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Milano
Regione, continua la lotta primarie. Mdp, si pensa al modello Sicilia...

di Fabio Massa

Ormai il tempo sta per scadere, e la tensione è alta. Del resto, di riunioni decisive ce ne sono state diverse. Tutte decisive, nessuna conclusiva così come ci si sarebbe potuti aspettare. La verità è che Campo Progressista e Articolo 1-Mdp, sull'opportunità o meno di fare le primarie in Regione Lombardia, non hanno ancora sciolto il nodo. E neppure venerdì, che doveva essere la dead line per darsi una linea precisa, ha portato luce in quello che sembra un percorso oscuro. La partita, inutile dirlo, va avanti. Anche perché la Lombardia, dove a sinistra corre Giorgio Gori del Partito Democratico e ancora non si capisce se avrà una competizione alle primarie o direttamente alle urne dal polo di sinistra, non è una piccola regione che non conta nulla sullo scacchiere nazionale. Ma anzi è una Regione che di per sè ha un'importanza colossale, e politicamente è particolarmente importante per Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano e leader di Campo Progressista. Ora, secondo rumors di Affaritaliani.it Milano, Pisapia avrebbe fatto sapere ai suoi che le primarie non sono affatto un dogma. Concetto ripetuto allo stremo più volte. Ma anche - e qui sta la novità - che se per tenere il lato sinistra compatto sono l'unico sistema, allora lo si percorra senza indugi. Quel che sembra certo è che la campagna non comincerà prima del 22 ottobre, giorno del referendum per l'Autonomia, per evitare che le contraddizioni interne alla sinistra, nella quale  ad esempio Gori vota sì e Alfieri non vota, sono evidenti. 

Tornando alle tempistiche, ormai siamo agli sgoccioli. Secondo fonti di Affari, bisognerebbe chiudere tutto entro settembre. Anche se - a dirla tutta - la dead line è già stata spostata almeno cinque volte. Di certo il rischio, a questo punto, è alto. Se davvero Campo Progressista deciderà di fare l'accordo con il Pd senza primarie, allora in Mdp riprenderanno fiato quelli che pensano che si debba riproporre il modello Sicilia: lista contro il Pd alle elezioni e via a contarsi nelle urne. Un modello che ovviamente è di grande rottura con i dem, ma che vuole fare accordi con Rifondazione, Possibile, Sinistra italiana e tutte le altre realtà della sinistra. Questo però, dopo la Sicilia, vorrebbe dire che il progetto nazionale di Campo Progressista e Mdp è definitivamente morto. Una eventualità che per ora pare si voglia scongiurare. Quindi, primarie vicine o lontane? Il caos è tanto, e l'incertezza pure. A una serie di riunioni tra Roma e Milano il compito di cercare di dipanare i nodi. La base di sinistra è in tumulto: per alcuni le urne senza primarie non sono più impossibili.

fabio.massa@affaritaliani.it

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