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Milano
Spese pazze in Regione Lombardia, condannato capogruppo Lega al Senato

Spese pazze Lombardia: 20 mesi a capogruppo Lega Senato Romeo 

Il tribunale di Milano ha condannato a un anno 8 mesi di carcere il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, accusato di peculato nel processo sulle presunte 'spese pazze' coi fondi pubblici dei rimborsi assegnati ai gruppi consiliari della Regione Lombardia. Quasi tutti gli imputati sono stati condannati.

Spese pazze Lombardia: tra condannati anche R.Bossi e Minetti 

Tra gli ex consiglieri regionali condannati a Milano per la presunte 'spese pazze' effettuate coi fondi pubblici, figurano anche l'eurodeputato del Carroccio Angelo Ciocca (un anno e 6 mesi), il figlio di Umberto Bossi, Renzo (2 anni e 6 mesi) e l'ex assessore di Forza Italia, Nicole Minetti (1 anno e 8 mesi).

Al capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, a cui sono state riconosciute le attenuanti generiche, vengono contestate 'spese pazze' per 21.917 euro per ristoranti, pizzerie e altre "spese estranee all'esercizio delle funzioni istituzionali" e "non funzionali all'espletamento del mandato.

Nicole Minetti accusata di peculato. Renzo Bossi: spazzolini e brioche

L'ex consigliera regionale Nicole Minetti, eletta nel 'listino' di Roberto Formigoni, e' accusata di peculato per avere speso, in danno delle casse pubbliche, quasi 20 mila euro, anche per pasti in ristoranti di cucina giapponese e per l'acquisto del libro 'Mignottocrazia'. Al 'Trota' Renzo Bossi sono contestate spese per quasi 16 mila euro anche in biscotti, caffe', red bull e altre bevande, brioche farcite, spremute e due spazzolini. All'europarlamentare Angelo Ciocca, noto anche per avere calpestato con la sua scarpa la lettera inviata dalla Ue sull'Italia per la manovra economica, vengono contestati poco piu' di 5 mila euro, per lo piu' in 'coperti' tra il 2010 e il 2012.

I COMMENTI E LE REAZIONI

"Il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo spesso parla in Senato per ergersi a difensore duro e puro della legalita'. Oggi il Tribunale di Milano lo ha condannato a 1 anno e 8 mesi nell'ambito di Rimborsopoli Lombardia. Noi siamo garantisti. Ma anche stufi di tanta ipocrisia". Lo scrive su twitter il senatore Pd Dario Parrini.

L'inchiesta e le condanne per le spese pazze dei consiglieri regionali lombardi ha causato "incalcolabili" danni "all'istituzione" regione Lombardia. A dirlo e' il capogruppo del M5s al Pirellone, Andrea Fiasconaro, commentando le condanne di 52 ex consiglieri lombardi. "Attendevamo da anni - ha sottolineato Fiasconaro - la fine di una vergognosa pagina che ha coinvolto tutti i partiti, nessuno escluso. Nel 2015 chiedevamo che la Lombardia si costituisse parte civile nel processo per le spese pazze, cosa che e' avvenuta nel 2017. I danni all'istituzione sono incalcolabili e non sono solo patrimoniali. Questi scandali hanno allontanato i cittadini dalla politica e incrementato un clima di sfiducia nelle istituzioni che non fa bene al nostro Paese. Il M5s e' entrato nelle Istituzioni con l'obiettivo di arginare il parassitismo politico e oggi i controlli sono cresciuti a tutti i livelli istituzionali. E' un risultato che rivendichiamo con orgoglio".

Da parte sua il consigliere M5s, Marco Fumagalli, ha aggiunto: "Invitiamo i partiti a selezionare la classe politica con maggior attenzione. Il Movimento non candida chi ha condanne penali e il nostro codice etico prevede le dimissioni a seguito di una condanna, anche solo di primo grado. Ci si augura che questi principi vengano rapidamente condivisi da tutte le forze politiche e che agiscano di conseguenza per la formazione di liste pulite alle europee e amministrative".

Spese pazze, il punto: 52 condanne e 5 assoluzioni

Si chiude così con 52 condanne e 5 assoluzioni il processo agli ex consiglieri regionali lombardi accusati di peculato, e in qualche caso di truffa, per avere speso in modo illecito i fondi pubblici destinati ai gruppi consiliari. Un processo cominciato il primo luglio del 2015 e proseguito con ritmi molto lenti fino all'epilogo di oggi che riconosce appieno la tesi accusatoria del pm Paolo Filippini. Nessuno degli imputati, appartenenti a tutte le forze politiche, siede piu' nel cuore del potere lombardo, molti hanno abbandonato la vita politica, altri hanno fatto 'carriera'. Tra questi il piu' illustre e' il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo condannato a un anno e otto mesi di carcere (pena sospesa) "per essersi appropriato della somma complessiva di 21.917 euro" attraverso "spese estranee all'esercizio delle funzioni istituzionali" tra il 2010 e il 2012. Nella maggior parte dei casi si tratta di soldi spesi in ristoranti. I giudici gli hanno riconosciuto le attenuanti generiche perche' nel procedimento amministrativo davanti alla Corte dei Conti ha risarcito oltre 30mila euro.

"Se c'era un sistema, c'era certamente da 30 anni e loro lo hanno ereditato in buona fede", ha commentato il legale di Romeo, l'avvocato Jacopo Pensa. Un anno a sei mesi e' stato inflitto all'europarlamentare leghista Angelo Ciocca, stessa pena per il suo collega a Strasburgo Stefano Maullu (un anno e sei mesi) e due anni e due mesi ad Alessandro Colucci, segretario del gruppo Misto alla Camera. Tra chi ha lasciato la politica, i piu' noti sono il 'Trota' Renzo Bossi, figlio del fondatore della Lega Umberto, ora imprenditore agricolo, e Nicole Minetti, l'ex igienista dentale di Silvio Berlusconi e poi consigliera, che ora vive a Ibiza. Tra gli ex assessori delle giunte di centrodestra che escono con una condanna dal processo ci sono Giorgio Pozzi (un anno e sei mesi), Massimo Buscemi (due anni e due) e Giulio Boscagli (due anni e sette).

Condannati anche esponenti di spicco del centro sinistra, come l'ex capogruppo del Pd Luca Gaffuri (un anno e sei mesi) e l'ex capogruppo di Sel Chiara Cremonesi. La pena piu' alta all'ex capogruppo della Lega in regione Stefano Galli, 4 anni e otto mesi, che rispondeva di peculato e truffa, anche per avere utilizzato i fondi regionali per pagare il banchetto del matrimonio della figlia.

"Soddisfatto" il pm Antonio Filippini per l'esito di un processo che dipendeva molto dalla valutazione del cosiddetto 'elemento soggettivo' degli imputati, cioe' dalla 'consapevolezza' dei consiglieri di stare dilapidando il denaro pubblico. In aula, gli imputati si sono richiamati a una prassi in uso da sempre nell'utilizzo dei fondi pubblici. Gli assolti sono Romano Colozzi, Davide Boni (accuse in parte prescritte), Carlo Maccari, Massimo Ponzoni e Daniel Ferrazzi. Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni.

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