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Milano
Ruby bis: Emilio Fede e Nicole Minetti, condanne (ridotte) anche in Appello
Emilio Fede, Silvio Berlusconi, Nicole Minetti

Condanna in Appello per Emilio Fede e Nicole Minetti.  due dei protagonisti delle famose cene di Arcore al carcere, anche se secondo qualcuno le accuse non reggono. Come scrive per esempio Vittorio Feltri su Libero: "Mi pare impossibile che un collega abbia alternato il suo impegno davanti alle telecamere con quello di selezionare il didietro di ragazze in cerca di avventure retribuite ad Arcore". E per quanto riguarda la Minetti, scrive ancora Feltri, "non comprendo dove siano i reati che le hanno attribuito, tali da renderla meritevole di una condanna a 2 anni e 10 mesi, la quale, se confermata, al pari di Fede, dovrà scontare in carcere. A occhio e croce, mi sembra uno scandalo giudiziario".

Ruby bis, pene ridotte in Appello: 4 anni e 7 mesi per Emilio Fede, 2 anni e 10 mesi per Nicole Minetti

Pene ridotte, al secondo appello del processo Ruby bis per Emilio Fede e Nicole Minetti. L'ex direttore del Tg 4 e' stato condannato a 4 anni e 7 mesi e l'ex consigliera regionale della Lombardia a 2 anni e 10 mesi. Il Pg Daniela Meliota aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado che aveva comminato pene rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e 3 anni.

Nel secondo grado, poi annullato con rinvio dalla Cassazione, gli 'ermellini' avevano sostenuto che nelle motivazioni a quel verdetto ci fosse "un vuoto motivazionale" sostenendo come la Corte non avesse spiegato "in concreto" le condotte contestata agli imputati nonostante "la meticolosita' con la quale si e' soffermata sui concetti generali in tema di prostituzione, induzione e favoreggiamento".

I legali di Minetti sperano nella Cassazione

"Per fortuna, la Cassazione e' a Roma", concordano gli avvocati Pasquale Pantano e Paolo Righi, legali rispettivamente di Nicole Minetti ed Emilio Fede, nel commentare la sentenza di condanna pronunciata dalla Corte d'Appello di Milano nel processo 'Ruby bis'. "Sono sorpreso, molto sorpreso - afferma Pantano - la questione di legittimita' costituzionale (sulla costituzionalita' del reato di favoreggiamento della prostituzione, ndr) mi sembrava smaccata, pacifica perche' non l'abbiano sollevata e' un mistero". Il legale dell'ex igienista dentale, che ora vive a Miami, ha sottolineato che in altri sedi giudiziarie, come a Bari, la questione e' stata sollevata. "E' passata dappertutto, e se la Corte Costituzionale decide che non e' un reato, cosa di fa? Facciamo correre questo processo per arrivare prima della Consulta?", ha domandato perplesso.

Il legale della Minetti: "Lei come Cappato, ha agevolato il diritto delle ragazze all'esercizio della libertà sessuale"

Nell'arringa di questa mattina, nel chiedere l'assoluzione 'perche' il fatto non sussiste', uno dei legali di Nicole Minetti, l'avvocato Pasquale Pantano, ha espresso un "parallelismo" tra il leader radicale Marco Cappato e la sua assistita. "Come Cappato ha aiutato Fabiano Antoniani a esercitare il suo diritto a essere libero di morire, cosi' Minetti ha agevolato il diritto delle ragazze all'esercizio della liberta' sessuale". Un "parallelismo" che va inquadrato anche nella richiesta da parte della difesa dell'ex consigliera regionale lombarda e di Emilio Fede di sollevare una questione di legittimita' costituzionale relativa al reato di favoreggiamento, che limiterebbe la liberta' di autodeterminazione nella sfera sessuale.

Pantano, come il collega Salvatore Pino nella sua arringa per Emilio Fede, ha anche sottolineato che "giustamente" non e' stato indagato il ragionier Giuseppe Spinelli "da cui tutto passava, anche i pagamenti". L'avvocato Pino ha chiesto l'assoluzione di Fede 'perche' il fatto non sussiste' sia per il reato di tentata induzione alla prostituzione di Ambra Battilana, Imane Fadil e Chiara Danese (tutte parti civili) che per quello di favoreggiamento alla prostituzione di Roberta Bonasia e Ruby. "Perche' il favoreggiamento di queste due e non delle altre ragazze? - si e' chiesto Pino, con riferimento a quest'ultima accusa - Bonasia non ha nessun rapporto con Fede, anzi la ostacola. In un'intercettazione, sottolinea che lei e' la favorita di Berlusconi, forse hanno anche avuto una relazione sentimentale. C'e' un rapporto di predilezioni con Berlusconi, che c'entra Fede? Quanto a Ruby, non risulta che Fede l'abbia favorita in alcun modo, dopo averla accompagnata ad Arcore per il primo incontro, il 14 febbraio 2010, circostanza che non e' reato come ha detto anche il pg".

Fede, favoreggiamento per sette ragazze

Dal dispositivo della sentenza di condanna dell'appello bis per il caso 'Ruby ter', emerge che Emilio Fede (condannato in primo grado nel 2013 a 7 anni, in secondo grado nel 2014 a 4 anni e 10 mesi e oggi a 4 anni e 7 mesi) e' stato assolto "per non aver commesso il fatto" dall'accusa di favoreggiamento della prostituzione di alcune ragazze. Confermato invece il favoreggiamento della prostituzione per i casi di sette ospiti ad Arcore: Lisney Barizonte, Iris Berardi, Roberta Bonasia, Barbara Faggioli, Maria Ester Garcia Polanco, Miriam Loddo, Daniela Sampaio Visguerra. Assoluzione, sempre per non aver commesso il fatto, anche per gli episodi "di favoreggiamento in danno" di Karima El Mahroug, meglio nota come Ruby, ma resta in piedi l'accusa per l'episodio del "14 febbraio 2010", quando la accompagno' per la prima volta a Arcore. Rimane anche l'accusa di tentata induzione alla prostituzione di Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil, parti civili nel processo. Quanto alla Minetti, accusata del favoreggiamento della prostituzione di sette ragazze, e' venuta meno una parte degli episodi contestati con le formule "per non aver commesso il fatto" e "perche' il fatto non sussiste", tra cui i casi relativi a Raissa Skorkina e Lisney Barizonte. I legali di Nicole Minetti, Pasquale Pantano e Paolo Righi (quest'ultimo assiste l'ex consigliera del Pdl, e non Emilio Fede, come scritto in precedenza) faranno ricorso in Cassazione.

Ruby bis: Minetti, Fede e le olgettine, 7 anni di processi 

Il procedimento Ruby bis, il secondo derivato del sequel giudiziario nato dalle rivelazioni della giovane marocchina Karima El Mahrough sulle feste ad Arcore con le 'olgettine', nasce quando la posizione di Silvio Berlusconi viene stralciata da quella di Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora. Per l'ex premier la Procura chiede il rito immediato sostenendo che a suo carico c'e' "una prova evidente" di colpevolezza. Alla fine, l'ex Cavaliere verra' assolto in via definitiva dalle accuse di concussione e prostituzione minorile, mentre a sette anni di distanza dai fatti il filone Ruby bis e' ancora in cammino. Queste le tappe della vicenda: - 15 marzo 2011: la Procura di Milano chiude le indagini su Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora. Secondo i pm, la consigliera regionale lombarda "intermediava la sistematica erogazione di corrispettivi per l'attivita' di prostituzione svolta, consistiti nella concessione, in comodato d'uso a otto ragazze di alcune abitazioni, ubicate in via Olgettina 65, nonche' in contributi economici in favore di altre nove ragazze corrisposti, previo assenso di Silvio Berlusconi, per il tramite del suo fiduciario Giuseppe Spinelli". Quanto al talent scout Mora, avrebbe "individuato e selezionato, anche insieme a Fede, giovani donne disposte a prostituirsi presso la residenza ad Arcore di Berlusconi, individuandole anche tra le ragazze legate per motivi professionali all'agenzia operante nel mondo dello spettacolo da lui gestita". - 6 maggio 2011: la Procura chiede di processare Fede, Mora e Minetti, accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile per avere dato vita a un giro di prostituzione con una quarantina di ragazze, tra cui anche Ruby. Secondo quanto accertato dalle indagini, Ruby sarebbe stata contattata per la prima volta ad un concorso di bellezza a Taormina da Fede e poi inviata ad Arcore nella residenza del premier almeno 13 volte a partire dal giorno di San Valentino del 2010. In questa ed in altre occasioni si sarebbe svolto anche 'il rito' del 'Bunga bunga' dopo il quale, scrivono i magistrati nell'avviso di chiusura delle indagini, c'era "la scelta di Silvio Berlusconi di una o piu' ragazze con cui intrattenersi per la notte in rapporti intimi". Ragazze alle quali "venivano erogate somme di denaro e altre utilita'".

27 giugno 2011: all'udienza preliminare bastano una quarantina di minuti ai pm per riassumere il Ruby - gate e chiedere il processo nei confronti di Mora, Minetti e Fede, accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile. I rappresentanti della pubblica accusa, Piero Forno e Antonio Sangermano, definiscono Minetti l'"amministratrice di un bordello". Mora un "arruolatore" e cioe' Fede un "fidelizzatore", che doveva valutare l'affidabilita' delle ragazze. Per i pm, il "sistema" dei presunti festini a luci rosse ad Arcore, si avvaleva della "mercificazione della fisicita' della donna e della mortificazione della dignita' femminile". Il gup Maria Grazia Domanic li rinvia a giudizio spiegando nella sua ordinanza che il reato di induzione alla prostituzione, contenuto nella legge Merlin, si e' evoluto nel tempo e va considerato non solo come un reato contro la morale pubblica ma anche ai danni delle persone fisiche.

- 21 novembre 2011: inizia il processo

- 20 gennaio 2012: due delle ragazze di via Olgettina, Barbara Guerra e Iris Berardi, chiedono di costituirsi parte civile.

- 27 aprile 2013. - I giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Milano acquisiscono agli atti del processo la documentazione di Bankitalia sui bonifici effettuati dai conti personali di Silvio Berlusconi a Nicole Minetti e alle gemelle De Vivo. I bonifici sarebbero avvenuti a processo milanese gia' avviato.

- 31 maggio 2013: Il procuratore aggiunto Piero Forno chiede la condanna a 7 anni di carcere ciascuno perv Fede, Mora e Minetti.

- 7 giugno 2013: "Ho amato Berlusconi di amore vero e non ho mai invitato nessuno alle sue feste", dice Minetti nell'aula del tribunale rispedendo al mittente le ricostruzioni dell'accusa. Niente a che vedere, insomma, con il ruolo per lei ipotizzato dai pm nelle serate del 'bunga bunga'. "Il mio coinvolgimento nella gestione di quella che, con molta fantasia, e' stata definita la 'casa delle olgettine' e' consistito nel fatto che ho avuto il torto di fare intestare il contratto a me perche' le altre non avevano un lavoro fisso da dare in garanzia".    

- 19 luglio: il tribunale condanna a 7 anni Emilio Fede e Lele Mora. Cinque anni invece vengono inflitti a Nicole Minetti. 

- 10 ottobre 2014: il pg di Milano Piero De Petris chiede di confermare in appello la condanna rispettivamente a 7 e 5 anni di reclusione per Fede e Minetti. "La gestione degli appartamenti - dice - rientra in un'attivita' di induzione della prostituzione". Quanto a Fede e Mora sarebbero stati "pienamente consapevoli" della minore eta' di Ruby.

- 13 novembre 2014: sei anni e un mese di carcere a Mora, tre anni a Minetti e quattro anni e dieci mesi a Fede. E' questo il verdetto pronunciato dai giudici.

- 22 settembre 2015: il sostituto pg di Cassazione Ciro Angelillis, chiede ai giudici della terza sezione penale della Suprema Corte la conferma della condanna per Minetti e il rigetto del ricorso presentato dall'imputata contro la sentenza della corte d'appello di Milano. Il pg sollecita anche il rigetto del ricorso del coimputato Fede. Nel processo Ruby bis e' gia' passata in giudicato invece la condanna a 6 anni e 1 mese per l'ex 'guru dei vip' Lele Mora, che non ha impugnato in Cassazione la sentenza di secondo grado. La Cassazione accoglie pero' i ricorsi dei due imputati e annulla con rinvio la sentenza di condanna sostenendo la presenza di un "vuoto motivazionale".    

- 16 aprile 2018: il pg di Milano Daniela Meliota chiede di condannare a 4 anni e 10 mesi Fede e a 3 anni Minetti nel nuovo processo d'appello. Sono le stesse condanne inflitte nel precedente processo di secondo grado.

- 7 maggio 2018: nuova condanna per Fede e Minetti, leggermente inferiore alle richieste: 4 anni e 7 mesi per il primo, 2 anni e 10 mesi per la seconda. 

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