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Milano
Rissa a Milano, gip: solo scontro repentino, non blitz punitivo

Scarcerati i 5 giovani filippini coinvolti nella rissa di Palazzo Lombardia. Sardone (Fi): leggere le motivazioni lascia senza parole. Se persino chi accoltella un'altra persona non rimane in carcere allora tutto il sistema non ha più senso

LA SCARCERAZIONE - La Rissa tra ragazzi di origine filippina scoppiata venerdi' sera sotto Palazzo Lombardia, sede della Regione, a Milano, che si e' conclusa con due giovani feriti, cinque arrestati e altrettanti indagati dalla Procura minorile, e' stato uno "scontro" sorto "in modo inaspettato" e di "assoluta repentinita'" e non "un'azione punitiva" con l'uso "massiccio di strumenti offensivi", perche' solo uno dei partecipanti avrebbe usato un coltello e le ferite riportate dai due, tra l'altro, "non possono ritenersi sulla base degli atti gravi". Lo scrive il gip di Milano Manuela Accurso Tagano nell'ordinanza con cui ieri ha convalidato gli arresti in flagranza per cinque indagati, senza pero' disporre alcuna misura cautelare in carcere a loro carico, come era stato invece chiesto dalla Procura. Ieri, infatti, tutti e cinque gli arrestati, compreso il 19enne (per lui e' stato disposto l'obbligo di firma) accusato di aver colpito con una coltellata un altro ragazzo di 18 anni e difeso dai legali Fabio Schembri e Luciano Di Pardo, sono usciti da San Vittore.

Per quattro di loro, in particolare, difesi dal legale Tiziana Versace, la "partecipazione alla Rissa", scrive il gip, "piu' che espressione di un'indole violenta ed aggressiva, alla quale potrebbe connettersi un pericolo di recidiva, appare frutto di una situazione del tutto contingente". Il giudice evidenza, inoltre, che i ragazzi, di eta' compresa tra i 18 e i 21 anni, sono "tutti incensurati", tranne uno con "un precedente di polizia", e ritiene che l'arresto, anche senza misura cautelare successiva, possa avere "un valido effetto deterrente con conseguente prognosi favorevole di non recidivanza". Anche per il giovane che ha sferrato la coltellata, tra l'altro, secondo il gip, quella del carcere sarebbe stata una misura "del tutto sproporzionata, come anche quella degli arresti domiciliari, alla gravita' del fatto".

SARDONE: SI ALIMENTA UNA SENSAZIONE DI IMPUNITA' - "Leggere le motivazioni per le quali sono stati scarcerati i cinque giovani filippini coinvolti nella rissa di Palazzo Lombardia lascia senza parole. Definire uno scontro tra più persone con un'accoltellamento come uno 'scontro' sorto in modo inaspettato e di assoluta repentinità e non un'azione punitiva con l'uso massiccio di strumenti offensivi e che 'le ferite riportate dai due colpiti non possono ritenersi, sulla base degli atti, gravi' vuol dire cancellare l'aspetto educativo del valore della pena". Così in una nota Silvia Sardone, consigliere comunale di Forza Italia. "La scarcerazione, in questo caso - prosegue - fa mancare la condanna da parte dello Stato nei confronti di chi sbaglia, a maggior ragione rilevante vista l'età dei partecipanti alla Rissa. Derubricare a poco grave una rissa con accoltellamento può sancire un brutto precedente e crea una sproporzione con carcerazioni e pene inflitte per chi commette reati pecuniari. Sulla base di cosa chi tenta di uccidere non deve rimanere in carcere? E' anche per queste decisioni che il cittadino comune non denuncia più reati che subisce o a cui assiste: se persino chi accoltella un'altra persona non rimane in carcere allora tutto il sistema non ha più senso. Inoltre scelte di questo tipo vanno ad alimentare una sensazione di impunità che potrebbe alimentare la delinquenza legata a questi reati proprio perchè le sanzioni sono minime". 

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