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Milano
Sanità lombarda, rivedere il sistema invece di accanirsi sul singolo uomo

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Ripropongo anche qui, su RadioLombardia, una riflessione che ho fatto. Riguarda la politica, e dunque riguarda tutti noi. Perché quando non ci sono i vaccini, o i medici di base non rispondono al telefono, o quando le cose non funzionano, bisogna pur chiedersi che cosa vogliamo dal futuro. Adesso è un momento fondamentale della storia della nostra Lombardia, anche se forse non ce ne rendiamo conto, così storditi tra rumore, polemiche, zone gialle arancione e rosse, scandali veri e presunti, servizi televisivi che puntano a stupire più che a informare. E' fondamentale perché va in revisione l'intero sistema sanitario. Eppure la politica non discute di quello che bisogna fare, ma di chi bisogna cambiare. Stranamente è diventato un referendum tra Gallera sì e Gallera no. Come se il responsabile della pandemia fosse il solo Gallera. Come se a lui va imputata la diffusione del virus e i morti. Gallera, come titolare della sanità, si prende le sue responsabilità, ed è giusto così. Ma nel ripensare la sanità lombarda occorre per forza andare oltre il singolo nome. C'è da dirsi, ad esempio: il rapporto tra pubblico e privato va bene così? O bisogna ridurre il privato? Perché in tutte le bozze, anche quelle del centrosinistra - al di là dei proclami - questa cosa non c'è. Il privato, dicono, non si tocca. Al massimo "si rimodula", che è esattamente il contrario di una riforma radicale. E ancora: i medici di famiglia, che hanno ingaggiato una guerra con la Regione, come devono collocarsi nel sistema? Che cosa vogliono? E quello che vogliono è compatibile con i diritti dei pazienti? Per capire l'assurdità: i medici di famiglia sono liberi professionisti, e dunque non dipendenti dello Stato, che però vengono pagati dallo Stato. E perché mai? In base a quale principio hanno questo status? Io non lo so e non lo capisco. Mica sono dei tassisti. Di fatto, e questo lo dicono le norme, sono una sorta di settore privato della sanità, tanto che vengono definiti "professionisti convenzionati con il sistema sanitario nazionale". Che cosa si fa con loro? Perché sono fondamentali, e su questo nessuno ha dubbi, ma bisogna regolamentare un po' meglio la loro "libertà". Come si comandano i medici degli ospedali, si devono poter comandare in momenti decisivi anche i medici di medicina generale. Oppure no? Ecco, tutte queste cose sono assolutamente al di fuori del nostro dibattito politico. Vi dico già come andrà a finire: che tutto rimarrà circa uguale come prima. E tra qualche mese Giulio Gallera andrà a fare altro. Peccato che il problema fosse un po' più grande di un singolo uomo. Io spero ancora che la politica lo capisca. Per i cittadini non ho speranza, e non per la loro stupidità, ma perché stiamo emettendo davvero troppo rumore di fondo.

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    sanità lombarda







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