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Angelo Maria Perrino

Saronno, morti sospette in corsia, tra queste anche il marito dell'infermiera

Un medico e l'infermiera-amante coinvolti nella morte di cinque pazienti tra cui il del marito della donna. Le intercettazioni: "Se vuoi uccido anche i bambini"

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Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni, foto da facebook

Sono quattro i presunti omicidi di pazienti dell'ospedale di Saronno, tra il febbraio 2012 e l'aprile 2013 riconducibili, secondo le indagini della procura di Busto Arsizio, ad un medico, ovvero il 60enne Leonardo Cazzaniga arrestato assieme all'infermiera 40enne Laura Taroni. Le vittime erano persone anziane e malate, alle quali il medico avrebbe, secondo l'accusa, somministrato dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione: clorpromazina, midazolam, morfina, propofol e promazina. Quattro gli anziani attorno alla cui morte indaga la Procura di Busto Arsizio Ma c'è un quinto paziente morto: il marito dell'infermiera stessa, al quale sono stati somministrati, per un lungo periodo, farmaci "assolutamente incongrui" rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo fino alla morte.

A far scattare le indagini del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Saronno coordinato dal capitano Regina ora in servizio a Bergamo ma distaccato per questo servizio, la denuncia di una infermiera nel giugno del 2014. Sono quindi scattate le intercettazioni, fatte indagini patrimoniali, acquisiti documenti e disposte consulenze medico-legali. I consulenti hanno individuato i quattro casi in cui la somministrazioni esagerata dei farmaci era stata riscontrata dal diario clinico del Pronto Soccorso e il nesso di causalita' tra i farmaci e il decesso. Altri casi hanno evidenziato una somministrazione anomala delle medicine ma non e' stato possibile escludere che il paziente, vista la gravita' delle condizioni, non sarebbe morto ugualmente. Insieme ai due arrestati ci sono altri 14 indagati, quasi tutti dipendenti dell'ospedale

Il medico, anestesista del Pronto Soccorso aveva una relazione sentimentale con l'infermiera che lavorava all'epoca dei fatti nello stesso Pronto Soccorso prima di essere trasferita in un altro reparto.

I provvedimenti di custodia in carcere sono stati chiesti dal procuratore di Busto Arsizio, Gian Luigi Fontana, e sono state effettuate perquisizioni in casa dei due indagati e negli ospedali di Angera, Busto Arsizio e Saronno. Secondo quanto ricostruito dalle indagini a commettere gli omicidi in ospedale, sarebbe stato solo il medico: due nel 2012: il 18 febbraio e il 30 aprile, e due nel 2013 il 15 febbraio e il 9 aprile. "Si trattava di persone anziane e malate - spiegano gli inquirenti - alle quali il medico aveva, secondo l'accusa, somministrato dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione tra di loro". Tra questi morfina, clorpromazina, midazolam.

"Il medico - viene spiegato dagli investigatori che escludono ogni movente economico - usava riferirsi a un proprio protocollo per il trattamento dei malati terminali". L'omicidio del marito dell'infermiera e' avvenuto invece il 30 giugno del 2013. Secondo l'accusa i due gli avevano somministrato "per un lungo periodo, farmaci assolutamente incongrui rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo sino a condurlo alla morte". Anche per i pazienti si parla di "somministrazione di farmaci in misura incongrua" con un evidente nesso "di causalita' tra la somministrazione e la morte" accertato "con elevata gravita' indiziaria". In altri casi e' stato riscontrato un uso eccessivo e anomalo di farmaci ma "non e' stato possibile escludere, con elevata gravita' indiziaria, che il paziente, tenuto conto delle sue condizioni, sarebbe morto comunque".

"SE VUOI UCCIDO ANCHE I FIGLI" - Ed emergono dettagli shock dalle telefonate intercettate dai carabinieri. In una di queste la donna dice: "Se vuoi uccido anche i bambini". "No, i bambini no", è la risposta del medico, dopo che già il marito della donna è stato ucciso con una dose eccessiva di farmaci.


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