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Risarcimento danni per diagnosi sbagliata o tardiva
Andrea Marzorati

Risarcimento danni per diagnosi sbagliata o tardiva

Una corretta e tempestiva diagnosi è importante per prevenire l’insorgenza della malattia e, ovviamente, per curarla. Con la diagnosi viene infatti ricercata ed individuata la patologia, e ciò consente spessissimo di intervenire presto e bene. Il medico deve quindi essere attento a non sottovalutare i sintomi e a indagare tutte le possibili cause. Ma cosa succede se il medico fa una visita troppo superficiale oppure non interpella lo specialista di branca quando invece sarebbe necessario un approfondimento? E cosa accade se non prescrive per tempo gli esami o ne prescrive altri totalmente inutili?

I casi di diagnosi sbagliata o tardiva

Ciò potrebbe portare ad una diagnosi sbagliata, tardiva o, addirittura, omessa laddove la diagnosi non venga fatta dal medico incarico e la patologia venga “scoperta” successivamente da un altro. Per omessa diagnosi si intende anche quando il ritardo diagnostico si protrae talmente a lungo che il paziente muore senza che i medici siano riusciti a identificare la patologia che ha poi causato il decesso. Questi rischi diagnostici potrebbero essere causati anche da altri errori, come una refertazione sbagliata da parte del tecnico di laboratorio che non interpreta correttamente gli esiti delle analisi mediche o dell’esame strumentale (risonanza magnetica, Tac ecc.) oppure da apparecchiature obsolete e imprecise, ed infine da un deficit organizzativo della Struttura sanitaria sia pubblica che privata (Ospedale, Pronto Soccorso, Clinica ecc.).

Diagnosi errata, i rischi per il paziente

Tutto ciò può causare gravi rischi al paziente, tra cui cure errate, medicinali somministrati in ritardo, interventi chirurgici sbagliati o effettuati su parti scorrette del corpo. I danni possono essere molteplici, tra cui una perdita di chance di guarigione o di conservare una migliore qualità di vita, danni dovuti alla necessità per il paziente di essere sottoposto ad ulteriori interventi o a invasive terapie, con degenza e tempi di recupero più lunghi, con rischi di insorgenza di complicanze anche gravi ed invalidanti. Nei casi più nefasti tali errori nella diagnosi potrebbero portare al decesso del paziente, e la morte potrebbe sopraggiungere dopo forti e prolungati dolori psicofisici.

Diagnosi errata, l’origine degli errori

Gli errori diagnostici dipendono principalmente da comportamenti “omissivi” del medico perché non ha fatto quello che invece le Linee Guida o i Protocolli gli imponevano, o lo ha fatto ma in ritardo. Di contro, esistono anche errori diagnostici dovuti a comportamenti “commissivi” ossia il medico si è attivato, ma il lavoro è stato fatto male, generalmente a causa di imperizia, imprudenza o negligenza.

Errori diagnostici, il “falso positivo”

Può succedere che l’errore diagnostico dipenda da un “falso positivo” ossia il medico ritiene che il paziente sia affetto da una malattia, quando in realtà non è così. Può inoltre accadere che scambi erroneamente una serie di sintomi associabili a quella malattia, mentre invece sono dovuti ad un’altra patologia. Infine può sbagliare a interpretare i risultati di un esame in fase di refertazione.

Errori diagnostici, il “falso negativo”

Altre volte invece l’errore diagnostico dipende da un “falso negativo” ossia, nonostante il paziente sia affetto da una malattia, questa non viene individuata, con la conseguenza che la stessa può peggiorare e intaccare anche altri organi. Si immagini un tumore che se non diagnosticato per tempo potrebbe svilupparsi, passando da uno stadio ad un altro più grave, sino ad andare in metastasi colpendo altri organi.

Diagnosi sbagliata, il diritto al risarcimento dei danni

In caso di diagnosi sbagliata, tardiva o omessa, il paziente, o in caso di decesso i suoi familiari, possono avere diritto ad un risarcimento dei danni. È necessario provare che l’errore diagnostico è dovuto a imperizia, imprudenza o negligenza da parte del medico o dell’Ospedale. Inoltre bisogna dimostrare che il danno è riconducibile all’errore diagnostico. Tecnicamente in questi casi si parla di nesso di causalità tra la colpevole condotta (omissiva o commissiva) e il danno. Infine bisogna provare l’esistenza ed entità del danno. Il risarcimento non è automatico, ma bisogna fornire una prova rigorosa.

Risarcimento danni per errore medico, l’iter legale

È dunque consigliato rivolgersi ad un avvocato, preferibilmente esperto in risarcimento danni da errore medico e della struttura sanitaria. Uno studio legale specializzato in malasanità dispone anche di un consolidato network di medici legali e medici specialisti che affiancano l’avvocato su tutte le questioni mediche, occupandosi di scrivere la perizia medico legale e la relazione dello specialista di branca.

L’avvocato seguirà tutta la procedura di risarcimento. Dopo aver verificato l’esistenza di una responsabilità del medico e/o della Struttura sanitaria, invierà la prima lettera di contestazione e richiesta di risarcimento. In tale fase si tenterà un accordo stragiudiziale. Se questo non dovesse essere raggiunto, generalmente il legale chiederà al Tribunale di far fare una perizia a due consulenti nominati dal Giudice. I consulenti del Giudice hanno anche il potere di tentare un accordo, ed è frequente che in questa fase si ottenga il risarcimento dei danni.

Articolo in collaborazione con l’Avv. Andrea Marzorati, Main Partner Studio legale Marzorati, esperto in risarcimento danni da responsabilità medica e della struttura sanitaria. L’Avv. Andrea Marzorati tratta casi di malasanità in tutta Italia. Chi viene seguito dallo Studio legale Marzorati non deve anticipare il compenso per i propri avvocati, medici legali e medici specialisti e neppure per la propria relazione medico legale e per il parere specialista. Per maggiori informazioni: www.impegnosalute.com

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