Sala: "Senza immigrati Milano si ferma. Obiettivo zero case vuote"
Il sindaco di Milano Beppe Sala: "Siamo città aperta e internazionale, consapevoli che senza immigrati Milano si ferma. Periferie: piano case e piano quartieri"
Sala: "Senza immigrati Milano si ferma. Obiettivo zero case vuote"
“Essere una città aperta e internazionale significa anche accogliere chi scappa dal proprio Paese per fuggire alle guerre o decide di costruire qui un futuro migliore per sé e la propria famiglia. Questa capacità è uno degli elementi di forza di Milano, dove il 19 per cento della popolazione è di origine straniera, contro il nove per cento nazionale. Dobbiamo avere la consapevolezza che senza immigrati la città si ferma. Anche per questo, è necessario un piano nazionale, attraverso il quale attuare politiche sociali e di inclusione che consentano anche ai migranti di contribuire alla crescita della città che li ospita”. Parole del sindaco di Milano
“Milano è contemporaneità”, spiega ancora Sala al direttore editoriale Walter Mariotti. Nel 2016 "ho trovato una Milano orgogliosa, consapevole del proprio valore e determinata a crescere. Credo che il merito principale di questo atteggiamento positivo, da molti definito il Rinascimento di Milano, stia da una parte nella buona riuscita dell’Expo e nella grandissima prova di accoglienza che la città ha dato e, dall’altra, nella proficua collaborazione tra i diversi attori della vita cittadina. Milano ambisce a essere una guida: non possiamo accontentarci di una città che funziona. Ecco perché l’obiettivo della mia Amministrazione è quello di rafforzare il posizionamento di Milano in ambito internazionale e nazionale”.
Ed è infatti una città più europea che italiana quella che emerge dal racconto di Sala a Domus: “ha il pregio di essere in grado di competere per attrattività con tutte le capitali europee, senza essere una capitale”. Una Milano che con l’Europa vuole mantenere e coltivare un rapporto di collaborazione intenso e sinergico “senza essere la prima della classe ma l’àncora che lega il Paese al resto del mondo per impedire la pericolosa deriva della decrescita e della regressione sociale”. “A quale altro sindaco del mondo si sente vicino?” “Sono in costante contatto con i sindaci delle più importanti città del mondo, con cui condivido impegni e battaglie, ne cito alcuni: il sindaco di Los Angeles Eric Garcetti, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo e quella di Barcellona Ada Colau”.
Nettamente bivalente invece il rapporto che la lega a Roma: “Se con Roma intende dire Governo, Milano è senza dubbio un interlocutore chiave per la crescita del Paese, proprio in virtù di quella capacità di attirare investitori e quel prestigio di cui può beneficiare di riflesso tutta l’Italia. Se, invece, con Roma si riferisce alla capitale, direi che Milano e Roma sono realtà entrambe complesse, con caratteristiche proprie non sempre comparabili”.
Sono due i focus su cui Sala conferma a Domus di essere determinato a portare novità, proprio pensando alla complessità e al futuro della città: da un lato l’inquinamento atmosferico, per il quale ribadisce l’obiettivo diesel-free entro il 2025, un contestuale investimento di 2 miliardi di euro da parte della controllata ATM per sostituire tutti i bus attualmente in uso con veicoli elettrici, oltre al completamento della linea metropolitana M4. Dall’altro l’attuale disallineamento delle condizioni di vita tra centro e periferie: “Con il Piano Case e il Piano Quartieri puntiamo da una parte all’obiettivo “zero case vuote” e dall’altra a promuovere e realizzare interventi pubblici e urbanistici privati con interesse pubblico in ogni quartiere, per un valore complessivo di 1,6 miliardi di euro”.
Molteplici le direttrici di sviluppo raccontate dal sindaco nel corso dell’intervista tra cui la nascita dell’Associazione Smart City, il recupero degli scali ferroviari e la riapertura dei Navigli: a fare da fil rouge il concetto di crescita urbanistica e di sviluppo sociale. Un aspetto quest’ultimo che sta particolarmente a cuore del primo cittadino: “Milano è la capitale europea del volontariato, con oltre 240.000 volontari attivi nel territorio della Città Metropolitana e con un quinto di tutte le associazioni iscritte ai registri della Lombardia. Al di là dei numeri, è la volontà di non lasciare indietro le persone più deboli o sfortunate a fare la differenza. “Milano con il cuore in mano” è tutt’altro che un vecchio modo di dire”.
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