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Milano
"Sicurezza, l'esercito non è la soluzione": la sinistra si smarca da Sala
Esercito a Milano

Continuano a far discutere le parole di Beppe Sala, che ieri ha aperto all'idea di richiedere al Governo una più massiccia presenza dell'esercito per contrastare la criminalità nelle periferie, con particolare riferimento alla lotta tra gang latine che ha portato nella notte di sabato all'agguato poi risultato fatale per un 37enne dominicano. Riflettori puntati in particolare su viale Padova. E se ieri i primi commenti sono stati quelli degli esponenti milanesi e lombardi del centrodestra, divisi tra chi plaude al buonsenso di Sala e chi, come Salvini, giudica "ridicolo" e incoerente il comportamento del centrosinistra sul tema sicurezza, oggi si registrano le reazioni negli ambienti più vicini politicamente al primo cittadino.

Mirko Mazzali, delegato alle periferie, afferma: "I militari vanno benissimo nelle postazioni fisse ma a svolgere compiti di ordine pubblico vanno meglio le forze dell'ordine che a questo sono addestrate". "I militari non vanno usati come baluardi estetici: la sfida è integrarli con le altre forze dell'ordine", ha spiegato il capogruppo Pd Filippo Barberis. Anita Pirovano, SinistraxMilano apre solo ai "presidi fissi dei militari nei luoghi sensibili, che poi già ci sono", ma i militari da far girare nel quartiere sono "una falsa risposta" mentre bisognerebbe "investire nelle periferie". "La sicurezza in un quartiere sono le serrande alzate, le luci accese, i cittadini presenti", è l'opinione di Paolo Limonta, SinistraxMilano.

Ma Stefano Boeri, intervistato da Repubblica, apre: "L'esercito serve ma da solo non basta", ha dichiarato. Aggiungendo: "Mille volte meglio una camionetta dell'esercito delle ronde", per concludere: "la vera ricetta si basa sulla prevenzione".

CENTO SOLDATI IN ARRIVO A FINE NOVEMBRE - Emergono inoltre oggi ulteriori dettagli sul progetto, che a quanto pare era già stato programmato, con un centinaio di soldati reduci dal Giubileo attesi a Milano dal 20 novembre per presidiare la città per il ponte dell'Immacolata e durante i giorni degli Oh bej! Oh bej! e della Prima alla Scala. La novità è l'inserimento del tema "pattuglie miste" già nell'ordine del giorno del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza che si riunisce mercoledì mattina in Prefettura.

OMICIDIO RAMIREZ, INDAGINI SERRATE - Indagini a ritmo serrato della Procura di Milano e della Squadra Mobile che stanno cercando chi ha ucciso sabato sera Antonio Rafael Ramirez, il dominicano di 37 anni accoltellato e ferito a colpi di pistola in piazzale Loreto, a Milano. Gli inquirenti stanno ascoltando numerosi testimoni del delitto avvenuto all'ora dell'aperitivo in un punto nevralgico della citta' e da loro stanno ricevendo indicazioni utili. Anche se, fanno notare in ambienti giudiziari, alcuni hanno manifestato, almeno inizialmente, una certa ritrosia a raccontare quello che hanno visto. Altre importanti informazioni sono arrivate dai filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza di una filiale di Cariparma che si trova nella piazza. Dopo due giorni di agonia, Ramirez, che non aveva precedenti penali, e' morto nonostante sia stato sottoposto a due interventi d'urgenza all'ospedale San Raffaele. Era stato colpito da diverse coltellate tra l'inguine e il torace e da un colpo di pistola alla schiena, probabilmente da due sudamericani, che lo avevano raggiunto mentre si trovava dal barbiere in via Padova, zona 'calda' della citta' per la quale ieri il sindaco Giuseppe Sala ha invocato "piu' soldati". Una lite nel negozio e poi la sua fuga, inseguito dai due che lo hanno braccato e colpito. Il pm Piero Basilone ritiene che i killer facessero parte delle pandillas, le bande giovanili che rappresentano una vera emergenza sociale in America Latina e anche nelle nostre citta'. La vittima potrebbe essere stata uccisa per uno 'sgarro' maturato nell'ambito dello spaccio di stupefacenti.

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