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Riforma sanitaria, Spi Cgil Lombardia: "Servono luoghi di prossimità"
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Riforma sanitaria, Spi Cgil Lombardia: "Servono luoghi di prossimità"

Milano - Questa mattina a Milano i dirigenti dello Spi Cgil Lombardia si sono riuniti con Ivan Pedretti, Segretario generale SPI e Alessandro Pagano, Segretario generale CGIL Lombardia per parlare di uno SPI che si vuole "sempre più vicino ai pensionati sul territorio".

Si è discusso quindi di richieste di interventi per Spi Cgil Lombardia non più rimandabili, che sono stati presentati sul tavolo di Regione Lombardia.

SANITÀ PUBBLICA E LIBERTÀ DI SCELTA: Spi Cgil Lombardia chiede incentivi al servizio pubblico, affinché il privato abbia una funzione integrativa e non sostitutiva del pubblico.

RETE TERRITORIALE: vent’anni di investimenti economici solo sugli ospedali hanno impoverito le reti territoriali: l’esempio della pandemia ci mostra moltissime persone che si sono ritrovate a vivere l’emergenza in solitudine e paura per questo impoverimento delle strutture. Serve ripartire dai Distretti, dalla creazione di Case di Comunità e dagli Ospedali di Comunità pubblici –rimarcando il ruolo fondamentale dei Sindaci nella programmazione territoriale. È urgente potenziare l’assistenza domiciliare e investire sugli infermieri di comunità oltre che sui medici di medicina generale. Servono luoghi di prossimità dove i cittadini incontrino professionisti in grado di farsi carico dei loro bisogni. 

PREVENZIONE: per quanto riguarda i Dipartimenti di Prevenzione, Spi Cgil Lombardia si dichiara contrario alla frammentazione dei Dipartimenti fra ATS e ASST. Dobbiamo potenziare, non frammentare. La frammentazione proposta dalla regione crea confusione sulle specifiche responsabilità di questi enti. 

SISTEMA SOCIO SANITARIO – RSA: il sistema socio sanitario va rafforzato ampliando l’offerta pubblica: è necessario investire nel personale di assistenza definendo nuovi parametri adeguati ai reali bisogni delle persone assistite. Serve che Regione Lombardia riconosca alle strutture le risorse destinate all’assistenza sanitaria (LEA) e che si definiscano criteri per frenare la rincorsa delle RSA all’aumento delle rette a carico delle famiglie. Serve trasparenza sui dati economici delle strutture che, anche se private, erogano servizi di pubblica utilità.  “Queste proposte mettono al centro la dignità delle persone anziane favorendo l’invecchiamento attivo e allo stesso tempo ripensare alla filiera dei servizi a loro rivolti perché possano rimanere nella loro abitazione il più a lungo possibile, incrementando l’assistenza domiciliare e semiresidenziale” ha affermato Valerio Zanolla, segretario generale Spi Cgil Lombardia. “È necessario un ripensamento del servizio sanitario regionale, in grado di rispondere alle necessità nate prima, dopo e durante la pandemia – e non è pensabile affidarsi esclusivamente alle risorse europee del PNRR”.

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