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Angelo Maria Perrino

Sanità: arrestato Rizzi, braccio destro di Maroni. Anteprima: leggi le carte

I dialoghi, le intercettazioni, le ricostruzioni, gli schemi. Tutto il “sistema Rizzi” nelle carte dell’accusa. Trema la Regione Lombardia. Il Pd chiede le dimissioni di Maroni. E lui: “Sono molto incazzato”… TUTTE LE CARTE INTEGRALI SU AFFARI

fabio rizzi tris
Fabio Rizzi

di Fabio Massa

Ventun persone sono state arrestate questa mattina all’alba dai carabinieri del Comando Provinciale di Milano, in  esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Monza e indagate a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio.  L’indagine, coordinata dalla Procura di Monza e denominata “Smile”, ha ricostruito l’operato di un gruppo imprenditoriale accusato di aver corrotto funzionari delle gare di appalto pubbliche lombarde, bandite da diverse Aziende Ospedaliere per la gestione esterna di servizi odontoiatrici, riuscendo ad aggiudicarsele. Nel corso delle indagini sono stati ricostruiti episodi corruttivi nei confronti di 10 soggetti investiti di funzioni pubbliche, condizionamenti nell’aggiudicazione e nello svolgimento di appalti indetti da Aziende Ospedaliere della Lombardia, nonché analoghe ingerenze nelle procedure di contrattazione con importanti strutture sanitarie private accreditate con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i dodici arrestati figura anche Fabio Rizzi, braccio destro di Roberto Maroni, autore della riforma lombarda della Sanità. In manette anche Valentino Longo. Raggiunta da ordine di custodia cautelare anche la moglie di Rizzi: per entrambi la contestazione è di associazione per delinquere. Il Governatore ha convocato l'unità di crisi.

L'INTERVENTO DI MARONI -  "Sono incazzato". Così il presidente della Regioni Lombardia, Roberto Maroni ha reagito alla notizia dell'arresto del consigliere Fabio Rizzi. Maroni, intervenendo in consiglio regionale, ha sottolineato tre volte, con forza, il suo disappunto: "il primo sentimento - ha detto - è di stupore e grande delusione. Ma sono anche incazzato - ha aggiunto - molto incazzato per quello che è successo, ferma restando la presunzione di innocenza e la fiducia nella magistratura, perché - ha spiegato - il lavoro che stiamo facendo per garantire efficienza viene infangato".

Maroni ha annunciato anche che la Regione Lombardia si costituira' "parte civile" nel processo che seguira' l'inchiesta della Procura di Monza su appalti nel settore odontoiatrico.  "Questa e' una cosa che fa male - ha detto Maroni -. Sono convinto che dobbiamo continuare a fare quello che facciamo da inizio legislatura per garantire trasparenza, regole e controlli, ovvero quello che io ho voluto fare con la riforma. Questa vicenda - ha proseguito - che mi ha ferito personalmente per i rapporti che avevo con Fabio Rizzi, mi da'  la forza per intesificare l'azione di governo in questo settore". Maroni ha poi sottolineato che l'Istizione puo' "garantire le regole, se pero' qualcuno le viola - ha fatto notare - e commette reati per noi e' difficile da prevenire. Mi auguro che questa vicenda - ha concluso - non venga usata strumentalmente a livello politico". 

LE CARTE DEL TRIBUNALE DI MONZA

Gli accertamenti hanno permesso di ricostruire l’esistenza, in Lombardia, di un circuito criminale orientato ad influenzare (mediante la turbativa delle gare d’appalto bandite) le dinamiche in ambito sanitario, interferendo su più piani:

- Amministrativo: funzionari pubblici di diverse Aziende Ospedaliere che, corrotti dalle imprese fornitrici dei servizi sanitari, hanno reso loro favori illeciti nella gestione delle pratiche di loro competenza;

- Imprenditoriale: corruttori che hanno beneficiato dell’aggiudicazione di importanti appalti pubblici truccati o di altre prestazioni illecite, accaparrandosi i proventi di un giro d’affari complessivo stimato in circa 400 milioni di euro dal 2004 ad oggi;

- Politico: un consigliere della Regione Lombardia ed un componente del suo staff che hanno garantito, con il loro appoggio strategico, le condizioni per far perdurare l’esistenza del “sistema” clientelare.

"La ricerca della necessaria 'copertura politica' da parte dell’imprenditrice al vertice del gruppo - spiegano le carte - si è tradotta in un interessato connubio tra i livelli imprenditoriale e politico, dando vita ad una associazione per delinquere responsabile della commissione di molteplici reati contro la Pubblica Amministrazione". Questi i fatti:

Maria Paola Canegrati, amministratrice del complesso sistema societario che, nel corso degli anni, ha potuto procurarsi “attraverso turbative d'asta, la corruzione degli associati Longo e Rizzi e la corruzione dei funzionari pubblici preposti alla gestione dei servizi di odontoiatria affidati in service ai privati dalle singole aziende ospedaliere e alle forniture per i medesimi servizi, la stipulazione di vantaggiosi contratti per le predette società, nonché, sempre attraverso la corruzione di Longo e Rizzi, la stipulazione di vantaggiosi contratti con strutture sanitarie private e private convenzionate”;

- Fabio Rizzi e Mario Longo, “nelle rispettive qualità, il primo di consigliere Regionale della Regione Lombardia e presidente della Commissione "Sanità e Politiche Sociali" del Consiglio Regionale, il secondo di appartenente allo staff del primo con incarichi pubblici nell'ambito dell'odontoiatria, abusando dei propri ruoli e poteri, inducevano i funzionari pubblici preposti alla gestione dei servizi di odontoiatria e alle forniture odontoiatriche dell'aziende Ospedaliere della Regione, nonché gli amministratori delle strutture private e private convenzionate della Regione, a favorire nell'indizione delle gare d'appalto o nella scelta del contraente privato le società riconducibili alla Canegrati".

Rizzi e Longo hanno, per questo, favorito l’imprenditrice connivente nello svolgimento di due gare d’appalto bandite dalle Aziende Ospedaliere “Istituti Clinici di Perfezionamento” (del 2015, da 45 milioni di euro) e “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio“ (del 2014, da 10 milioni di euro). Ma anche nei rapporti economici intrattenuti con importanti strutture sanitarie private accreditate con il Sistema Sanitario Regionale, al fine di ottenere nuove commesse o di scongiurare la rescissione di contratti già in essere con le aziende della donna. Ed ancora, nei progetti d’espansione della stessa anche in altre Regioni d'Italia, in particolare intercedendo sulle decisioni di un ulteriore gruppo imprenditoriale gestore di servizi presso alcune strutture sanitarie toscane a sua volta favorito, dagli stessi Longo e Rizzi, in un progetto di collaborazione Lombardia-Brasile che prevedeva la costruzione di un ospedale pediatrico nella regione del Goias.

Per fare ciò, secondo le carte del gip, Longo e Rizzi sono stati remunerati attraverso il finanziamento della campagna elettorale di Rizzi per le elezioni regionali del febbraio 2013; dazioni in denaro, tra cui una tangente di 50mila euro (pagata in contanti grazie all’intermediazione di un soggetto accusato di riciclaggio) ed una serie di finte consulenze - per 5mila euro al mese - fatturate dalla moglie di Longo. Ed ancora attraverso la creazione di una società utilizzata per istituire alcuni ambulatori odontoiatrici in strutture sanitarie private, le cui quote sono state intestate alla Canegrati e, per interposta persona, a Longo e a Rizzi. In aggiunta a ciò, c'era la promessa di ulteriori future nuove dazioni in denaro o di incarichi di natura privata.

Le indagini, oltre al contesto associativo illecito generato dalle aderenze tra la sfera politica e quella imprenditoriale hanno permesso anche di "dimostrare la commissione di una serie di reati fine, coincisi con le turbative di ulteriori gare d’appalto ottenute attraverso la corruzione dei singoli funzionari pubblici e la loro 'induzione ambientale'. I pubblici amministratori, cioè, da una parte si sono visti remunerare gli appoggi garantiti all’imprenditrice, dall’altra, operando in seno ad Aziende Ospedaliere i cui vertici sono di nomina politica, hanno scelto di non ostacolare la Canegrati in forza degli appoggi strategici a lei garantiti da Longo e Rizzi".

Dalle carte relative all'ordinanza emessa dal gip, questo l'elenco delle contestazioni:

- Corruzione di tre funzionari dell’AO di Desio e Vimercate, in relazione alla turbativa d’asta di una gara d’appalto del 2010 dell’AO di Desio e Vimercate del valore di 90 milioni di euro circa e all’omessa contestazione di gravi carenze nella qualità del servizio reso dalle aziende dell’imprenditrice in seno all’AO di Desio e Vimercate in forza del predetto appalto.

- Corruzione di un funzionario amministrativo degli Istituti Clinici di Perfezionamento (ora ASST Nord Milano) in relazione alla turbativa della già citata gara d’appalto del 2014 dell’AO “Istituti Clinici di Perfezionamento” di Milano del valore di 45 milioni di euro circa

- Corruzione di un odontoiatra dell’AO “Policlinico di Milano”, in relazione alle illecite condotte poste in essere per favorire le aziende dell’imprenditrice nell’esecuzione di un appalto in essere presso detta struttura

- Corruzione di due ex funzionari dell’AO di Melegnano (ora ASST Melegnano e della Martesana), in relazione all’illecita estensione di un contratto d’appalto già in essere presso l’AO di Melegnano

- Turbativa di una gara d’appalto del 2015 dell’AO di Desio e Vimercate del valore di 105 milioni di euro circa (rinnovo del precedente appalto), contestata, oltre all’imprenditrice, ai vertici dell’AO al momento dell’indizione del bando (ora mutati);

- Corruzione, da parte di un imprenditore, di Rizzi, Longo e di un ulteriore soggetto dell’entourage del primo, per favorire l’assegnazione di un finanziamento concesso da Finlombarda (finanziaria di Regione Lombardia).

"CONTINUO ASSERVIMENTO DEI PUBBLICI UFFICIALI AI PRIVATI" - Le indagini hanno fatto, infine, emergere gli “effetti deleteri del continuo asservimento degli infedeli pubblici ufficiali e incaricati di pubblici servizi agli interessi di privati”, dimostrando come “non solo sono stati violati i principi cardine di trasparenza, imparzialità, legalità, indispensabili per una buona amministrazione pubblica, ma si è determinata l'erogazione di servizi scadenti con ricadute, di natura economica e non, sia sugli enti pubblici che sui pazienti”. Il provvedimento cautelare ha disposto, inoltre, il sequestro della somma di 50mila euro a carico - in solido - di Longo e di Rizzi e di 38mila euro a carico del solo Longo, quale profitto della corruzione ai fini della confisca per equivalente.

"QUATTRO IMPRENDITORI VINCEVANO IMPORTANTI GARE D'APPALTO ILLECITAMENTE" - Il colonello Canio Giuseppe La Gala, comandante provinciale dei carabinieri di Milano, ha spiegato: "Sono quattro gli imprenditori che si sono aggiudicati importanti gare d'appalto per la gestione dei servizi odontoiatrici nel territorio lombardo, su cui ha indagato il nucleo investigativo di Milano: le gare venivano vinte illecitamente da questo gruppo con la complicità di undici funzionari pubblici arrestati. Gli arresti sono stati eseguiti prevalentemente nelle province di Milano, Monza, Como, Bergamo e Varese". Le indagini sono partite dalla segnalazione di un componente di un collegio sindacale di una azienda ospedaliera.

I COMMENTI E LE REAZIONI

CATTANEO: "ALTRO COLPO A NOSTRA CREDIBILITA' MA ANDIAMO AVANTI" -  "La notizia di Rizzi ha colpito tutti. Sul piano istituzionale un altro colpo alla credibilità di questo consiglio regionale. Rispetto della legalità ma anche rispetto del principio di innocenza": così il presidente del consiglio regionale lombardo Raffaele Cattaneo. Che ha aggiunto: "Non siamo pero' in condizione di fare considerazioni senza conoscere i fatti. Per questo motivo ho voluto riunire i capigruppo e sentito Maroni abbiamo condiviso di attendere l'evolversi degli eventi per valutare se riprendere una discussione su quanto accaduto nel pomeriggio. Noi - ha concluso Cattaneo - intendiamo continuare sulla strada del rispetto della legalita', compreso il sacrosanto principio di presunzione di innocenza". Il presidente de Consiglio respinge l'idea che l'arresto del consigliere Fabio Rizzi, seppure nuovo episodio tra altri, debba portare a una caduta della Giunta guidata da Roberto Maroni, cosi' come chiesto dall'opposizione. "Per quanto mi riguarda - ha detto Cattaneo in una pausa dei lavori d'aula - questa giunta ha la responsabilita'  e il dovere di andare avanti cosi' come ce l'ha il consiglio regionale nello studio di provvedimenti. Siamo tutti coinvolti - ha aggiunto - nel compito di alzare la guardia. E' piu' utile chi chiede le dimissioni, o chi aiuta in modo concreto?". Cattaneo ha quindi voluto sottolineare che, nonostante le inchieste e gli arresti, la Sanita'  in Lombardia "funziona, costa poco ed e' efficiente".

ALFIERI (PD): "LA REALTA' SMENTISCE MARONI: ELEZIONI" - Il Pd lombardo, di fronte all'arresto del consigliere regionale Fabio Rizzi, chiede "discontinuita'" e quindi nuove "elezioni". "Mantovani - ha detto il coordinatore regionale del partito, Alessandro Alfieri -, che era il vice presidente con delega alla sanita', e' stato arrestato; per Garavaglia, che era il braccio destro di Maroni, e' stato chiesto il rinvio a giudizio; ora anche Rizzi, che e' il padre della Riforma sanitaria, e' stato arrestato. Qualche problema c'e', noi avevamo presentato una mozione di sfiducia, Maroni ha sempre negato che ci sia un problema sanita', la realta'  lo smentisce". La soluzione per Alfieri e' dunque drastica: "Bisogna rescindere fortemente il rapporto tra la politica e la sanita' - ha spiegato -. Maroni deve prendere atto che non e' riuscito a garantire discontinuita'  con il passato e l'unico modo per farlo a questo punto e' di andare alle elezioni".

AMBROSOLI: "RIZZI, IL FATTO PIU' GRAVO DEGLI ULTIMI TRE ANNI" - Tra i primi a commentare l'operazione Smile, il consigliere regionale di Patto Civico Umberto Ambrosoli:  “E’ con vera amarezza che devo ribadire un concetto che, per quanto ripetuto, non ha avuto in Consiglio i riscontri e l’attenzione che meritava. E’ da anni che diciamo che la sanità lombarda va messa in sicurezza rispetto alle aggressioni del malaffare e di una pratica corruttiva sempre estesa. Che sia oggi coinvolto proprio il presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale della Lombardia è un fatto di gravità forse maggiore anche rispetto agli episodi degli ultimi tre anni. Fabio Rizzi ha avuto infatti per mesi e mesi il ruolo di coordinatore di quella riforma infinita, il famoso ‘libro bianco’ di Maroni, che non riusciva mai ad arrivare a compimento per i continui mercanteggiamenti interni alla maggioranza. E solo la battaglia ostruzionistica dell’opposizione permise al Sistema Sanitario Regionale di vedere sbloccata una riforma necessaria da anni. E’ necessario che almeno oggi –tardivamente!- la risposta della maggioranza non si fermi come di consueto a dichiarazioni di frainteso garantismo, perché non è così che si tutela l’eccellenza della sanità lombarda. Così semplicemente si offende, una offesa reiterata e inaccettabile, il merito di quanti si dedicano onestamente alla loro missione sanitaria, il lavoro del personale che cerca nonostante tutto  di mantenere alto il nome della Lombardia. La responsabilità che attiene alla politica impone di mettere in sicurezza senza indugi il servizio sanitario della nostra regione”.

BUFFAGNI (M5S): "PROBLEMA POLITICO ENORME" - “Aspettiamo Maroni in aula perché chiarisca la situazione. Non deve venire a difendere la sua poltrona o a ribadire il garantismo costituzionalmente sancito, il problema politico è enorme: venga ad annunciare che si dimette per il bene dei lombardi. Dopo l’arresto dell’ex Assessore alla Sanità Mantovani durante la giornata della legalità e quello del Presidente della Commissione Sanità Rizzi e autore della riforma durante il giorno della memoria è un colpo durissimo per la Lombardia. Le scope di Maroni non funzionano, serve una Lombardia a guida 5 stelle”, dichiara Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia, sull’arresto del consigliere regionale Fabio Rizzi.

ROMEO (LEGA): "NON SI GETTI FANGO SU SANITA' LOMBARDA" - Gli arresti di oggi non siano utilizzati per gettare fango sulla Sanità lombarda, che resta senza dubbio la migliore d'Italia. Aggiungo poi che la nostra riforma sanitaria, che ha ottenuto anche l'apprezzamento del governo, prevede un forte inasprimento dei controlli a garanzia della trasparenza delle procedure e quindi dei cittadini." Così Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega Nord al Pirellone, interviene sugli arresti di oggi nell'inchiesta sulla sanità in Lombardia.

 


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