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Milano
Ruby, morta la teste chiave Iman Fadil: "Temeva di finire avvelenata"
Foto: LaPresse

Ruby, morta la teste chiave Iman Fadil: "Temeva di essere avvelenata"

Iman Fadil, 34 anni, teste chiave della procura nei processi Ruby, e' morta il primo marzo scorso dopo un calvario durato un mese. Ma si e' saputo solo oggi. A darne notizia e' stato il procuratore Francesco Greco, che ha comunicato anche l'apertura di una indagine. Prima di morire, Fadil ha confidato a chi le stava vicino di temere di essere stata avvelenata. QUI un video con una delle sue ultime interviste.

Nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Imane Fadil, avviata con l'ipotesi di reato di omicidio, la Procura sta svolgendo accertamento anche in merito all'ipotesi di avvelenamento paventata dalla giovane modella marocchina prima di morire. Ricoverata all'ospedale 'Humanitas' il 29 gennaio scorso, la teste chiave dei processi Ruby e gia' parte civile nel processo Ruby bis e' morta il primo marzo scorso dopo quello che il procuratore Greco ha definito "un calvario". Nella cartella clinica, ha detto Greco, "c'erano diverse anomalie". Anche per questo, e' stata disposta un'autopsia e il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che rappresenta l'accusa nel processo Ruby ter, ha aperto un'indagine nell'ambito della quale sono gia' stati sentiti diversi testimoni.

"Nessuna ipotesi puo' essere esclusa", ha spiegato il procuratore Francesco Greco. Nei giorni scorsi, la Procura ha anche disposto il sequestro dei campioni di sangue prelevati durante il ricovero. Stando a quanto riferito dal magistrato, Imane Fadil, che viveva a Milano col compagno, e' stata ricoverata dapprima in terapia intensiva e poi trasferita in Rianimazione. Lamentava forti dolori al ventre, gonfiore addominali e altri sintomi "che possono essere compatibili anche con altre patologie". Tuttavia, ha precisato Greco, "non e' stata individuata con certezza dai medici nessuna patologia a cui ricondurre il decesso". Nei prossimi giorni sara' eseguita l'auotopsia. "Speriamo che la scienza sia in grado di dirci com'e' morta", si e' augurato il procuratore il quale ha inoltre riferito che la donna "non aveva fatto viaggi in Paesi esotici negli ultimi due mesi".

Imane Fadil è una delle ragazze che si sono costituite parte civile al processo Ruby bis contro Emilio Fede e Nicole Minetti per le serate di Arcore. "Quando chiesi a Fede come mai c'erano sempre così tante ragazze alle cene da Berlusconi mi disse che era una questione di soldi: più ragazze, più soldi", così la giovane donna dichiarava in tribunale a Milano. Nel suo intervento ha spiegato che Fede, che è accusato di favoreggiamento della prostituzione e tentata induzione, voleva "guadagnarci" in termini economici e di "posizione" e aveva il compito di portare "merce nuova", cioè nuove ragazze a Arcore.

Nell'udienza del 14 gennaio scorso, Imane Fadil era stata stata estromessa dalle parti civili del cosiddetto processo 'Ruby ter', quello in cui Silvio Berlusconi, tra gli altri, e' accusato di corruzione in atti giudiziari. I giudici del Tribunale di Milano avevano estromesso lei, Ambra Battilana e Chiara Danese, considerate le testimoni chiave dell'accusa. Nel motivare la decisione, avevano spiegato che il reato di corruzione in atti giudiziari e' "offensivo" nei confronti dello Stato soltanto e non di altre parti, come le ragazze appunto. La decisione aveva provato molto la giovane tanto da provocarle, secondo persone a lei vicine, "un crollo nervoso". Per la Procura invece le ragazze avevano diritto a chiedere un risarcimento "perche' avevano subito un danno da stress di fronte a un esercito di altre ragazze eteroindirizzato" da Silvio Berlusconi dal momento che "loro sostenevano una tesi e le altre un'altra, con testimonianze false che sono in realta' certificate da una sentenza definitiva".

Il legale: "Mi ha detto più volte di essere stata avvelenata"

"Imane mi ha ripetuto piu' volte, nel corso di diversi colloqui di persona avvenuti in ospedale, il timore di essere stata avvelenata". Lo dice all'Agi l'avvocato Paolo Sevesi, legale di Imane Fadil. Alla domanda se Imane abbia fatto i nomi di chi avrebbe potuto avvelenarla, Sevesi, che e' stato sentito dai pm come persona informata dei fatti nei giorni scorsi, ha detto: "Non posso rispondere"

La donna stava preparando un libro con la sua storia

"Per cio' che succedeva ad Arcore, noi abbiamo pagato piu' di tutte le altre, quelle che hanno deciso di farsi corrompere". Questo diceva in una delle sue ultime interviste, a 'Repubblica tv', Imane Fadil. Parole pronunciate due settimane prima del suo ricovero e dopo avere appreso, nell'udienza del processo Ruby ter, di essere stata esclusa dalle parti civili. "Tutto questo e' iniziato quando avevo 25 anni. In nove anni sono sempre stata lineare - affermava - ho sempre detto la verita' al contrario degli altri e ho respinto tantissimi tentativi di corruzione da parte di Silvio Berlusconi e di tutto il suo entourage". Imane era pronta a pubblicare un libro sulla sua storia, le cui bozze sono state sequestrate dalla Procura che pero', come ha riferito Francesco Greco, non vi ha trovato "nulla di rilevante". "Prima o poi tutto lo vedranno, prima o poi sara' pubblicato - era l'auspicio della giovane - Ho fiducia nella giustizia italiana e ho fiducia nel fatto che le cose stiano cambiando".

Il Pm Tiziana Siciliano su Fadil: “Chiari i sintomi di avvelenamento“

E' omicidio volontario il reato per cui sta indagando la Procura di Milano sulla morte di Imane Fadil. Stando a quanto riferito dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano erano presenti "chiari sintomi da avvelenamento".

Fadil in un intervista a Repubblica tv: "Pago per aver detto verita' su Berlusconi"

"Per ciò che succedeva ad Arcore, noi abbiamo pagato più di tutte le altre, quelle che hanno deciso di farsi corrompere". Questo diceva in una delle sue ultime interviste, a 'Repubblica tv', Imane Fadil, la modella 34enne (e non 33enne, come scritto in precedenza) sulla cui morte, forse per avvelenamento, sta indagando la Procura di Milano. Parole pronunciate due settimane prima del suo ricovero e dopo avere appreso, nell'udienza del processo Ruby ter, di essere stata esclusa dalle parti civili. "Tutto questo e' iniziato quando avevo 25 anni. In nove anni sono sempre stata lineare - affermava - ho sempre detto la verità al contrario degli altri e ho respinto tantissimi tentativi di corruzione da parte di Silvio Berlusconi e di tutto il suo entourage". Imane era pronta a pubblicare un libro sulla sua storia, le cui bozze sono state sequestrate dalla Procura che pero', come ha riferito Francesco Greco, non vi ha trovato "nulla di rilevante". "Prima o poi tutto lo vedranno, prima o poi sara' pubblicato - era l'auspicio della giovane - Ho fiducia nella giustizia italiana e ho fiducia nel fatto che le cose stiano cambiando".

 

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