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Milano
Regionali Lombardia, Citino e Fumagalli: volti nuovi in Forza Italia

di Fabio Massa

INTERVISTA A YLENIA CITINO, FORZA ITALIA

La partita del 4 marzo si gioca ormai fra due avversari: il centrodestra unito e i grillini. Per Ylenia Citino, candidata di Forza Italia nella circoscrizione Lombardia 01, la scelta è facile e la racconta ad Affaritaliani.it Milano. “Bisogna dare spazio ai moderati e impedire che il governo del Paese venga lasciato nelle mani di un movimento guidato da un comico e da un candidato premier palesemente inadeguato”. Giovane costituzionalista ed ex allieva dell’ENA di Parigi, Citino è impegnata in una campagna elettorale su due binari: da un lato, il territorio e, dall’altro, i social.

Nel 2014 lei è stata candidata alle Europee ottenendo quasi 13 mila voti personali. Che differenze riscontra con questa campagna elettorale?

Questa volta corro per il proporzionale ma ciò non significa che il rapporto con il territorio si sia allentato: la gente vuole incontrare i candidati e conoscerli. Nel 2014 ero nella circoscrizione Isole, la più giovane candidata in Italia. Adesso sono in Lombardia, una regione diversa ma non sconosciuta. Faccio parte di una bellissima squadra e si sta facendo un lavoro capillare sui vari Comuni. Poi c’è il mondo virtuale, una piazza molto affollata, piena di opinioni rispettabili ma anche di fake news. I social media hanno il pregio di rendere più “vicini” gli esponenti politici agli elettori, ma possono anche allontanarli, perché alimentano l’astio e l’indignazione. Bisogna stare molto attenti.

Lei è una studiosa di diritto costituzionale. Che ne pensa dello stallo che questa legge elettorale potrebbe provocare?

Se posso dare una mia modesta opinione, ritengo che sia inaudito cambiare così spesso la legge elettorale, fabbricandola su misura di chi vuole assicurarsi la vittoria. L’Italia vanta il primato di ben cinque leggi elettorali dal 1994 ad oggi, nate dalla combinazione fra interventi legislativi del Parlamento e sentenze della Corte costituzionale. L’auspicio sarebbe avere una legge che idealmente garantisca un mix di rappresentatività e di governabilità, a prescindere dalle varie stagioni politiche. Si potrebbe prevedere una norma costituzionale che vieti la riscrittura delle regole elettorali a tre mesi dalle elezioni, come suggeriscono le linee guida dell’OSCE. Oggi il rischio che il sistema proporzionale, con il blando correttivo dei collegi, possa condurre allo stallo è alto. Da qui l’appello al voto utile.

Sta suggerendo di votare per chi è più probabile che ottenga la maggioranza?

Senza ombra di dubbio. Votare un partito inconsistente il 4 marzo significa sprecare il proprio voto. Votare il PD, che ha deluso le aspettative di molti italiani, accentua il rischio di uno stallo. La partita si gioca fra due grandi avversari: il centrodestra unito e il movimento 5 stelle. Per questo mi rivolgo agli indecisi e alla gente delusa dal PD: se vogliamo evitare che vadano al governo i grillini, gente che dopo lo scandalo di rimborsopoli ha perso anche il marchio dell’onestà, bisogna scegliere l’unica forza moderata in campo, ossia Forza Italia.

In questi giorni si è parlato dei possibili transfughi del M5S, prima ancora della celebrazione delle elezioni. Come giudica Forza Italia il cambio di casacca?

I fuoriusciti grillini sono un problema interno al loro partito, che non si è dimostrato in grado di controllare l’opportunità di certe candidature, senza accorgersi per anni delle omissioni nelle rendicontazioni. Il cambio di casacca “preventivo” sino ad oggi non si era mai verificato, è un’anomalia tutta grillina. Se costoro decidono di sostenere il programma del centrodestra, nessuno glielo potrà impedire. Quanto al trasformismo, si tratta di un problema che ha assunto proporzioni esagerate. Nell’ultima legislatura, ci sono stati più di 500 riposizionamenti politici, alla faccia della coerenza. Forza Italia sta valutando una riforma dell'arcaico divieto del mandato imperativo, ma è una tematica da affrontare con cautela, distinguendo sanzioni di tipo politico da quelle, più gravi, rilevanti sotto il profilo giuridico. Prima andrebbe attuato l’art. 49 della Costituzione.

Abbiamo visto che, durante questa campagna, lei si è soffermata sul tema dell’immigrazione. Cosa ritiene vada fatto per contrastare il fenomeno?

Trovo che in Italia ci sia troppa superficialità quando si parla di migrazioni e che non si sappia quasi nulla dell’Africa. Negli ultimi tre anni ho vissuto per motivi di famiglia tra l’Italia e il Ghana e ho avuto modo di scoprire e approfondire molti aspetti. Le migrazioni sono un problema enormemente complesso, dalle molteplici sfaccettature. E’ vero, le condizioni di vita, in alcuni paesi dell’Africa subsahariana, non sono facili: conflitti, malattie endemiche, scarse condizioni igienico-sanitarie, pochi investimenti nell’educazione. Ma l’Africa è anche molto altro. Le economie di alcuni di Paesi si stanno sviluppando a ritmi accelerati, tanto da rappresentare una grande opportunità per le nostre imprese (pensiamo a Ghana e Costa d’Avorio, ad esempio, che presentano tassi di crescita del 7-10% ogni anno). Occorre investire di più in questi Paesi per cogliere tali opportunità e alleviare il problema dell’esodo di giovani. Tutto ciò va affrontato a livello globale e l’onere va condiviso fra i paesi ricchi. Il programma di Forza Italia prevede che l’Italia riacquisti a livello internazionale una posizione forte, per negoziare trattati sui rimpatri, trattati di cooperazione e un grande Piano Marshall per l’Africa.

Lei ha 31 anni, cosa ritiene si debba fare per i giovani?

Una cosa, sopra ogni altra: porre rimedio alla disoccupazione giovanile. Ridare speranza ai giovani che si impegnano in un percorso di studio o professionale e che poi finiscono intrappolati nelle maglie della precarietà, dei contratti a tempo, degli stage sottopagati. Forza Italia, con quello che è stato chiamato lo Young Act, intende cancellare il cuneo fiscale sulle assunzioni di giovani under 35. Per uno stipendio di 1500 euro, l’azienda che vuole assumere un giovane pagherà esattamente 1500 euro. Inoltre, grazie all’introduzione della flat tax, la crescita economica potrà ritornare sopra il 3%, l’unico modo per creare dei posti di lavoro veri e stabili.

INTERVISTA A PIERROBERTO FUMAGALLI, FORZA ITALIA

"Mi chiamo Pierroberto Fumagalli e sono nato a Milano il 31 agosto del 1964. Sono cresciuto a Trezzano sul Naviglio. Quando mi sono sposato, nel 1990, mi sono trasferito a Buccinasco". Esordisce così, nella sua intervista ad Affaritaliani.it Milano Pierroberto Fumagalli, candidato da Forza Italia su Milano e provincia per le prossime elezioni regionali. Con una particolarità: è il re degli asciugamani ad aria calda. Tutti ne hanno visto uno in un autogrill: li produce lui. Da anni. 


Il suo curriculum?

L’esperienza lavorativa nel settore bancario e finanziario in aziende manifatturiere, ha contribuito alla mia formazione professionale; successivamente ho trasferito il mio sapere nell’azienda di famiglia, nella quale, con la carica di Responsabile Commerciale, ho sviluppato e promosso un prodotto considerato un’eccellenza del “Made in Italy”, gli asciugamani ad aria calda oggi presenti su tutto il territorio nazionale ed in moltissimi paesi esteri. Gli Asciugamani ad aria Made in Trezzano sul Naviglio!

Quando ha deciso di entrare in politica?

In realtà non ho deciso. Forza Italia mi ha contattato proponendomi la candidatura alla Regione Lombardia per Milano e provincia ed io, a seguito di una profonda riflessione, ho deciso di accettare.

Allora la domanda è: perché ha accettato di entrare in politica e cosa le hanno prospettato?

Forza Italia era alla ricerca di un "volto nuovo” da proporre agli elettori e cercava una persona che, in qualche modo, avesse dimostrato nella propria vita professionale grande entusiasmo nel fare impresa e una forte propensione alla promozione del territorio e soprattutto del Made in Italy. Mi hanno proposto di focalizzarmi sulle Piccole e Medie Imprese, dello sviluppo e della promozione del nostro territorio per attrarre investimenti a beneficio dell’occupazione.

Per lei il Made in Italy è questione di vita?

Lo è sempre stato perché noi Italiani sappiamo fare le cose come nessuno altro al mondo è capace. Per me il Made in Italy non è solo orgoglio ma è occupazione. Mantenere in Italia la capacità produttiva e le eccellenze permette di costruire per i nostri figli un futuro
sicuro. Dobbiamo però creare le condizioni affinché le imprese trovino favorevole rimanere in Italia. Oggi infatti, siamo messi di fronte a una concorrenza troppo spesso sleale e sempre più globalizzata.
Quindi costruzione di un sentimento per la nostra Patria in difesa dei nostri interessi e delle nostre eccellenze in Italia e nel Mondo.


Che cosa ne pensa della difficoltà che tante imprese vivono oggi?

Intanto bisogna cambiare il modo di pensare comune. Se un’impresa è in difficoltà non è solo un problema dell’impresa ma di tutti. Le istituzioni locali e nazionali, insieme alle associazioni di categoria, devono farsene carico immediatamente, comprendendo le ragioni e cercando di creare le condizioni affinché l’impresa esca da un rischio di chiusura che si traduce in disoccupazione e famiglie in difficoltà. Questo troppo spesso accade solo per le grandi imprese, mentre vengono lasciate o meglio abbandonate migliaia di piccole medie imprese che sono il tessuto del nostro sistema imprenditoriale. Poi una iniezione di nazionalismo vero a sostegno del Made in Italy che spesso viene enunciato ma poi, nella pratica, dimenticato, lasciando il nostro mercato ad essere terra di conquista e imprenditori che si autopromuovono senza fare sistema Italia. Questo non significa protezionismo ma difesa dei nostri interessi come fanno molti paesi dell’aria Euro.



Chiudiamo con una previsione: che risultato si aspetta?

Io ho due previsioni. La più importante è quella di Forza Italia che sicuramente si confermerà vincente in Regione Lombardia perché è sempre stata un riferimento da cui imparare a gestire una Regione, nonostante tante cose ancora da fare e spesso dimenticate. La seconda, è la mia possibilità di essere eletto? Qui non riesco a fare previsioni perché il risultato è legato all’intenzione degli elettori di votare un “volto nuovo” e questo spesso è un passaggio difficile, nonostante spessissimo si sente dire: "sono sempre gli stessi". Comunque vada, è stata una grande esperienza condividere e sentire i cittadini esprimere il loro sentimento, e spesso rabbia, verso un sistema che purtroppo non amano e che vedono come lontano da loro. Desidero porgere un ringraziamento a Graziano Musella, amico e amatissimo Sindaco di Assago, e a Mariastella Gelmini, che io stimo molto per l’impegno e la serietà che ha sempre dimostrato.

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