenzione e' di "rispettare il quesito". Quindi ha anticipato quello che dira' oggi davanti all'assemblea del Pirellone: "Diro' che faremo una serie di incontri con gli stakeholder. Ho gia' parlato con i sindaci, con il presidente dell'Anci Virginio Brivio e con il presidente dell'Upl, Pierluigi Mottinelli". Grazie a questi incontri si formera' "la squadra" pronta a dialogare con il governo centrale: "Ci vedremo non appena sara' depositata in Consiglio la risoluzione. Mi daranno una delegazione di amministratori: voglio andare con una squadra per organizzare qualcosa di istituzionale e dettagliato con tavoli su macroaree".

Poi ha aggiunto, tornando sulla mossa di Zaia: "Anche a me piacerebbe la Lombardia regione a statuto speciale, ma il nostro quesito dice un'altra cosa". Tuttavia "la cosa su cui voglio insistere e' la specialita' della Lombardia che e' una terza via tra Regione a statuto speciale e a statuto ordinario".

"Ho sentito Stefano Bonaccini stamattina perche' lui da oggi parte con la costituzione del tavolo, e gli ho chiesto la disponibilita' ad unificare i due tavoli". Cosi' il governatore lombardo Roberto Maroni, oggi a margine di un evento a palazzo Pirelli. Scopo della collaborazione e' "rinforzare nella specificita' l'azione e semplificare anche la questione dal punto di vista del Governo". Maroni ha rivendicato: "Io porto il peso di tre milioni di cittadini quindi credo che sia una cosa utile anche per lui". Sui passi da fare ora ha aggiunto: "Bonaccini mi ha detto che ne parlera' oggi con il sottosegretario Gianclaudio Bressa e se decideranno di aspettarci saremo pronti in meno di tre settimane. Sara' una cosa utile per tutte le regioni".

"Chiudiamo la polemica se ha fatto bene l'Emilia Romagna o noi - ha quindi esortato Maroni -. Quella era campagna elettorale. Ora, visto il risultato, se mettiamo da parte le polemiche e ragioniamo sulla concretezza della trattativa, credo che facciamo il bene dei nostri cittadini". Maroni ha aperto anche ad altre regioni: "Ho letto le dichiarazioni di Michele Emiliano, se la Puglia decidesse di unirsi alla trattativa non avrei obiezioni ma non dipende da me. Gliene parlero' nei prossimi giorni". Questo per "dimostrare che non e' un'operazione contro le regioni del sud". Quindi il governatore ha rilanciato: "Penso che ci possa essere fin da subito un coinvolgimento del Parlamento in particolare della commissione bicamerale sul federalismo fiscale".

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