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Milano
Strage Erba, Nanni: "Revisione processo comprensibile se con nuovi elementi"

Strage Erba, Nanni: "Revisione processo comprensibile se con nuovi elementi"

A distanza di 18 anni, torna sotto ai riflettori il caso di Olindo e Rosa, i coniugi condannati all’ergastolo per la strage di Erba. Il primo marzo a Brescia verrà deciso di accogliere o meno l’istanza per la revisione della sentenza. "Sinceramente di fronte a un caso così delicato, considerando il rilievo mediatico che ha avuto e visto che alla richiesta del collega si sono aggiunte altre due richieste parallele con ulteriori elementi di prova, credo che la decisione dei colleghi possa essere compresa, se non condivisa". Così, in una intervista al Corriere della Sera, la procuratrice generale presso la Corte di Appello di Milano Francesca Nanni, sulla decisione dei colleghi di aprire il processo di revisione.

Nanni: "In base agli atti non ci sono elementi per revisione"

"Qui da noi - aggiunge Nanni - l'avvocato generale in base agli atti depositati ha ritenuto che non ci fossero elementi per la revisione. Io ho condiviso quella valutazione e continuo a condividerla, dopodiché leggo sui giornali che ci sarebbero altre prove nelle altre due istanze di revisione e né io né l'avvocato generale in questo caso possiamo valutare o decidere alcunché. Io ragiono davanti agli atti, non davanti a quel che leggo sui giornali".

Il Pg Nanni e gli attriti col sostituto Tarfusser

Su un possibile conflitto tra lei e il sostituto Tarfusser, la procuratrice osserva: "Io non mi sento minimamente in conflitto con il mio sostituto né vedo alcun conflitto all'interno dell'Ufficio che dirigo, e non intendo neppure commentare queste esternazioni che mi lasciano indifferente. Le angherie di cui parla non possono vedermi come responsabile, anche perché sono qui da meno di quattro anni. Però la segnalazione disciplinare del collega è una cosa ben distinta dal merito della vicenda di Erba. Il problema è che secondo me con le sue azioni Tarfusser ha violato le norme interne all'Ufficio che si è dato una regola che lui non ha rispettato. E cioè: se si riceve un atto esterno, quell'atto deve essere assegnato in base ai criteri che ci siamo dati. La dico in un altro modo: gli avvocati non possono scegliersi il sostituto al quale depositare il proprio atto", conclude Nanni.

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